La Soglia Oscura
Parapsicologia,  Misteri

Il castello di Manta – di C. Regis

– Spiritus intus alit-

A Manta, paese nella provincia di Cuneo, tra le morbide colline di Saluzzo, paradossalmente ubicato in un contesto dall’atmosfera quasi Naif sorge “il Castello di Manta”.

Divenuto patrimonio del FAI nel 1984, grazie alla donazione di Elisabetta Provana De Regge, è ora meta di numerosi turisti attirati per lo più dagli aloni di mistero che aleggiano intorno ad esso. Secondo la leggenda, tre sono i fantasmi che ancora oggi si aggirano tra le antiche mura ; il primo è quello di una nobildonna infedele,uccisa durante una gita nei pressi del Po, grazie ad uno stratagemma del marito. Egli non fece abbeverare per alcuni giorni i cavalli che avrebbero condotto la carrozza : durante il viaggio quando le povere bestie sentirono l’odore dell’acqua si precipitarono nel fiume,facendo annegare la donna. Testimonianze attuali parlano del suo profumo di Gelsomino all’interno del castello e di ripetuti dispetti ai danni di chi visita gli alloggi al terzo piano chiamati “le stanze rosse”. Il secondo fantasma appartiene a un giovane straniero di aspetto molto gradevole, profondo conoscitore di erbe medicinale e riti magici; pare che la figlia del castellano si innamorò di lui facendo indispettire il padre,che per separarli la mandò in un convento lontano.Il ragazzo stremato dal dolore salì sul torrione più alto e si gettò nel vuoto. Lo spirito è stato visto nelle notti di luna piena,e viene descritto come un giovane alto,dalla carnagione scura e un lungo mantello. L’ultimo mistero,tratta di una bellissima contadina che a motivo del suo aspetto, venne esonerata dal lavoro dei campi e insignita al compito di mantenere colme le botti di vino bianco. Quando, durante una battuta di caccia,lo scudiero suo innamorato morì, lei si rinchiuse nella “crota d’l vin bianc” e si lasciò morire. Sono molti i contadini che dicono di averla incontrata e udita piangere nelle notti di primavera.

La dama bianca

 

Il motto dei conti di Manta,inciso sul camino posto al lato dell’ingresso recita “leit leit” e invita a visitare il castello piano piano,con calma. Come non accettare tale consiglio,considerando gli affreschi quattrocenteschi che lo decorano ed i segreti ad essi legati. Al secondo piano ,nel soffitto di una delle sale si cela uno dei più grandi misteri del maniero: un mappamondo circondato da una grande “O” e seguito dalla scritta “SPIRITUS INTUS ALIT” (lo spirito alita dentro).Il globo ritrae in maniera pressochè esatta le coste dell’America e quelle dell’Antartide, e tenendo conto che il dipinto risale molto probabilmente ad un periodo compreso tra il 1418 e il 1430,quando Colombo doveva ancora nascere,ci si domanda come possa essere stato creato. Così , lasciando correre lo sguardo sulle pareti del salone baronale a osservare gli affreschi o rilevando la torre principale attorniata dai resti delle altre torri abbattute, tra arte e storia, “leit leit”, incrocio le dita e spero di poter incontrare almeno uno dei tre spiriti per potergli domandare quanto delle leggende sul “Castello di Manta” corrisponda alla realtà.