L’ignoto è il terreno fertile che nutre le nostre incertezze, costantemente in bilico tra illusione e realtà. Rimane nascosto tra i resoconti di sciagure e di rado riusciamo a collocarlo in un preciso arco temporale o fisico. Ma quando, invece, accade, il sipario si alza, interrompendo il velo ad annebbiare la vista. L’idillio dura soltanto un attimo, poi l’istante di lucidità si trasforma in qualcos’altro. Così la realtà che percepiamo comprende l’ignoto, trasformandolo in leggenda.
Il Triangolo delle Bermuda ne racconta di spaventose. Comprende il tratto d’oceano delimitato dalle isole Bermuda, il nord della Florida Meridionale e le Bahamas che con la loro posizione formano un immaginario triangolo della morte. In passato fu il centro di episodi inquietanti. Navi che scomparivano per poi riapparire, prive di equipaggio. Aerei che smarrivano la rotta senza lasciare traccia sui radar. Lungi dall’essere abbandonata, è ancora una rotta commerciale e turistica ideale per attraversare il mondo. Le statistiche oggi confermano che il rischio di mortalità nella zona definita come “il Triangolo delle Bermuda” non è superiore alle altre parti del mondo. Di certo, non tale da impedirne i viaggi, specie quelli intercontinentali.
Nel mondo esistono altre undici aree simili al Triangolo. Circondano il globo e sono denominate “i dodici cimiteri del diavolo”. Si collocano negli oceani, intorno al 30-36° grado di latitudine nord e sud, in eguale misura nell’emisfero settentrionale e in quello meridionale, inclusi i due poli. La loro disposizione simmetrica potrebbe essere indicativa. Il caos si manifesta senza un ordine preciso, il suo contrario, invece, presuppone un progetto finalizzato a uno scopo. Ma quale?
Secondo una delle teorie più accreditate, masse continentali in continuo movimento si espandono verso Est. Sono situate in punti nodali, dove le correnti calde oceaniche che seguono il nord incrociano quelle fredde di direzione opposta. Le correnti superficiali di marea si trovano, pertanto, ad avere diverse temperature, generando vortici magnetici intorno ai dodici cimiteri. Le comunicazioni radio sono disturbate e l’illusione della scomparsa completa dei veicoli che vi transitano potrebbe essere un effetto collaterale del fenomeno, esposto a particolari condizioni.
I casi più illustri di sparizioni di navi e aerei sono documentati in epoche diverse. Contemporaneamente, ci sono stati avvistamenti di oggetti non identificati, classificati sistematicamente dalle autorità come “allucinazioni di massa”. Nonostante ciò, le Forze Aeree degli Stati Uniti hanno fornito ai propri piloti un regolamento con istruzioni precise da seguire in caso di avvistamento di un “UFO”. Notate anche voi l’incoerenza?
I cimiteri più conosciuti sono quelli con il più alto indice d’incidenti. Il sinistro primato lo detiene il Triangolo delle Bermuda. E’ il più famoso perché ancora oggi rappresenta una delle rotte più trafficate. Mentre il “Triangolo del Diavolo”, collocato a sud est del Giappone tra Iwo Jima e l’isola Marcus, è stato dichiarato da tempo “off limits” dalle autorità giapponesi perché zona pericolosa.
Gli effetti che producono sull’opinione pubblica sono quanto mai divisi. I teoreti del complotto ipotizzano che le anomalie del passato derivassero dall’attivazione di strumenti provenienti dalle antiche civiltà di Atlantide e Mu, poi distrutte nel corso del tempo (leggende stabiliscono la loro ubicazione proprio in questi due tratti di oceano, anche se c’è chi sostiene che la prima si trovi ancora sepolta nel Mediterraneo). Altri sostengono che entrando nella nostra atmosfera e generando tempeste magnetiche, forze aliene abbiano potuto provocare i danni sopra esposti.
I più scettici sostengono, invece, che le leggende dei naufragi del passato siano soltanto il frutto di amplificazioni di tragedie avvenute per cause naturali dovute ad avverse condizioni meteorologiche, approssimativamente documentate, che abbiano alimentato il “business” letterario.
Io penso che questi dodici spazi d’ombra siano delle zone di transito dove le leggi che governano la Terra si possano alterare. Sono i respiri della Terra, canali naturali, dove anche il tempo può deformarsi, se opportunamente sollecitato.
Oggi le telecomunicazioni permettono un controllo capillare del territorio, proiettando un film certamente diverso dal passato. Potrebbe essere questa la ragione per la quale gli avvistamenti extraterrestri si siano diradati fino a scomparire, insieme alle alterazioni descritte dalle cronache?
Il globo terrestre è una macchina stupenda, un ingegnoso prodigio che si regge sfruttando l’elettromagnetismo, ma è anche vero che non comprendiamo ancora del tutto il meccanismo che regola la vita sul pianeta.
Per ora, tutto ciò rimane un affascinante enigma.
Quello che, invece, credo si possa affermare con la concretezza di un fatto è che la Terra è viva. Malata e sofferente, vittima di inquinamento e ignoranza, ma ancora viva ed è per questo che respira.