La Soglia Oscura
Racconti

Un Natale fuori dal comune – di Gabriele Luzzini

Lo stava fissando da un po’. Era inequivocabile. Cercò un volto noto nella sua mente ma non riuscì ad ottenere un abbinamento efficace con qualche nome. Chi diavolo era quella ragazza lentigginosa dai capelli rossi? Sollevò il boccale di birra lasciando una condensa lucida sul piano. Intanto, lei si era alzata dal suo tavolino e si stava avvicinando al bancone. «Vigilia in solitaria, a quanto sembra » ruppe il ghiaccio lei, ormai prossima. Lui ignorò il contatto verbale. Voleva solo essere lasciato solo, tranquillo. Natale sarebbe passato e così pure tutte le seccature che erano ad esso collegate. «Siamo rimasti qui solo noi due e il barman non vede l’ora di partecipare al cenone coi suoi familiari» continuò affabile. «Beh, ma dovrebbe essere quello lo spirito del Natale.» eruppe lui. «E’ da un po’ che cerco di capirne il senso… » disse lei fissandolo sorniona e cercando d’imboccargli una conversazione. L’uomo si aggiustò gli occhiali. Non era stato un buon periodo. Vivianne se ne era andata col suo istruttore di fit-dance e quella sera lo aspettava nient’altro che una casa vuota. Decise, con buona pace del barista, che avrebbe speso alcuni minuti a parlare con quella sconosciuta. «Il senso del Natale è di sentirci tutti un po’ più vicini, come una sorta di Fratellanza universale. Sarebbe bello se fosse sempre così…» azzardò mentre osservava gli occhi indaco della ragazza. «Fratellanza… O Sorellanza universale» corresse lei mentre le labbra si atteggiavano in un buffo sorriso. «Certo… – replicò l’uomo – Alla fine siamo tutti connessi in un abbraccio infinito, solo che una meschinità latente ce lo nasconde». «Quasi che attingessimo tutti ad un’unica forma di Energia» chiosò lei. In fondo al locale, il barista stava sciacquando rumorosamente alcuni bicchieri cercando di attirare l’attenzione su di sé. Era il momento della chiusura e di un commiato imminente. «Perché non passi il Natale con me?» azzardò la fanciulla mentre lui accettava senza quasi accorgersene. Appena furono all’esterno, lei estrasse una sorta di telecomando dalla borsetta e schiacciò il pulsante rosso al centro ma, anziché illuminarsi i fari di un auto parcheggiata, si materializzò dal nulla una sorta di grande disco opalescente. Aveva il diametro di quasi venti metri e si librava in mezzo alla strada. Non c’erano finestrini od oblò ed era particolarmente convesso. L’uomo strizzò gli occhi e si guardò attorno. Ogni auto era ferma e le persone che un attimo prima correvano attorno a lui indaffarate per le ultime compere sembravano congelate, come il fotogramma di un filmato o una cartolina. I colori erano sempre vividi. Semplicemente, non c’era alcun movimento. «Appena partiti, il flusso temporale riprenderà il suo corso…» si affrettò a spiegare lei, chetando una sottile apprensione che cominciava a serpeggiare Lui sorrise e la seguì sulla scala luminosa generatasi sotto l’astronave. Sì, sarebbe stato un Natale fuori dal comune. Anzi… Un Natale dell’Altro Mondo!

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GABRIELE LUZZINI, Parapsicologo e Scrittore