– L’hai ordinata tu?
– Che cosa?
– Abbiamo una bambola in casa. Luca, ti rendi conto?
– Una che?
– È arrivata con Amazon. Sei l’unico che acquista on line. Quindi…
– Quindi cosa?
– Sii sincero, ammettilo!
– Ah ah… carina questa. Ok, lo ammetto, Isa. Questo è il tuo scherzo
migliore da quando hai tentato di mettermi a dieta.
– Non l’hai ancora dimenticato. Che noia!
– Eh, io senza biscotti per una settimana. Difficile riuscire a scordarlo.
– Hai ragione. Questo è il brivido. Il dipinto su tela di un uomo distrutto.
– Isa, Isa… Te lo giuro. Quella cosa non è mia!
– Eppure, guarda… c’è il tuo nome sul pacco. Oddio, Luca, chi può averti
donato una bambola?
– Ho in rubrica dei folli che potrebbero.
– No. Questo è il regalo di una donna.
– Perché?
– È trendy, snella e di stoffa. È una bambola che sa adattarsi a ogni
situazione. È un invito!
– Isa, sei seria? No, se scherzi, va bene. Ma finisce qui la cosa.
– Ok, ok, ok. Ora mi calmo. Bevo un bicchiere d’acqua e mi passa.
– Ecco, brava!
– Senti…Bruciamola!
– Isa, oh… ma la pianti?
– Dai, tesoro. Lo sai che amo solo te!
– È inutile che mi abbracci. Se mi ami, scegli. O lei o me!
– Te. Decisamente te, ma vorrei anche evitare una denuncia dei vicini per
fumi molesti ti pare? Ci sono! Potremmo regalarla alla tua amica, quella
con la bambina piccola!
– Luca, no. Non puoi farlo.
– Perché no?
– Teresa non ama le bambole.
– Tutte le bambine amano le bambole.
– Beh, Teresa no. Dice che la guardano.
– Guardano chi?
– Come chi? Teresa. Le bambole guardano Teresa!
– Hai ragione, non possiamo regalarla a lei.
– Infatti, non è carino alimentare le fobie altrui.
– Cambiamo meta. Che ne dici di tua madre?
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