Il Demone di Dover

Tutto iniziò verso le 10:00 p.m. del 21 aprile del 1977, nella cittadina di Dover (Massachusetts – USA), quando il diciassettenne Bill Bartlett alla guida della sua auto e in compagnia di due amici, Mike Mazzocco and Andy Brodie, s’imbatté lungo la Farm Street in una strana creatura umanoide.
I fari incrociarono la misteriosa sagoma con testa enorme e arti sottili che rimase ferma per qualche frazione di secondo, forse sorpresa dalla luce improvvisa, per poi sparire dietro al muretto sul quale si trovava e che costeggiava la strada.

Disegno di Bill Bartlett

Proprio per l’esitazione dell’essere, Bill riuscì successivamente a fornire una descrizione molto dettagliata di ciò che aveva visto.
Accostò immediatamente l’auto e raggiunse il muretto, accompagnato dagli amici che però non avevano notato nulla, dato che stavano guardando altrove.
La bizzarria si era dileguata col favore delle tenebre.
Il ragazzo riferì come il mostro non fosse più alto di 120 cm, con corpo sottile, braccia e gambe molto esili e la testa abnorme a forma di uovo: La classica descrizione di un alieno!
Nel corso della deposizione che fece spontaneamente nelle ore successive, Bill riuscì a fornire ulteriori, inquietanti dettagli quali la completa assenza di lineamenti (naso e bocca) e due occhi innaturalmente grandi ma privi di palpebre, caratterizzati da un riflesso vitreo di color arancione. Ribadì che la parte inferiore era sottile e spigolosa, come se la pelle avesse rivestito delle ossa senza alcun strato di muscoli o di adipe e la stessa epidermide appariva ruvida, simile alla carta vetrata (complimenti alla memoria fotografica del ragazzo!).

Disegno di John Baxter

Due ore più tardi, poco dopo la mezzanotte, il quindicenne John Baxter stava ritornando a piedi da un appuntamento con la sua fidanzata. Camminando lungo la Millers High Road, strada che costeggia un’ampia area boscosa, gli sembrò inizialmente di vedere un suo amico poco più avanti, oltre un fossato, e perciò lo chiamò a gran voce senza alcuna risposta.
Si avvicinò rapidamente per raggiungerlo e si accorse di trovarsi davanti qualcosa di incredibile.
Il ragazzo tentò di comunicare verbalmente ma l’essere si nascose tra le ombre.
John fece appello a tutta la sua spavalderia e si avvicinò, restando a circa sei metri. Vide piuttosto chiaramente la silhouette, vicino ad un albero, con gli occhi che brillavano al buio e la testa insolitamente grande, sproporzionata rispetto al resto del corpo, almeno secondo i canoni umani. La creatura si muoveva dondolando, come fanno le scimmie.
Il fossato non gli permise di avvicinarsi ulteriormente.

Successivamente, ci fu l’avvistamento da parte di Will Taintor, un diciottenne conoscente di Will Bartlett, il primo testimone. Passando con un amico per Springdale, si trovò davanti l’insolito umanoide. L’unico particolare differente segnalato riguardava il colore degli occhi che sembravano essere diventati di colore verde e non più arancione. Tale variazione fu riscontrata anche da una ragazzina, Abby Brabham, che notò una presenza misteriosa in piedi, accanto a un albero, come era già successo la sera prima.
Oltre agli avvistamenti sopra raccontati, ne sono stati effettuati molti altri ma fu la stampa che, iniziando a occuparsi del caso, lo definì ‘Il Demone di Dover’.

I testimoni furono interrogati in diversi momenti dalla polizia locale ma le deposizioni non subirono alcuna variazione o incertezza. Inoltre, sia i ragazzi che le loro famiglie godevano di grande credibilità e stima presso la comunità di Dover e le testimonianze furono considerate attendibili.
Le apparizioni sicuramente non furono frutto dall’abuso di alcool anche se Will Bartlett affermò che lui e i suoi amici stavano andando a bersi una birra.
L’agente Walter Webb, tra i primi a raccogliere la deposizione, confermò che nessuno di loro si trovava sotto l’effetto di droghe ed erano estremamente lucidi.
Alcuni scettici, per spogliare di mistero le bizzarre situazioni, hanno ipotizzato un puledro o un cucciolo di alce scambiato per un misterioso alieno. Ma, a voler puntualizzare, i puledri e le alci non si reggono sulle zampe posteriori e non riescono neppure a scalare i muretti.

Loren Coleman, un noto criptozoologo del Maine, è convinto che gli avvistamenti siano credibili, in seguito anche alle interviste che fece ai protagonisti nella settimana successiva alla comparsa del ‘Demone di Dover’ ma esclude ogni possibile connessione con eventuali criptidi noti quali il Sasquatch oppure il chupacabras, arrivando a ipotizzare una nuova creatura.

