La Soglia Oscura
Racconti

L’ottavo cigno (Arianna) – di V. Malevolti

Erano circa sei mesi che Arianna cercava un appartamento… Ormai la situazione nella casa in cui abitava era insostenibile. Lei era troppo strana, “il gufo” era l’appellativo più gentile che le veniva rivolto.

Trovò l’annuncio tramite internet: “Affittasi appartamento per tre ragazze, riscaldamento autonomo, camere con bagno privato, cucina con lavastoviglie, lavanderia, sala comune, ampio giardino, euro 200 a posto letto telefonare ore pasti 333-333333 “. Al momento sembrava un annuncio serio , prese appuntamento e si recò a visitare la casa. Decise di trasferirsi subito. Le ragazze erano tranquille, le ricordavano molto due streghette da film, la casa era confortevole , non guardò il giardino. Arianna era una ballerina, il suo più grande sogno era interpretare Odette nel lago dei cigni. Arianna era un ragazza in nero come amava definirsi, Arianna aveva la luna nella pelle ed al chiarore di essa le piaceva specchiarsi, Arianna evitava di uscire al sole per non rovinare il suo adorato candore, Arianna era strana e voleva stare sola con i suoi fantasmi , con la sua musica , con la sua mente…Arianna sognava spesso di essere un cigno… Arianna guardò il giardino delinearsi nella fievole luce della luna piena, un vero e proprio bosco, indossò il suo miglior vestito, un abito lungo e ampio ricco nei dettagli in pizzo sangallo e velluto nero. La gonna tracciava segni tra le foglie rosse e marce sul fondo del bosco, tra statue ricoperte di muffe verdeggianti, angeli e demoni, atleti greci e dee, cerbiatti, cavalli, figure fantastiche, un vero e proprio museo. Ballava in mezzo alle foglie, in mezzo alle ombre e baciava le statue, correva e la gonna si gonfiava ai passi di danza del lago dei cigni, quand’ecco che arrivò alla fine del giardino. Sul suo viso si dipinse lo stupore… Si trovò davanti, colma di nebbia che evaporava ,una fontana che riproduceva un lago, racchiusa tra pareti rocciose e piene di alghe verdi e da esse scaturiva una piccola cascata. Piegate sull’acqua tante rose di marmo e nel centro del lago, intorno ad una piattaforma, una piccola terrazza, scivolavano lenti e regali sette splendidi cigni. Danzavano nell’acqua ma, al suo avvicinarsi, si fermarono e la guardarono; lei pensava fosse un allucinazione e invece la scrutavano. Arianna piangeva, confusa come drogata, sospesa, osservata dai candidi cigni … “Come ti chiami ?” le chiese uno di loro, il più bello. Incredula rispose :”A….Arianna” . Si avvicinò la bordo e le sussurrò: “io sono Romeo… Balla per me, Giulietta..”. La ragazza sorpresa , cominciò a urlare :”non mi chiamo Giulietta , mi chiamo arianna , ariannaaa e voi siete un allucinazione , non parlate, non parlate, non parlateeee!!! ” e corse via, mentre il vestito le si strappava e il bosco le diventava ostile. Raggiunse la sua camere e rimase sanguinante sul pavimento a reggersi la testa e a dondolarsi. Arrivò il sole e con lui il giardiniere. Arianna, in camicia da notte e ombrellino, si recò al lago, i cigni scivolavano tranquilli, qualcuno dormiva altri mangiavano. Tutto nella norma. Un solo cigno, Romeo, se ne stava dentro la grotta tra i fiori di marmo… “Da quando Giulietta è stata portata via dal lago, lui se ne rimane lì e non mangia, non si muove” disse l’uomo. Giulietta secondo il racconto del giardiniere era stata venduta, per abbellire la fontana di una città, poiché era uno dei cigni più belli mai visti; chi la comprò non volle prendere anche Romeo e della sua sposa non se ne ebbe più notizie. Notte e buio come ogni ciclo cicardiano giungono puntuali, Arianna decise di ballare, col suo bianco tutù e le scarpette di raso. Ballava il silenzio, nella piattaforma nel centro del lago… I cigni la guardavano, i cigni la ammiravano, con occhi aperti e vigili i cigni la guardavano. Arianna ballava il silenzio, Arianna amava Romeo, Arianna era Giulietta rinata, Arianna sotto una luna piena baciava Romeo, Arianna ebbe le ali. Il giorno dopo nel lago scivolavano placidi ed eleganti 8 cigni…