La Soglia Oscura
Parapsicologia,  Misteri

BRIDEY MURPHY, UN CASO MISTERIOSO
di Gabriele Luzzini

I ricordi di vite precedenti possono davvero affiorare durante sedute di ipnosi? C’è un’ampia casistica al riguardo in cui il soggetto svolge un ruolo attivo, come a esempio nelle regressioni, e in cui l’esercizio di memoria conduce a sensazioni e reminiscenze che sembrano appartenere ad altri luoghi ed esperienze mai affrontate.
Il caso di Bridey Murphy ha alcuni aspetti ritenuti controversi ma ha comunque una coerenza e profondità di dettagli che non permettono una spiegazione definitiva.

Tutto iniziò negli anni ’50 e più precisamente nel 1952. Morey Bernstein, oltre ad essere un uomo d’affari a Pueblo (Colorado), si cimentava a livello dilettantistico come ipnotista. Tra i volontari che si affidarono alle sue sedicenti capacità c’era Virginia Tighe, allora ventinovenne, casalinga e madre. E proprio nel corso di una sessione regressiva, in cui l’unico intento era fa affiorare alcuni ricordi d’infanzia della donna, accadde l’impensabile. Infatti, Bernestein suggerì di ‘andare in un altro posto in un altro tempo’ (‘…go to some other place in some other time.’), riferendosi appunto ad episodi della fanciullezza. A rispondere, però, non fu la consueta voce di Virginia Tighe, bensì un’altra, differente e caratterizzata un marcato accento irlandese.
Dopo lo stupore iniziale, l’uomo riuscì a instaurare una conversazione rendendosi conto, dalle parole ascoltate, di aver portato la mente o forse la coscienza di Virginia Tighe nella vita di un’altra persona, vissuta molto tempo prima.
La donna raccontò di essere Bridey Murphy, nata nel 1798 e deceduta nel 1864 a causa delle complicazioni derivate dalla rottura dell’anca. L’ipnotista dilettante registrò le varie sessioni che seguirono, raccogliendo tutte le informazioni che venivano comunicate dalla donna.
Lei spiegò di aver sposato un certo Sean Brian Joseph McCarthy nel 1818 in una chiesa cattolica di Belfast, raccontando anche la quotidianità e le attività svolte, dilungandosi con numerosi dettagli riguardo la famiglia, i parenti e le amicizie.
Quello che sorprende è proprio la descrizione di eventi talvolta banali che si presentavano nella vita di Bridey come, ad esempio, il semplice fatto di occuparsi della spesa in luoghi specifici.

Morey Bernstein decise si scrivere un libro sulla straordinaria esperienza e nel 1956 fu pubblicato ‘The Search for Bridey Murphy’, in cui la vera identità di Virginia Tighe fu occultata dal nome fittizio di Ruth Simmons. Ma non passò molto tempo e il nome vero emerse, con numerose speculazioni al riguardo.
Gli scettici liquidarono il tutto come un’azione scriteriata per ottenere notorietà e conseguenti introiti.

Il dibattito sulla veridicità o meno della vicenda si trascinò per diversi mesi, generando due fronti opposti tra chi considerava tale regressione genuina e chi una maldestra messinscena. Tra le varie obiezioni, il fatto che utilizzasse in fase di ipnosi sia parole coeve all’Irlanda del XIX° secolo, sia altre contemporanee, appartenenti al XX° secolo. Da segnalare che non fu mai trovata traccia di una certa Bridey Murphy nei registri dei battesimi in Irlanda, anche se è nota la negligenza con cui erano conservati tali documenti e perciò non può essere considerata una prova definitiva.
Sicuramente di un certo interesse l’analisi fatta da un quotidiano di Chicago che collegò la conoscenza dell’Irlanda del XIX° secolo a una certa Bridie Corkell, nata e cresciuta in Irlanda e poi trasferitasi a Chicago. Entrata in contatto con la famiglia Tighe, probabilmente aveva raccontato storie della sua terra che poi erano emerse durante le sedute di ipnosi di Virginia, tra cui parole caratteristiche e specifiche che avevano suscitato grande attenzione.

Sicuramente la situazione è più complessa di quel che potrebbe sembrare, suggerendo un possibile stato di fusione mentale tra due personalità o forse anime e giustificando così l’utilizzo di termini moderni statunitensi accanto ad altri più antichi e irlandesi. Ma sono solo speculazioni poiché una soddisfacente risposta definitiva non è stata mai individuata.