TUTTE LE PUBBLICITÀ SONO SUBLIMINALI 5
di Gianfranco Galliano
Pagina pubblicitaria d’una rivista popolare del 2006 che reclamizza una crema contro la cellulite:
Descrizione
Sullo sfondo, cielo e mare neutri nella loro bellezza e tranquillità estiva. La modella è inquadrata da dietro in piano americano, ma solo fino alla schiena. La pelle abbronzata contrasta con uno slip bianco sfilacciato e arrotolato sui fianchi. La mano sinistra sulla costa delle mutandine indica che forse sta per togliersele. Il prodotto, un contenitore verde su sfondo bianco col tappo posto accanto ad esso, è collocato in basso sinistra, appena sotto la mano. Il testo si trova in alto e in basso a destra.
Indagine
Nella pubblicità, la componente erotica è comunissima: le immagini femminili o maschili sono per lo più volte a suscitare invidia (a causa della loro inimitabilità) o emulazione nel sesso rappresentato e desiderio nell’altro. Quando viene pubblicizzata una crema contro la cellulite attraverso un perfetto sedere femminile, l’invidia/emulazione della donna viene superata simbolicamente con l’uso del prodotto e il desiderio dell’uomo esaudito altrettanto simbolicamente spingendo la donna all’acquisto della crema , di solito in forma indiretta (basta un apprezzamento in forma più o meno coperta verso la modella); nel caso l’immagine venga vista distrattamente e separatamente da maschio e femmina, come accade nel novanta per cento delle occasioni, essa andrà a finire nel calderone degli stimoli sessuali inespressi, insoddisfatti e repressi, ma sarà sempre pronta a far capolino insieme a mille altre al momento di un acquisto del quale non si saprà determinare l’origine precisa. In generale, le pagine pubblicitarie che riguardano il corpo tendono a non mostrare i volti di modelle o modelli: oltre a far concentrare sulle parti da trattare, ciò consente al pubblico di mettere il proprio viso – in maniera inconsapevole – al posto di quello assente. Nella nostra immagine in particolare, se si isola il frammento relativo alla mano e al prodotto e lo si fa ruotare orizzontalmente, ci troveremo di fronte a un ordine preciso: l’indice ( una Freccia con la “F” maiuscola anche nel senso che la mano ha qualche parentela con quella del “Giudizio universale” michelangiolesco) vuole che inconsciamente guardiamo e compriamo la crema, mentre la nostra attenzione cosciente di seduttrici e sedotti è rapita dal fondoschiena che sta per svelarsi: non a caso viene cristallizzato il movimento della mano che sta per abbassare le mutandine, gesto che è il vero centro e snodo fra consapevolezza e ipnosi della pagina. Esse, poi, totalmente inverosimili, non si possono neppure chiamare così: sono piuttosto un velo sottile e morbido pronto a sfaldarsi da un momento all’altro e insieme una sorta di selvaggio perizoma da cavernicola (per questo sono sfilacciate), quanto di più prossimo a un nulla, però coprente e bianco per attirare l’occhio: un rinforzo alla mano che è sul punto di abbassarle. Si noti che la posizione della modella non ci consente di vederne il braccio sinistro, così che la nostra attenzione non venga distolta da altre frecce che darebbero indicazioni contraddittorie. Dulcis in fundo, l’indice punta verso il contenitore a cui è stato svitato il tappo: in questo modo si evidenzia certo come deve essere utilizzato dalla consumatrice, ma anche la sua forma fallica orientata verso il gluteo.