La Magia Sìmpatica

È sempre molto complesso parlare di Magia poiché è un ambito con tradizioni, liturgie, accezioni e rituali davvero eterogenei, che spesso mal si conciliano tra loro.
Proverò a cimentarmi in una brevissima introduzione alla Magia Simpatìca, così denominata poiché si basa su una sorta di similitudine, corrispondenza o, appunto, ‘simpatia’ tra un oggetto (o una rappresentazione dello stesso) e l’effetto che si vuole raggiungere, inducendo una sorta di connessione.

Secondo la medicina popolare di un secolo fa, dato che l’itterizia causava la caratteristica colorazione giallastra della pelle, un rimedio molto utilizzato consisteva nell’ingoiare dei lombrichi del medesimo colore con un chiaro intento di ‘attirare’ la malattia verso quanto si stava ingurgitando per poi guarire con la conseguente espulsione. In una variante meno disgustosa, si utilizzava lo zafferano (essendo sempre giallo).
Secondo diverse tradizioni, un utilizzo classico della Magia Simpatìca si basa sul concetto che agendo su una rappresentazione di una persona o di un oggetto, si possa influenzare lo stesso ‘originale’. Sì, mi sto proprio riferendo ai simulacri in cera oppure alle iconiche bambole voodoo, con la possibilità di agire a distanza, danneggiando ma anche sanando con l’utilizzo di spilli oppure sostanze lenitive.
La stessa azione effettuata su una fotografia, dopo adeguati rituali, può riverberarsi sul soggetto rappresentato.
In realtà, è proprio la Simbologia che si annida in tali forme che svolge un ruolo fondamentalmente psicologico sull’officiante o su colui che ne richiede l’intervento.
Spiegandomi meglio, è probabile che accartocciare la fotografia sopra menzionata non romperà le ossa della vittima. Più probabile che bruciare o strappare tale immagine genererà una sorta di rottura che di fatto è già avvenuta e che tale gesto serva solo a sancire.
Lo stesso utilizzo degli Elementi ha una forte connotazione di Magia Simpatìca, come focalizzare l’acqua per rinfrescarsi oppure un fuoco per percepire calore. Siamo nell’ambito della suggestione, con una forma blanda di ipnosi o di auto-ipnosi che però, anche in questo caso, si attiva per induzione ‘simpatìca’.

Il celebre antropologo James Frazer suddivide la Magia Simpatìca in due correnti principali:
Magia Omeopatica – poiché si basa sulla similarità (‘il simile genera il simile’).
Magia Contagiosa – basata da un precedente contatto (con proseguimento di tale legame anche a distanza)
Come è facilmente riscontrabile, entrambe le modalità riflettono alcune situazioni che si presentano nella Ricerca Psichica. Facendo un esempio semplice e costruendolo su una persona scomparsa da ritrovare, nel primo caso il Medium si concentrerà su una fotografia mentre nel secondo caso chiederà di toccare un oggetto appartenente al soggetto della ricerca.

La cosa davvero degna di nota è che tali modalità sono diffuse in tutto il mondo senza una localizzazione definita.
Ad esempio, c’è una cerimonia della remota Nuova Guinea che presenta numerosi punti in comune con rituali europei o africani. Per favorire l’arrivo di un temporale, lo stregone fa un buco nel terreno e pone al suo interno una pietra (rappresentazione dell’uomo). Dopo, mette alcune foglie attorno (nuvole) e inizia a colare sopra un liquido estratto dalle piante (pioggia) e intorno torce accese (fulmini) e suono di tamburi (tuoni). Quando il liquido nella pozza avrà cambiato colore, arriverà la pioggia.
La rappresentazione del temporale lo ‘chiama’, induce un effetto ‘simpatìco’ di attrazione.
Anche alcune pratiche truculente di cannibalismo tribale affondano le proprie radici nelle credenze correlate alla Magia Simpatìca, come ad esempio mangiare il cuore dell’avversario ucciso in combattimento per ‘assorbirne’ le caratteristiche quali il coraggio e la determinazione, oltre che un modo per onorare il valore del guerriero sconfitto.

Sintetizzando, la ‘Magia Simpatìca’ si può riassumere in cinque pratiche principali:
1) Simulacri – Bambole o feticci le cui azioni compiute sugli stessi si riflettono sul soggetto che rappresentano;
2) Fotografie o immagini – Simile ai ‘Simulacri’, rappresentano una forma più immediata e di facile reperibilità;
3) Oggetti personali – l’utilizzo di oggetti personali oppure parti del corpo (unghie, capelli ecc…) come strumento per ‘collegarsi’ alla persona;
4) Simboli o Sigilli – particolari incisioni o disegni su oggetti o amuleti possano connettersi a un’energia universale e attirare gli effetti desiderati;
5) Elementi – gli elementi naturali (come il fuoco, l’acqua, l’aria e la terra) hanno delle specifiche corrispondenze (quindi, ad esempio, l’acqua inserita in determinate operazioni magiche per togliere un’infiammazione).

In conclusione, diverse persone sono convinte che non si tratti di semplice folklore ma di una vera e propria sorta di connessione in grado di trascendere la fisicità, generando una sorta di canale privilegiato tra il mago e l’obiettivo. Ed è una credenza diffusa in diverse aree del mondo, alcune molto isolate dalle altre (come l’esempio della Nuova Guinea per favorire la pioggia), quasi che fosse nata da una matrice comune.