Gli inquieti bambini acquatici del lago Pyramid

Il lago Pyramid è un magnifico specchio d’acqua che si trova nel Nevada (USA), con una superficie di 487 km² e una profondità che in alcuni punti supera i 100 mt.
Tale nome è dovuto ad alcune formazioni di travertino presenti a ridosso delle sue coste dall’inconfondibile sagoma. La maggiore di esse è l’isola di Anaho, abitata da una colonia di pellicani bianchi americani.
Luogo ideale per praticare sport acquatici in una natura incontaminata e dalle rinomate acque limpide, è anche molto apprezzato per la pesca del Cui-Ui, un pesce endemico del lago, e della trota lahontan. Trovandosi in una riserva indiana, è necessario munirsi di appositi permessi per poter svolgere le varie attività o semplicemente dedicarsi al campeggio ma è proprio per questo che si è preservato nel corso degli anni, rendendolo un magnifico paradiso naturalistico.
Sì, lo so… Avete la sensazione di leggere una brochure che vi consiglia dove passare le prossime vacanze ma in realtà stiamo per avvicinarci all’ignoto. Perché nel lago Pyramid sembra che ogni anno spariscano ignari villeggianti. Senza lasciare traccia.
Adesso ho la vostra attenzione? Ma prima qualche nozione storica, per meglio contestualizzare il mistero.
L’area che circonda lo specchio lacustre è stata per lungo tempo abitata dai nativi Paiute, noti anche col nome di Cui Ui Ticutta (letteralmente ‘mangiatori di Cui-ui’, il pesce che, come scrivevo sopra, vive in quelle acque).
Le disponibilità alimentari erano piuttosto scarse ma la tribù riuscì a vivere in uno splendido isolamento per diversi secoli prima del 1844, quando l’esploratore John C. Frémont giunse da quelle parti, mappando l’area e dando il nome di ‘Pyramid Lake’.
Arrivarono poi i primi coloni che iniziarono a impossessarsi delle risorse della zona, generando inizialmente alcuni scontri localizzati che poi sfociarono nella Guerra Paiute, avvenuta nel 1860 intorno al lago Pyramid. Il conflitto vide la morte di quasi cento coloni e un elevato numero di nativi. I combattimenti cessarono dopo un accordo tra le parti anche se i rapporti rimasero burrascosi.
Ora che abbiamo qualche informazione in più, addentriamoci nel folklore che caratterizza il luogo.

Una leggenda locale sostiene che i Paiute affogavano nel lago i loro bambini malati, menomati o deformi per mantenere intatta la linea di sangue della tribù e conservare le limitate risorse alimentari disponibili.
Gli spiriti dei fanciulli annegati, però, non abbandonarono le acque che videro la loro morte e, anche ai giorni nostri, diverse persone hanno riferito di aver udito  lamenti disperati e voci disincarnate.
Rabbiosi per la loro sorte, questi piccoli spettri capovolgono le barche, trascinano i nuotatori negli abissi e tormentano i pescatori. Il numero delle persone scomparse ogni anno è superiore alla media di ciò che accade negli altri laghi. E i corpi, spesso, non vengono ritrovati.
La storia, spesso raccontata dai campeggiatori intorno al classico falò, ha avuto ampia diffusione ed è supportata anche da qualche testimonianza che rende la vicenda ancora più oscura.
Ad esempio, una guida locale sostenne di aver visto un evento inspiegabile mentre si trovava su un’imbarcazione, con sagome rilevate dal sonar che svanivano nel nulla subito dopo.
Inoltre, un’opinione diffusa sostiene che questi spiriti, noti col nome di ‘Water Babies’, siano attivi principalmente all’alba oppure al tramonto e in particolar modo in primavera, quando le attività lacustri legate alla pesca subiscono una significativa impennata.
Ma proviamo ad approfondire ulteriormente il folklore che caratterizza Pyramid Lake, cercando qualche ulteriore dettaglio.
Secondo la tradizione Paiute, il lago anticamente era popolato da creature lacustri antropomorfe, assimilabili a sirene e tritoni. Un nativo si innamorò di una di esse ma quando la portò al villaggio con l’intenzione di sposarla, furono accolti da scherno e gli fu imposto di riportarla nel lago.
La sirena, quindi, lanciò una maledizione, promettendo sorte avversa a chi avesse vissuto lì.
E, a ben guardare, tra scarsità di risorse e conflitti tra coloni e paiute, sembrerebbe proprio che il malaugurio abbia attecchito con efficacia.
Già prima dell’arrivo dei coloni si sussurravano storie i cui protagonisti erano spiriti demoniaci o folletti d’acqua dai volti fanciulleschi ma stravolti da una smorfia di orrore e odio. Proprio come i Water Babies! Quindi, sicuramente, la superstizione ha attecchito su un terreno fertile.
Cercando di arrivare all’origine, una leggenda Paiute racconta che una donna si trovava sulla riva con accanto il suo bambino. Distratta da alcune attività che stava svolgendo, non si accorse di un enorme serpente che emerse dall’acqua e inghiottì suo figlio. Il rettile, in realtà un essere soprannaturale, assunse la forma del bambino e aggredì la madre. Intervenne lo sciamano che raggiunse un accordo con la demoniaca serpe: avrebbe avuto il permesso di aggirarsi per il lago ma avrebbe lasciato vivere la donna.
Anche qui, ritorniamo alla figura di un bambino che in realtà è una sorta di entità soprannaturale che aggredisce gli ignari frequentatori del lago.

Proviamo però ad analizzare tutte le informazioni in nostro possesso.
Innanzitutto, il lago è davvero ampio, le correnti possono essere aggressive e non è così insolito il fatto che non vengano ritrovati coloro che annegano.
È quasi certo che ci siano dei passaggi sommersi, tunnel fluviali e gorghi che possano trascinare i corpi, tanto che talvolta qualche turista scomparso nel lago Pyramid è riaffiorato nel vicino Lago Tahoe (anche se, a essere sinceri, il fiume Truckee alimenta il primo ed è il deflusso del secondo, quindi i cadaveri avrebbero dovuto galleggiare controcorrente).
Inoltre, il numero dei morti è più elevato rispetto alla media ma non così drammatico, altrimenti le autorità avrebbero già interdetto il lago.
Ancora, la diceria che i soggetti più deboli dei Paiute venissero annegati può essere stata suggerita dai coloni che si insediarono nel XIX secolo, per sottolineare la natura crudele degli avversari e giustificare rappresaglie criminali.
Infine, i sussurri e i lamenti dei bambini potrebbero essere il naturale sciabordio prodotto dalle acque e il vento che spira tra le rocce di travertino, oltre che i suoni prodotti dai pellicani che si trovano lì.
Così è più rassicurante, non trovate?

E’ comunque davvero straordinario che le storie che appartengono all’immaginario del luogo confluiscano tutte verso esseri subacquei dal rancore inestinguibile verso gli abitanti della terra. E rimane il dubbio sottile che davvero nelle profondità si possa celare qualcosa di impensabile.