La Soglia Oscura
Parapsicologia

Il Museo del Purgatorio – di Gabriele Luzzini

Luogo: Roma (Lazio)

Passeggiando sul Lungotevere Prati, si nota con facilità la chiesa del Sacro cuore del Suffragio, in stile neogotico, con le su forme ardite che le hanno fatto guadagnare l’appellativo di ‘Duomo in miniatura’. Costruita dall’architetto Gualandi su un terreno acquistato dal missionario don Victor Jouët, nasconde al suo interno un insolito e inaspettato museo.
Ma prima è necessario narrare alcuni eventi che determinarono la creazione della straordinaria raccolta.
Sul terreno in cui successivamente fu edificata la chiesa, sorgeva una piccola cappella dedicata alla Vergine del Rosario che il 15 settembre 1897 andò distrutta a causa di un incendio. Quando il rogo fu domato, con grande sorpresa dei soccorritori, fu notato che sopra ad uno dei pilastri ancora in piedi era rimasta un’ombra di fuliggine che ricordava la testa di un uomo. E mentre cercavano di sistemare e recuperare quanto più era possibile, emergevano altre figure sulle mura che non erano crollate. Addirittura, al di sopra dell’altare maggiore era apparso un volto ghignante che fu immediatamente attribuito al diavolo. Almeno, così raccontano le cronache dell’epoca.
E’ da segnalare che il profilo diabolico fu notato proprio nell’area da cui presumibilmente era scoppiato l’incendio ma non è da escludere che sia un dettaglio postumo alla vicenda, per alimentare la superstizione dei popolani.
Peraltro, secondo alcune fonti, quando scoppiò l’incendio la chiesa era già edificata e che quindi non ha sostituito una precedente costruzione. In ogni caso, furono le strane sagome, attribuite ad anime infelici, che spinsero Victor Jouët ad intraprendere un viaggio in Europa alla ricerca di altre testimonianze di quel tipo. E infatti il museo che si trova all’interno della sagrestia della chiesa è il risultato di tale ricerca, protratta negli anni, e che ha permesso di raccogliere reperti che sarebbero le ‘prove’ delle anime in transito, bloccate nel purgatorio e che chiedono ai vivi di aiutarli nel ‘passaggio’ con preghiere e messe di suffragio. Il missionario marsigliese, quindi, fondò l’Associazione del Sacro Cuore di Gesù per il suffragio delle anime del Purgatorio e alla collezione, che cominciò ad essere presentata a partire dal 1900, fu dato il nome di ‘Museo delle anime del Purgatorio’. L’esposizione fu però ridotta nel 1921 dal successore di Jouët, Don Gremigni, che lasciò solo i pezzi considerati inequivocabilmente autentici.
La collezione è conservata all’interno di ampi armadi e teche ed è composta principalmente da breviari, vestiario, tessuti, pezzi di legno e fotografie recanti impronte e segni generati tramite il fuoco da quel che si ipotizzano essere spiriti inquieti.


Tra i reperti più interessanti e al contempo sinistri c’è da segnalare la camicia di Giuseppe Leleux de Mons sulla cui manica appare una bruciatura che ha indiscutibilmente la forma di una mano. La nota relativa ci segnala che l’episodio avvenne il 21 giugno 1789 nella cittadina di Wodecq-Mos. La storia fu raccontata da Leleux de Mons stesso il quale, dopo 11 notti di rumori inspiegabili nella sua dimora, vide comparire sua madre, scomparsa 27 anni prima. Il fantasma chiese messe di suffragio ed intimò al figlio di abbandonare la vita dissoluta che stava conducendo. Per lasciare una prova tangibile di quel che era accaduto, lo spettro appoggiò una mano sulla camicia, lasciando l’impronta soprannaturale. Inutile dire che, dopo tale episodio, Giuseppe Leleux de Mons divenne una persona irreprensibile e fondò addirittura una pia congregazione laica.
Un altro episodio interessante, di cui però rimane una fotocopia sbiadita, riguarda una banconota da 10 lire, con evidenti segni di bruciatura, che l’anima di un religioso defunto aveva lasciato nel 1920 nel monastero di San Leonardo di Montefalcone insieme ad altre banconote, così da convincere i monaci a dedicargli una messa.
E ancora, il berretto da notte appartenuto a Luigi Le Sénéchal (Ducey – Francia) la cui moglie Luisa, morta da anni, comparve in una notte del 1875 per chiedere preghiere e lasciando un’impronta infuocata sul copricapo, come dimostrazione da presentare alla figlia dell’esistenza dell’Aldilà.
Ma perché tali segni sono generati dal fuoco? Forse perché una sorta di ‘fiamma spirituale’ avvolge le anime del Purgatorio? O forse perché gli spiriti, durante la transizione da questa dimensione ad un’altra, generano una vibrazione tale da produrre un simile fenomeno? E se fossero fenomeni pirocinetici prodotti da chi ha assistito alle apparizioni? I reperti e le fotografie disponibili sono diversi e perciò se transitate nel Rione Prati di Roma, a circa un chilometro dalle fermate della linea A della metropolitana, potrete osservare degli oggetti che vi faranno riflettere a lungo.

Tratto da: Oltre i Margini del Possibile – Gabriele Luzzini