La Soglia Oscura
Daniele Vacchino e Davide Rosso

DANIELE VACCHINO E DAVIDE ROSSO PRESENTANO ‘RITUALIS’
(Intervista raccolta da Gabriele Luzzini)

Daniele Vacchino e Davide Rosso, profondi conoscitori del thriller in tutte le sue forme, collaborano da tempo con la Soglia Oscura e sicuramente vi sono ben noti per via dell’intensa produzione narrativa e saggistica sviluppata singolarmente o in coppia.
Daniele è l’autore di diverse opere tra cui ‘I balordi di Tulear’ (Eretica Edizioni) mentre Davide ci ha regalato ‘I sintomi del Gotico’, oltre ad una produzione davvero vasta che spazia in diversi Generi.
Oggi li incontriamo per parlare della loro ultima collaborazione ‘Ritualis’ e dell’argomento del loro romanzo: il Mostro di Firenze.

Benvenuti sulla Soglia, Daniele e Davide. I convenevoli ci vogliono sempre, ma qui ormai siete ‘di casa’.

1) Già dal titolo, ‘Ritualis’, sembra che la vostra opera si discosti decisamente da precedenti opere letterarie che hanno trattato del Mostro di Firenze. Volete parlarci di cosa troveremo tra le pagine del libro e cosa vi ha spinto a riprendere in mano tale argomento (su ‘La Soglia Oscura’ ci sono diverse monografie di Davide Rosso sull’argomento)?
Daniele – L’ossessione per il Mostro è sempre stata la nostra monomania. Ritualis è il tentativo di affrontare l’argomento non da un unico punto di vista, ma cercando di rendere quello che sempre ci ha ridato , in termini di sensazioni, la storia: il caos e la possibilità di vedere i fatti da prospettive differenti. Dentro il libro troverete tanta passione e tanto lavoro di fantasia sul caso, ad opera di due amanti di thriller.
Davide – Aggiungo che se leggi la prefazione di Davide Longoni, si capisce che io e Dani siamo due molto pretestuosi. Esisteva già da un anno e mezzo il romanzo di Daniele, Agartha, che all’inizio dovevamo scrivere assieme, poi io mi sono disamorato del progetto. Quest’estate ho scritto velocemente la mia parte, così, con l’idea di proporla a puntate sulla Zona Morta o qui sulla Soglia, insomma non mi aspettavo certo di arrivare a un libro vero e proprio. Poi a Dani è venuta l’idea di mandare una mail a Lupi, chiedendogli se voleva un libro sul mostro, libro che di fatto non esisteva. Lui ha risposto tipo il giorno dopo, dicendo di si, e allora ci siamo trovati a doverci inventare in una settimana un romanzo compatto e coerente. Abbiamo scritto la cornice ed ecco fatto! La torta era pronta!

2) Il vostro lavoro, come al solito, è molto dettagliato e affonda profonde radici nella cronaca. Quanto tempo avete dedicato a raccogliere elementi di una cronaca così distante nel tempo?
Daniele-  I libri letti sono molti. Trattandosi di un’opera di fantasia, però, gli eventi vengono superati, ricontestualizzati.
Davide – Infatti ci sono dietro anni di letture, però voglio dirti che non ci interessa nulla del caso di cronaca in sé. Per noi è una vicenda talmente inquietante da superare di gran lunga la fantasia, solo che quasi tutti i romanzi ispirati ai delitti fiorentini sono molto tecnici, appiattiti sugli eventi reali. Ormai, dopo tanti anni, quella storia è divenuta un archetipo, un mito oscuro della nostra tarda modernità. Un po’ come scrivere qualcosa oggi su Jack lo squartatore, non certo con la pretesa di trovare il vero colpevole.

3) Il Mostro è il protagonista. Quanto è stato complesso calarsi in panni tanto scomodi quanto ‘disturbanti’?
Daniele – Per me non si è trattato di calarsi nei panni del Mostro. La mia parte l’ho svolta affrontando la parte di chi si trova a sopravvivere ai lutti. La mia parte del lavoro affronta la tematica del contagio dell’ossessione. Ma, soprattutto, credo si un testo sul superamento di un lutto.
Davide – Per me non è stato difficile. E’ solo un gioco, fantasia, e poi il nostro mostro è alquanto originale e inedito, molto in sintonia coi tempi post-crisi economica di oggi.

4) Leggendo tra le righe, azzardate che non esiste un’unica Verità. Conseguentemente, non si potrà mai mettere la parola fine alla vicenda?
Daniele – Mai. Io penso che il Mostro non sia mai stato nemmeno lambito dalle indagini. Ho in mente un profilo ben preciso di assassino seriale, che forse consegnerò ai lettori in un prossimo libro.
Davide – A livello letterario questo è almeno il terzo lavoro che dedichiamo all’argomento. In passato io e Dani abbiamo scritto e auto-pubblicato su lulu.com un libro assai strano, incentrato sul mostro. Io, in questi giorni ho appena finito un gotico ottocentesco, ambientato nella pianura vercellese e ancora molto addentro alle cose del mostro. Come ti dicevo è una vicenda inesauribile. Se poi ti riferivi ai processi, no, né io né Dani crediamo alla pista dei compagni di merende e di Pacciani. Io sono un adepto di Nino Filastò e mi rifaccio sempre a lui. E lui dice che difficilmente si arriverà oggi a una soluzione. L’unica pista percorribile è Spalletti, il guardone che ha assistito ad uno dei delitti. Cosa ha visto quella notte?

5) E ora, proprio perché siamo su ‘La Soglia Oscura’ come ultima domanda vi chiedo: Cosa ne pensate dell’Esoterismo che inevitabilmente ha permeato la sinistra vicenda del Mostro?
Daniele – E’ una ramificazione suggestiva, che è entrata nei nostri libri. Crediamo che la questione abbia poca attinenza con la realtà. Riteniamo Giuttari, Carlizzi e Bruno dei fantasiosi al nostro pari. Il dolo sta nel fatto che uno di loro era il capo delle indagini. Tornando alla narrativa, uscirà a fine anno un nostro libro di poesie che sfiorerà anche questo tema. Il suo titolo sarà “La solitudine del rito” e al suo interno finiranno alcune poesie di Davide sul Mostro. Il terzo autore che ci accompagna nella missione è mio padre Bruno, che la Soglia presto avrà il piacere di conoscere per il suo gotico “Parla coi morti”. “La solitudine del rito” sarà scaricabile gratis su lulù.com a fine anno.
Davide – Che altro aggiungere se non un ringraziamento per questo spazio a voi della Soglia! Se non facciamo fallire il Foglio Letterario magari ci rivediamo l’anno prossimo con un gotico o uno slasher. Ne stiamo parlando in questi giorni con Daniele!