La Soglia Oscura
Federica Filzi

FEDERICA FILZI, UNO SGUARDO ‘OLTRE LA NEBBIA’
(Intervista raccolta da Gabriele Luzzini)

Federica Filzi è l’Autrice della trilogia ‘Oltre la nebbia’, composta dai volumi ‘Incontro con il passato’, ‘Space in Time’ e ‘Una promessa per la vita’. Viaggi nel tempo, una potente organizzazione scientifico-militare e l’Italia di diversi decenni fa si intrecciano alle vicende personali della protagonista Sara Leone.

Insieme a Federica, parleremo dei suoi romanzi, del suo rapporto con la scrittura e… di mistero.

Benvenuta qui su ‘La Soglia Oscura’ e grazie per essere qui con noi.
Grazie per avermi invitata.

1) Come è accaduto il passaggio da Lettrice ad Autrice? È stato casuale oppure il risultato di un percorso?
Quando ho iniziato a scrivere Oltre la Nebbia non consideravo l’idea di pubblicarlo; avevo in mente una bella storia e ho pensato che valeva la pena scriverla per non dimenticarla. Ma a mano a mano che davo vita ai personaggi, alle loro vicende e disavventure, mi rendevo conto che era davvero avvincente e che poteva essere apprezzata anche da altre persone. Finita di scrivere l’ho fatta correggere e valutare da due scrittori di grande esperienza: Alda Teodorani e Gabriele Marconi. Alda, in particolare, ha creduto molto nel mio romanzo, tanto da decidere di pubblicarlo con il suo marchio editoriale CatBooks Publishing.

2) Lo stile dei tuoi romanzi è molto diretto e al tempo stesso immersivo, coinvolgendo completamente il lettore. È un risultato che hai acquisito naturalmente oppure c’è dietro anche tanta tecnica?

Mi piace parlare direttamente al lettore, si crea un rapporto quasi intimo, di amicizia. Lo preferisco anche quando sono in veste di lettrice, mi fa vivere la storia più intensamente.

3) Quando hai iniziato a scrivere il primo romanzo avevi già deciso che sarebbe diventata una trilogia?
Prima di iniziare a scrivere mi ero preparata una scaletta. L’ho rispettata per buona parte del primo romanzo ma poi, più scrivevo più mi venivano idee, più facevo ricerche più si aprivano nuove strade. È stato bellissimo e molto naturale, e in un attimo mi sono ritrovata a scrivere il terzo libro.

4) L’evento da cui poi si genera tutta la vicenda e cioè la nebbia paranormale mi ha ricordato diversi casi documentati come ad esempio quel che accadde il 10 agosto 1901 a due direttrici di un collegio di Oxford che si trovarono catapultate nella Versailles di un paio di secoli prima. Hai svolto attività di ricerca oppure hai preferito un approccio più creativo?
Quando si scrive un racconto accaduto in un’epoca passata bisogna informarsi su tutto. Ho fatto tantissime ricerche: anche solo per menzionare un oggetto dovevo assicurarmi che già esistesse. Per quanto riguarda invece la storia mi sono lasciata trasportare dalla mia fantasia, nessun racconto ha influenzato o ispirato le vicende di Sara.

5) Quanto c’è di te nella protagonista Sara Leone, così complessa, volitiva e ben definita tanto da ‘bucare le pagine’ (mutuando il concetto cinematografico di ‘bucare lo schermo’)?
In ciascuno dei tre personaggi principali c’è qualcosa che mi appartiene; in Sara molto di più che negli altri ma non il carattere. Lei è un fiume in piena in procinto di straripare e sommergere tutto ciò che incontra, io sono molto più equilibrata. Tuttavia non nego di invidiare un po’ la sua audacia.

6) William Shakespeare ne La Dodicesima Notte scrive: ‘I viaggi finiscono laddove s’incontrano gli amanti’. Nel viaggio di Sara Leone c’è quindi predestinazione?
Sara non crede in Dio e tantomeno al fato però, a un certo punto della storia, fa una riflessione al riguardo, chiedendosi se le vite di ognuno siano state già decise o vissute da noi in altre dimensioni spaziotemporali, ma percepite ogni volta come la prima volta. In effetti c’è un piccolo elemento che viene menzionato nel terzo libro da alcuni personaggi che si trovano nel futuro, che farebbe presumere che la presenza di Sara nel passato era già avvenuta.

7) Vorresti suggerire tre Artisti, non necessariamente Scrittori, che consideri fonte di ispirazione?
Henri Charrièr, l’autore di “Papillon” – uno dei miei libri preferiti. Il suo modo di raccontare la storia, l’ironia che lo accompagna durante tutto il tempo, nonostante viva situazioni terribili, mi hanno conquistata. Nel mio romanzo ho cercato di far raccontare a Sara le sue disavventure con quella stessa leggerezza.
Freddie Mercury è un artista che mi accompagna fin da piccolissima, le sue canzoni hanno fatto da colonna sonora a molti momenti della mia vita. Nel libro ho voluto ricordare una delle sue più celebri canzoni “We are the Champions” quando alla fine della corsa d’auto per la Coppa Vinci, vinta da Edward e Sara, lei, per rendere il momento più solenne, mette a tutto volume lo stereo con questa canzone “futuristica”, meravigliando il pubblico che era accorso ad acclamarli.
Non so darti un terzo nome perché in realtà ce ne sono molti altri che metterei sullo stesso livello.
Amo tanti compositori di musica classica a cui ricorro ogni volta che ho bisogno di pensare o immaginare una scena importante (proprio come fa Michael Carter nel romanzo).
E poi non possono mancare tutti quei pittori come Monet, Van Gogh, Picasso, Renoir e così via, che ammiro tanto e a cui ho dedicato un capitolo nel secondo libro.

8) La storia e i personaggi potrebbero dar luogo a un nuovo romanzo. Stai preparando una continuazione oppure ora ti stai cimentando con altre vicende?
Il continuo di un romanzo o di un film è sempre una grossa responsabilità: nove volte su dieci non regge il confronto con il primo. Personalmente, quando è così, penso non valga la pena farlo. Ciò nonostante ho avuto tempo per fantasticarci sopra e ho scritto una prima parte. Ma potrei decidere di non pubblicarlo mai, oppure aspettare molto prima di farlo. In questo momento sono più interessata a un’altra storia.

9) L’Italia illustrata nei romanzi è molto reale e non ha, fortunatamente, quel tono da cartolina che si trova in altra narrativa. Questo è dovuto al fatto che conosci bene i luoghi descritti?
Scegliere di ambientare il romanzo nei luoghi dove vivo mi ha divertita tantissimo e facilitato le cose; a volte mentre descrivevo una scena mi sembrava di essere sul posto e di viverla personalmente. Tuttavia i cambiamenti nel corso degli ultimi cento anni sono stati molti, pertanto, in diverse occasioni, ho avuto bisogno di consultare delle foto d’epoca.

10) E infine, la domanda conclusiva che inevitabilmente riguarda l’Insolito. Sei mai stata testimone di un’esperienza paranormale?
Per fortuna non mi è mai capitato nulla di così insolito da non riuscire a trovare una spiegazione razionale, ma conosco una storia molto interessante per gli amanti dell’occulto, accaduta a persone a me vicine, che mi piacerebbe trasformare in un racconto.