Ho trascorso anni a pensarci fiutando solo paura e rabbia ma sbagliavo
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Notte notte di mani notte di corpi
ombre proiettate sul muro dalla luce di un cero rosso
si abbracciano si intrecciano si fondono
Scivola una fotografia tra le mie dita
e sorrido guardandomi in un cappotto troppo lungo
come uno strascico nuziale nella neve.
Contrasto celestiale tra bianco e nero.
Lo spettro deforme della vendetta
Bussa all’uscio dell’inverno,
ansietà su devastazione fa perno
mentre inquieto sogghigna ed aspetta.
Ho pensieri e memorie che temo,
che tengo chiuse
in una gabbia senza sbarre,
sul fondo più remoto
L’aria dell’autunno
è fredda ed umida,
poco scalda il sole insincero,
che pigro si solleva tra i palazzi.
Eccomi pronto a soddisfar vendetta
nel buio tesserò la mia tela perfetta
Niente sfuggirà alla mia vista
sarò il più arcaico immoralista
Aspetto.
Mi inginocchio in silenzio
mani giunte
aspetto, mentre cala la notte.
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