Ora, proviamo a prendere in considerazione alcuni elementi paralleli che intersecano le narrazioni. Gli avvistamenti sono avvenuti in un’ipotetica linea retta di sole due miglia e, soprattutto, effettuati vicino all’acqua. Questo particolare è piuttosto interessante e lo affronteremo nel dettaglio tra poco.
L’area attorno a Dover, come peraltro conferma il sopra-citato Loren Coleman, nel corso dei secoli è sempre stata teatro di misteriosi avvistamenti come addirittura quello di un diavolo a cavallo nel lontano 1600.

Sempre a Dover, Mark Sennott sostenne che nel 1972 (quindi appena 5 anni prima del ‘Demone’) abbia visto nei boschi che costeggiano la strada un essere con gli occhi luminosi. I fari dell’auto la incrociarono ai bordi di uno stagno suscitandogli un forte sgomento.
Riepilogò così l’incredibile incontro: “We saw a small figure, deep in the woods, moving at the edge of the pond. We could see it moving in the headlights. We didn’t know.” (Abbiamo visto una piccola figura, nel profondo del bosco, muoversi sul bordo dello stagno. Lo vedevamo muoversi davanti ai fari. Non sapevamo cosa fosse).

Ancora uno specchio d’acqua… Ora ci ricongiungiamo a quanto evidenziato sopra e cioè la presenza della stessa nei pressi di ogni avvistamento.

Il folklore degli indiani Cree e dei Mohicani che si stanziarono nel Massachusetts racconta di creature umanoidi che vivono nelle vicinanze di fiumi, laghi, stagni che sono chiamate ‘Mannegishi’.
Vengono descritti come veri e propri ‘piccoli uomini’, dotati di arti lunghi e sottilissimi, completamente glabri e dagli occhi giganteschi. Gli stessi pellerossa attribuiscono a loro i pittogrammi rinvenuti nelle caverne lungo i fiumi Taunton, Charles, Merrimack e Connecticut.
La tradizione sostiene che siano polidattili e cioè con 6 dita per mano, elemento comune a diverse divinità, e che si divertano a fare terribili scherzi ai pescatori e cacciatori che si addentrano nel loro territorio.
Forse i Cree e i Mohicani avevano tradotto in leggende degli incontri avvenuti con questi strani esseri?

Dal 1977 non si hanno più avuti avvistamenti confermati del ‘Demone di Dover’ anche se talvolta, anche in tempi recenti, vengono presentati filmati e fotografie di dubbia autenticità.

Questo mistero rimane senza alcuna soluzione definitiva offrendoci diverse ipotesi che, peraltro, sono in aperto contrasto tra loro:
1)Semplice burla architettata dagli adolescenti di Dover, anche se non è ben chiaro il motivo, non avendo poi avuto alcun vantaggio dalla cosa.
2) Una burla messa in opera da altri a danno dei protagonisti della vicenda ma è difficile che nei mesi successivi all’avvistamento gli autori non siano venuti alla luce
3) Allucinazione collettiva, pur essendo decisamente improbabile che sia potuta avvenire in luoghi e momenti diversi
4) Animale del bosco, nonostante la descrizione non coincida con nessuno di essi ma è anche vero che le ombre notturne tendono a deformare ciò che si vede
5) Criptide
6) Alieno
7) Demone proveniente da un’altra dimensione

Certo, pensare che sia stato uno scherzo per molti può risultare rassicurante ma le parole di Will Barlett, a distanza di anni, suggeriscono una genuinità nell’esperienza vissuta.
Infatti, il ragazzo rimase così scioccato da ritornare sull’argomento anche molto tempo dopo, non avendo mai trovato una risposta plausibile in grado di assopire le inquietudini che la visione gli aveva provocato: ”This definitely wasn’t [a fox or animal]. It was some kind of creature with long thin fingers. More human-like in its form than animal… I’ve always tried to guess what it was. I never had any idea. I wasn’t trying to be funny. People who know me know I didn’t make this up.” (‘Questo sicuramente non era [una volpe o un animale]. Era una specie di creatura con dita lunghe e sottili. Nella sua forma era più umana che animale … Ho sempre cercato di capire di cosa si trattasse. Non ne ho mai avuto idea. Non stavo cercando di fare una burla. Le persone che mi conoscono sanno che non l’ho inventato.’)

Se transitate nei pressi di Dover e vi trovate vicino a un corso d’acqua, tenete pronta la macchina fotografica… Magari riuscirete a catturare un’immagine autentica dell’inafferrabile demone.