La Suora del Mistero

Come molte leggende urbane, le testimonianze riguardanti ciò che vi sto per illustrare si sono affievolite nel corso negli anni ma la storia è davvero suggestiva e ci permette di fare alcune considerazioni al riguardo.
Attorno al 1970, ci furono una serie di rapporti della polizia stradale inerente ad alcuni episodi avvenuti su strade secondarie in Austria.
Più di un guidatore si era imbattuto in una suora ferma lungo la via e, una volta accostato per verificare se stesse bene, la donna saliva a bordo senza indicare la meta.
L’auto riprendeva la sua corsa ma la religiosa parlava esclusivamente in latino o comunque in una lingua molto simile.
A un certo punto del tragitto, la suora iniziava a parlare molto rapidamente, colta da un fervore divino, per poi letteralmente sparire all’improvviso. Come se non fosse mai salita a bordo del veicolo.
Le descrizioni fatte dai malcapitati erano sommarie e spesso non coincidevano, sembrava quasi che i testimoni filtrassero attraverso il loro immaginario oppure se avessero incontrato entità differenti.
Qualche esperienza di questo tipo avvenne anche in alcune zone limitrofe all’Italia e si diffuse la diceria che la misteriosa autostoppista potesse essere vista solo da persone di fede cattolica che presto sarebbero morte e quindi fosse una sorta di segnale di chiudere rapidamente le varie vicende terrene per garantirsi un trapasso senza problemi.

Rispetto ai classici ‘fantasmi autostoppisti’ ci sono numerosi elementi che differiscono completamente e infatti i vari guidatori non ebbero un riscontro successivo della sorte della passeggera, tipico invece delle leggende urbane relative.
La struttura classica prevede l’interazione tra guidatore e ospite che chiede di essere accompagnato vicino al cimitero o nei pressi di una casa. Ritornando il giorno successivo, il protagonista trova la tomba dello strano autostoppista (lo riconosce dall’immagine sulla lapide) oppure scopre che lo ha portato alla dimora dei genitori i quali, mostrando una fotografia, testimoniano la sua morte, avvenuta anni prima (spesso per un tragico incidente).
DI solito, i ‘fantasmi della strada’ sono localizzati nei pressi del luogo in cui è avvenuta la loro morte mentre nel caso della suora ci muoviamo in spazi ben più ampi e per nulla circoscritti.
Infine, un elemento che stravolge completamente la narrazione classica è il ‘ruolo’ e cioè quello di suggerimento non manifesto per il guidatore di sistemare le cose in sospeso.
Ci sono sicuramente dei punti di contatto con la banshee del folklore scozzese e irlandese ma ricordiamo che queste ultime non sono spettri bensì creature fatate del ‘Piccolo Popolo’ il cui nome deriva appunto dal gaelico ‘bean’ (donna) e ‘sith’ (fata).
Eppure, sono presenti numerosi elementi in comune, tra cui il grido doloroso della Banshee assimilabile alla litania in latino che accelera per poi concludersi con la scomparsa, come se per entrambe fosse necessaria una traccia sonora e raggiungere una particolare frequenza ultraterrena per evidenziare la propria esistenza.
Il più evidente, oltre a essere entrambe di sesso femminile e soggetti fortemente identificativi della religione che rappresentano, è certamente la funzione di presagio. La Banshee col suo pianto lamentoso segnala la prossima dipartita di un membro del clan a cui è legata e anche la monaca è foriera di un evento luttuoso.
Infine, entrambe si presentano indossando un velo.

La figura della suora evanescente non è nuova nel folklore moderno ed esiste anche una versione in cui la figura monacale parla la medesima lingua del guidatore anche se non interagisce mai direttamente con lui. Parla di sventure imminenti e vaticina catastrofi, per poi scomparire. Questa versione ha una diffusione maggiore anche se forse con meno appeal (ah, il fascino e l’autorevolezza del latino…).
È possibile che il fenomeno paranormale sia in realtà una proiezione del subconscio della persona al volante che in questo modo esterna le sue paure.
Il fatto che molti tra coloro che ebbero il misterioso incontro fossero autisti di camion potrebbe supportare tale considerazione, valutando gli orari a cui erano sottoposti, lo stress e le lunghe ore di viaggio. Negli anni ’70 i veicoli non erano ovviamente dotati degli attuali comfort e conseguentemente i tragitti erano fatti in condizioni non proprio agevoli.

Il fenomeno, così come era comparso, si esaurì e non ci sono state più testimonianze al riguardo, quasi che la suora del mistero avesse trovato infine il suo passaggio definitivo.