Le seducenti apparizioni di Antonietta Fagnani Arese

Forse ricorderete l’ode di Ugo Foscolo ‘All’amica risanata’, in cui veniva celebrata la guarigione di Antonietta Fagnani Arese (1178-1847), nobildonna di grande bellezza e intelligenza, molto attiva nei salotti mondani. Lo stesso Letterato ne esalta lo splendore, con l’ultima strofa in cui sottolinea che, tramite la poesia, lei stessa è diventata immortale come una divinità e la sua beltà non potrà mai sfiorire.
La relazione con Foscolo iniziò nell’estate del 1801 e si protrasse per quasi due anni, tanto che lei lo supportò nella revisione di ‘Ultime Lettere di Jacopo Ortis’ e lo aiutò nella traduzione de ‘I dolori del giovane Werther’ di Goethe (Antonietta conosceva quattro lingue, tra cui il tedesco).
Il rapporto tra i due è noto solo per le lettere che il Poeta le scrisse e che gli furono restituite quando l’amore terminò. Dopo diversi ‘passaggi di mano’, le epistole finirono a Emilio De Tipaldo che ne fece fare due apografi, cioè due manoscritti copiati direttamente dall’originale.

La storia che legò i due intellettuali  è affascinante come un romanzo, con una grande passione, liti e scenate di gelosia (addirittura, Foscolo affermò che lei «aveva il cuore fatto di cervello» e d’aver subito con lei «il supplizio di un amore laido e sleale») ma è il mistero successivo che vorrei far emergere…

La sontuosa dimora in cui viveva Antonietta era nei pressi di corso Venezia e dopo la sua morte, avvenuta a Genova, il folklore milanese racconta delle apparizioni del suo magnifico spettro sui balconi del lussuoso edificio, identica a come era in vita.
Alcuni testimoni, addirittura, la descrivono passeggiare con un etereo accompagnatore per le vie del centro, tra il Duomo e la Scala, probabilmente ripercorrendo i tragitti che era solita fare e calcando le pietre che avevano accolto il suo passo.
Ciò che colpisce è la natura non orrorifica della presenza, con lunghi capelli neri, lo stesso volto che aveva in vita e il consueto portamento nobile.

Purtroppo il palazzo che ospitò la donna è stato in parte demolito a seguito dei danni dubiti nel corso della 2° Guerra Mondiale ma se nei pressi di Corso Venezia a Milano vi capita di vedere una figura longilinea e dall’aspetto elegante, forse vi siete imbattuti nell’Ombra di Antonietta Fagnani Arese. Quasi che l’augurio di immortalità fattole da Foscolo nella celeberrima Ode fosse andato davvero a segno.