
LA PROFEZIA DEI PAPI
di Monica Porta
Una profezia che attraversa i secoli, un mistero che avvolge la storia della Chiesa: chi era davvero San Malachia e cosa ci raccontano le sue enigmatiche visioni?
Maelmaedhag Ua Morgair nacque nel 1094, in Irlanda. Morì nel 1148 e divenne famoso con il nome di San Malachia.
Di origini nobili, San Malachia fu istruito dall’abate di Armagh e ordinato sacerdote nel 1119.
Fu abate di Bangor nel 1123 e, successivamente, vescovo di Connor.
Destinato dal suo mentore a diventare abate di Armagh nel 1129, visse i due anni seguenti difendendosi da persecuzioni e calunnie di Niall, parente del defunto abate di Armagh, che ne reclamava la carica.
E vinse la battaglia, conquistando l’ambito Bachal Isu (il bastone di Gesù) proprio da Niall. Malachia divenne, quindi, arcivescovo di Armagh per poi lasciare l’incarico nel 1137, iniziando a viaggiare.
il suo spirito inquieto lo spinse a percorrere strade lontane. Raggiunse prima Roma, in visita da papa Innocenzo II, poi in Francia, a Clairvaux, per conoscere di persona l’abate Bernardo.
Malachia fu un uomo colto, amato dal popolo e dal clero, cosa assai difficile da conciliare a quel tempo. Ma la sua eredità non si limitò alla sua opera pastorale.
È nelle sue profezie che il nome di San Malachia raggiunse un posto eterno nella storia.
Qui la storia si divise.
Alcuni sostennero che San Malachia non fosse l’autore della celeberrima raccolta di profezie, adducendo l’opera a un falsario, un certo Alfonso Ceccarelli, vissuto nel Cinquecento o a qualcuno di sua conoscenza.
Altri l’attribuirono proprio a San Malachia.
Arnold de Wion, storico benedettino francese, nel 1595 scoprì il manoscritto denominato “La profezia dei papi” nella biblioteca vaticana e lo incluse nel suo libro, intitolato Lignum Vitae, spiegando che, sebbene non fosse mai stato pubblicato, in molti ne avevano sentito parlare per tradizione orale ed erano curiosi, addirittura ansiosi, di poterlo leggere integralmente.
Eccovi alcuni motti calzati dall’interpretazione più diffusa:
Lumen in coelo (Luce nel cielo) per Leone XIII (2 marzo 1810 – Roma, 20 luglio 1903), detto anche il Papa delle Encicliche, rappresentato dal blasone contenente anche una cometa.
Pastor et nauta (pastore e navigatore) per Giovanni XXIII (25 novembre 1881 – Città del Vaticano, 3 giugno 1963), patriarca, il pastore di Venezia.
De medietate lunae (La mezza luna), attribuita al brevissimo papato di Giovanni Paolo I che rimase in carica per soli 34 giorni.
De labore solis (Il travaglio del Sole) fu attribuito a papa Giovanni Paolo II, nato durante un’eclissi di Sole, instancabile viaggiatore.
Per De gloria olivae (gloria dell’ulivo), ossia dell’albero caro al giudaismo e simbolo della pace si ipotizzò la dualità prima di Benedetto XVI e poi del grande papa Francesco, amato da tutti.
Da qui tutto si fa più incerto.
Petrus Romanus (Pietro di Roma) è l’ultimo Papa indicato nella profezia, ma sappiamo che nessun Pontefice può attribuirsi il nome di Pietro.
Pertanto, si potrebbe ipotizzare che l’autore fosse a corto di idee e preferì chiudere con una provocazione.
Che si tratti di leggenda o di verità, la profezia di San Malachia continua a suscitare interrogativi e suggestioni.
E se il prossimo Papa fosse italiano, quale sarebbe il suo motto nella storia?
Ci basterà aspettare ancora qualche giorno per scoprire la verità delle carte.
Bibliografia tratta da:
Mistero & Realtà – Selezione dal Reader’s Digest
Fonti Web