Il buon uomo

L’uomo si rigirò svogliatamente nel letto, ancora assonnato. Non aveva alcun desiderio di lasciare le coltri in un giorno così gelido, araldo dell’inverno imminente: era stanco e nauseato dal suo lavoro.
Una luminosità senza vigore filtrava lentamente nella stanza cercando di lacerare il buio, sovrano indiscusso che stentava a lasciarsi delegittimare dall’arrivo del mattino.
Non amava rimanere a casa da solo ma sua moglie Helga ed il piccolo Franz erano partiti il giorno prima per recarsi da nonna Gertrude, immobilizzata a letto a seguito di una brutta caduta.
Sarebbe andato anche lui ad aiutare l’anziana donna nelle faccende domestiche ma doveva lavorare e non era disponibile alcun sostituto!
Appena ne avesse avuto il tempo, avrebbe portato la sua famiglia a godersi una piccola vacanza sulle rive del lago. Una pausa era quel che gli necessitava, staccarsi per qualche giorno dalle sue mansioni che ormai non lo stimolavano più. Era da troppo tempo che faceva lo stesso lavoro…
Un piccolo passerotto, goffo ed instabile sulle sue piccole zampe, saltellava sul davanzale e si stava nutrendo con alcune briciole lasciate dal buon uomo.
Sì, era proprio un’ottima persona, coscienziosa e seria. Non era mai venuta meno ai suoi impegni e tutto ciò che aveva ottenuto, l’aveva avuto onestamente. Non aveva mai trasgredito la legge e mai l’avrebbe fatto.
Semplicemente, Oggi si sentiva proprio insoddisfatto ed annoiato da ciò che faceva. Il suo compito era monotono, sempre uguale e non gli forniva più le emozioni di un tempo…Era così ripetitivo…
Guardò il piccolo pennuto e s’accorse che questi lo fissava. Pareva sorridergli ed invitarlo ad alzarsi.
L’uomo si decise e scese dal letto.
Fece colazione e rapidamente si vestì. Prese gli strumenti di lavoro, un cappuccio nero ed un’ascia, ed andò a compiere la prima esecuzione pubblica della giornata.

 

Tratto da: ‘DI CORVI E DI OMBRE’ di Gabriele Luzzini
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