La Soglia Oscura
Parapsicologia

Goethe e il doppelgänger – di Gabriele Luzzini

L’immenso Johann Wolfgang Goethe, uno dei massimi poeti europei e dei più grandi letterati della storia, ebbe un rapporto costante e ravvicinato col paranormale.

Il nonno materno, Joahnn Wolfang Texter, era un borgomastro dotato di una sorta di dono profetico. Ma ora entriamo nel dettaglio riguardo ad un episodio insolito che accadde a Goethe e di cui ci riferisce in ‘Aus meinem Leben: Dichtung und Wahrheit’ (Poesia e Verità). Nel 1771, si accommiatò con dolore dalla fidanzata del tempo, Federike Brion, figlia del pastore evangelico di Sesenheim, con la consapevolezza di un addio definitivo. Leggiamo direttamente dalle sue parole cosa accadde… “Stavo cavalcando lungo il sentiero per Drusenheim, quando fui sofraffatto da un presagio tra i più strani. Vidi, con gli occhi della mente e non del corpo, un altro me stesso venirmi incontro per la medesima via, a cavallo, ma con un vestito che non possedevo: grigio-azzurro con fregi d’oro. Mi riscossi e la figura era scomparsa. Otto anni più tardi mi ritrovai, indossando l’abito di quel sogno ad occhi aperti e che avevo messo per caso, su quella strada per fare visita a Frederike”.

Esaminiamo con attenzione ciò che Goethe racconta… Sembrerebbe proprio un incontro con un doppelgänger, una copia spettrale di un essere vivente (l’etimologia corretta del termine è doppel, appunto “doppio”, e gänger, che letteralmente significa “che sta passando”).

goethe Entrando più nel dettaglio, nel folklore di alcune regioni incontrare il proprio doppelgänger è un presagio di morte. Ci si accorge che non è una persona reale (o non appartenente a questa dimensione) poiché non si riflette negli specchi e non proietta ombra. Alcune leggende sostengono che una volta incontrato il proprio doppelgänger, si è destinati ad essere perseguitati da immagini dello stesso. Non è da dimenticare, inoltre, che il doppelgänger è una delle spiegazioni suggerite per il fenomeno della bilocazione. L’apparizione di Goethe si sottrae alla mitologia comune legata al doppio spettrale e il senso della stessa viene abbracciato solo 8 anni dopo, col disvelamento del senso dell’apparizione.

Innanzitutto, esaminando la vicenda da un punto di vista strettamente razionale, è ipotizzabile che il dolore per il distacco abbia generato un’immagine ‘vittoriosa’ di ritorno e che, inconsciamente, il Poeta abbia cercato un abito simile per incontrare nuovamente Frederike. La fantasia o semplicemente l’immaginazione hanno poi infiorettato il resoconto del misterioso ‘doppio’.

Un’altra possibilità potrebbe prendere in esame una sorta di squarcio tra dimensioni simili e contigue oppure un paradosso temporale.

Personalmente, suppongo si sia verificato un fenomeno precognitivo e infatti altri fenomeni nella vita di Goethe fanno supporre che avesse ereditato tale dono dal nonno materno, citato all’inizio di questa breve dissertazione. In breve, il Poeta è riuscito a percepire il suo ‘divenire’ futuro e tale visione ha sortito, probabilmente, un effetto rassicurante, rinsaldando la consapevolezza che sarebbe ritornato da Friederike (dopo 8 anni la situazione sentimentale sarebbe mutata, ma la visione era solo un frammento di futuro).