TUTTE LE PUBBLICITÀ SONO SUBLIMINALI 9
di Gianfranco Galliano
PSBN, Capire la storia, vol. 3, B. Mondadori, pag. 32; un manifesto bellico americano utilizzato sia nella I che nella II guerra mondiale
Descrizione
In mezzobusto frontale, c’è un personaggio dallo sguardo severo con capelli lunghi e grigi, barbetta dello stesso colore, vestito di una giacca blu con colletto di velluto blu più scuro e camicia bianca con colletto rialzato fermato da un fiocco rosso; in testa porta un cilindro bianco con fascia blu su cui spicca una grossa stella bianca. Guarda il fruitore dritto negli occhi e gli punta contro il dito della mano destra. Sotto la figura si legge:
I WANT YOU
FOR U.S. ARMY
NEAREST RECRUITING STATION
I caratteri di “I want […] for U.S. Army” sono neri bordati di rosso, “You” è in rosso bordato di nero e la scritta “nearest recruiting station” è nera. L’intero manifesto è bordato da linee blu, bianche e rosse che lo racchiudono in un rettangolo posto in verticale.
Indagine
La tecnica a pennello dà l’idea dell’urgenza della chiamata alle armi, così come il disegno che pare tirato via in modo sommario, non finito: oltre a una parte del corpo, manca per intero il braccio sinistro, il che evoca anche una ferita (amputazione) tipicamente bellica. YOU deve metterci il braccio che manca? Certo. In altre parole, senza quel rosso YOU che trova un corrispettivo cromatico nel fiocco non si può combattere. La mancanza del braccio si può leggere contemporaneamente, e più ovviamente, come una maniera per eliminare qualunque effetto che distragga l’attenzione del fruitore dall’ordine. Il dito che ingiunge imperioso, su uno sfondo dell’abito più scuro a causa dell’ombra, è solo una parte – quella più scoperta e pertanto meno rilevante a livello persuasivo profondo – dell’opera di convincimento dell’US ARMY: infatti, sopra YOU si trova la firma dell’autore, il che da un lato offre una personalità in carne e ossa a quel TU troppo generico di cui si rivendica il sangue per l’esercito americano, mentre dall’altro indica cosa occorre fare per arruolarsi: firmare. Infine, se in maniera aperta lo Zio Sam ti ordina di arruolarti (col dito minaccioso), di nascosto fa la stessa cosa con quella firmetta che TU devi apporre “al più vicino centro di reclutamento”. (P.S. Il fatto che nella bordatura si percepiscano subito le linee blu e rossa, ma non quella bianca che le divide – a causa del suo carattere neutro – è una buona metafora del messaggio pubblicitario nella sua essenza più profonda: ciò che non si percepisce, ma che determina tutto il resto.)
Nota. Se si dovessero trovare delle similitudini fra le immagini proposte fin qui la più evidente risulterebbe forse essere quella fra la pubblicità della crema anticellulite e I WANT YOU: nella prima manca un braccio, così come nella seconda, per le medesime ragioni (fare in modo che il pubblico non distolga la propria attenzione dall’estremità che è invece rappresentata); nella prima, la mano è fondamentale nel messaggio nascosto quanto nella seconda lo è in quello manifesto. È interessante notare come si possano utilizzare gli stessi elementi formali per vendere indifferentemente contenuti del tutto eterogenei come una crema contro la cellulite e una guerra. A questo proposito vale forse la pena di citare due esempi letterari: L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón, romanzo nel quale per ben cinque volte, a debita distanza l’una dall’altra, si cita la caramella Sugus (realmente prodotta!) e Le Vide di Patrick Senécal, nel quale in quattro occasioni separate da interi capitoli il protagonista allude (non senza malizia e razzismo) all’omosessualità nascosta di un personaggio. In entrambi i casi è evidente come la subliminalità, volontariamente o meno qui non importa, possa esser messa al servizio tanto di un’industria dolciaria quanto dei crociati antilgbtqia+.