Un clangore spumeggiante s’abbatte
Con composite creste scevre da pensiero
Che ingannano lo specchio del vero
Ribollendo e schiumando col color del latte.
Le ombre della sera calano inesorabili
Mentre l’Eremita perde la strada
Se la nebbia della Ragione si dirada,
abbandonando riferimenti stabili.
E tutto si fonde nel crepuscolo:
superstizione, fato e qualche inganno
mentre l’eterno meccanismo dello scranno
rammenta all’uomo quanto è minuscolo.
L’Eremita ancora cerca, ancora cammina,
indugia nelle sue orme, sul bagnasciuga
ché il suo percorso è unico, come ogni ruga
mentre il destino si crea e non s’indovina.