Tra le indagini paranormali più note, è di particolare rilevanza quella che interessò la controversa infestazione di Enfield, sia per la documentazione prodotta che per le discussioni poi seguite.
Gli eventi avvennero nel quartiere londinese di Enfield nell’agosto 1977 per poi protrarsi fino al 1979 e coinvolsero la signora Peggy Hodgson e i suoi quattro figli: Margaret, Janet, Johnny e Billy. Dapprima si presentarono fatti inspiegabili ma di impatto contenuto, poi la situazione deflagrò in una violenta spirale di terrore.
Tutto cominciò una sera d’agosto del 1977 quando Peggy sentì dei rumori dalla stanza delle due figlie e pensò che stessero litigando. Quando aprì la porta, le due bambine impaurite con le spalle alla parete sostenevano che la cassettiera si era mossa da sola. La donna, inizialmente scettica, vide a sua volta il mobile spostarsi, spinto da forze invisibili. Era molto pesante e lei stessa non sarebbe riuscita a muoverlo da sola. La signora Hodgson, non sapendo come gestire la situazione, si rifugiò coi quattro bambini dai vicini, i coniugi Nottingham.
Dopo che il signor Nottingham ispezionò la casa, sentendo anche lui rumori inspiegabili, Peggy chiamò la polizia e sopraggiunsero due agenti. Entrambi udirono colpi provenire dai muri e uno dei due, entrato nella dimora per verificare la presenza di estranei, sostenne di aver visto una sedia muoversi da sola. Suggestione oppure c’era davvero qualcosa di anomalo in quella casa a Enfield?
I fenomeni si acuirono nei giorni successivi: oggetti che si muovevano autonomamente, utensili piegati o addirittura rotti, suoni che provenivano da zone della casa in cui non c’era nessuno, spinte e azioni fisiche nei confronti dei membri della famiglia Hodgson oltre ad alcuni fenomeni di levitazione. Addirittura, si giunse alla presunta possessione dell’undicenne Janet da parte di diverse entità.
Ciò che stava accadendo in quella casa arrivò alla redazione della testata ‘Daily Mirror’ che cominciò a interessarsi della vicenda e la portò all’attenzione pubblica.
Diversi studiosi si avvicendarono per comprendere il fenomeno ma l’indagine più completa e dettagliata fu svolta dagli investigatori del paranormale Maurice Grosse, membro del SPR (Society for Psychical Research), e dallo scrittore e ricercatore Guy Lyon Playfair. I due frequentarono l’abitazione per 13 mesi, fecero diverse veglie notturne e riuscirono a documentare una serie di situazioni incomprensibili.
Tra queste, lo spostamento di oggetti senza apparente causa visibile come già riferito dalla famiglia Hodgson oppure le trance di Janet, durante le quali parlava con voci completamente differenti che affermavano di essere spiriti di persone decedute.
Esistono nastri magnetici contenenti le registrazioni che documentano questi possibili straordinari contatti con l’Aldilà.
Anche i celebri ricercatori Ed e Lorraine Warren si occuparono della vicenda seppur in modo più marginale rispetto a quanto riportato nel film ‘The Conjuring 2’.
Un punto di attenzione merita quanto accadde a Janet Hodgson, all’epoca undicenne, che fu fulcro e bersaglio di diverse situazioni da brivido.
Come sopra accennato, la bambina cadeva in uno stato di perdita di coscienza e parlava con differenti toni ma uno in particolare destò l’attenzione dei testimoni. Con voce profonda ma al contempo ruvida (inadatta a una ragazzina), affermava di essere Bill Wilkins, il precedente proprietario della casa.
Mentre nelle altre voci di presunti disincarnati emesse da Janet non c’erano riscontri oggettivi, in questo caso la situazione si rivelò ben più complessa.
Infatti, fu confermato che un certo Bill Wilkins aveva vissuto lì, morendo per un’emorragia nel salotto di casa.
Il caso, come dicevo all’inizio, ha comunque suscitato diverse perplessità, proprio per i risultati stupefacenti che le indagini presentavano con frequenza.
I detrattori sostengono che Janet abbia falsificato alcune prove, ma non c’è una spiegazione soddisfacente per tutti gli episodi diligentemente verbalizzati.
Janet fu sorpresa a piegare alcuni cucchiai per poi attribuire l’accaduto a cause soprannaturali. La bambina si giustificò spiegando che voleva mettere alla prova gli investigatori.
Secondo il ventriloquo Ray Alan, sarebbe stata la stessa bambina a generare la voce utilizzando una particolare tecnica anche se, a onor del vero, è davvero improbabile riuscire a parlare in quel modo per quasi due ore, come dimostrato da alcune registrazioni, senza danneggiare le corde voci o avere quantomeno una evidente infiammazione della laringe.
Anche la vicenda di Bill Wilkins e la sua morte nella casa poteva essere nota ai bambini e utilizzata per dare maggior verosimiglianza in quella che poteva essere una burla sfuggita di mano.
Un’altra ipotesi, ritornando all’ambito parapsicologico e confrontandolo con alcuni fenomeni di poltergeist, è un utilizzo inconsapevole di energia psichica (psicocinesi) da parte di un bambino o di un pre-adolescente (e in quella casa ce n’erano ben quattro).
Molti episodi sembrerebbero genuini, ma altri risultano contraffatti, seppur non con intenti fraudolenti, gettando qualche ombra su una pietra miliare dell’indagine paranormale. Purtroppo, è risaputo come sia sufficiente mescolare qualche episodio volutamente ‘costruito’ per danneggiare e spesso annullare la credibilità dei rimanenti.
In ogni caso, dopo quasi un paio d’anni i fenomeni si ridussero d’intensità fino a scomparire del tutto. Maurice Grosse che aveva seguito il caso fin dall’inizio rimase dell’opinione di aver assistito davvero a qualcosa che trascendeva le leggi noti della scienza mentre altri parapsicologi preferirono mantenere una posizione scettica.
Eppure, ancora oggi, il caso dell’infestazione di Enfield rimane un argomento che alimenta costantemente vari media, l’Immaginario collettivo e la ricerca psichica.