La Soglia Oscura
Interviste,  Roberto Billi

Intervista a Roberto Billi, cantautore, scrittore ed equilibrista delle parole

(Intervista raccolta da Gabriele Luzzini)

Roberto Billi è un’artista unico nel panorama musicale, per la leggerezza, ironia e anche malinconia con le quali tratteggia una galleria di maschere dove è possibile riconoscere situazioni ed emozioni vissute, dimostrando di essere un profondo conoscitore dell’animo umano. Ora ha portato il suo fantastico circo emozionale anche nel mondo della scrittura con ‘Cadono gocce come se piovesse’ per ‘Funambolo Edizioni’ in cui 44 brevi racconti/situazioni si susseguono generando un unico disegno esistenziale e ne parliamo con lui…

Billi

1) Per la tua prima opera letteraria hai proposto una galleria di personaggi/situazioni davvero eterogenee. Quanto c’è di te e quanto si basa su esperienze realmente vissute/interpretate?

Per prima cosa, un saluto a tutti i lettori di questo blog e grazie a chi lo gestisce per avermi ospitato in questo spazio. Riguardo alla domanda, posso dire che una parte di me, direttamente o indirettamente, c’è quasi sempre nelle cose che scrivo. Infatti, a volte scrivo in maniera più diretta, riferendomi a fatti o eventi che ho vissuto in prima persona, oppure esprimo un pensiero che mi sta a cuore magari romanzando un po’ il tutto per aumentarne l’efficacia narrativa, altre utilizzo personaggi, metafore o storie di pura fantasia ma sempre per inseguire concetti a me cari cercando di renderli comunicativi e accattivanti con elementi e tratti caratteristici a me congeniali. In ogni caso, mi piace sperimentare senza mai crearmi limiti mentali, lascio soltanto che la penna parta lasciandomi guidare. Detto questo, mi sono perso, perciò la cosa che mi viene istintivamente da dire è …qual era la domanda? 🙂

2) ‘Cadono gocce come se piovesse’ è un titolo con sfumature surreali che si associa inevitabilmente alla tua canzone ‘Come quando fuori piove’ . Nel racconto ‘La pioggia nella testa’ ci parli del tuo rapporto con essa. Quindi di ombrelli, anche metaforici, nel tuo quotidiano proprio non se ne parla?

L’ombrello mi ha sempre messo una grande curiosità, perché al contrario del suo nome che lo indica come un oggetto per fare ombra, nel tempo ha spostato il suo utilizzo sempre più verso il riparo dalla pioggia. Mi piace la pioggia e con questo non voglio negare di essere ricorso anch’io all’utilizzo dell’ombrello per ripararmi ma quando posso ne faccio volentieri a meno perché mi piace molto l’idea di avere le mani libere , soprattutto mi piace ingegnarmi su come non bagnarmi quando piove senza avere l’ombrello …è un bell’esercizio per il cervello e la fantasia. Riguardo agli ombrelli metaforici invece, li amo ancora meno, mi piace concedermi rischi e quando ho una nuova idea di cui sono estremamente convinto non gioco mai sul sicuro e la inseguo anche a costo di prendere la strada più dura e tortuosa …all’inizio sembra più difficile, ma nel tempo ripaga di tutti gli sforzi fatti o almeno per me è stato così. Guardando in mio percorso a ritroso, credo proprio che rifarei esattamente tutte le scelte che ho fatto, in linea di massima sono molto soddisfatto del Roberto di oggi …con e senza ombrello.

3) Il racconto ‘Extraterrestre’, di cui non svelo nulla lasciando ai lettori il piacere di scoprirlo (il titolo è deliberatamente fuorviante) strappa inevitabilmente un sorriso. Ma, ricordandoci che siamo su ‘La Soglia Oscura’, cosa ne pensi di visitatori di altri mondi e viaggiatori extra-dimensionali?

Posso dire che l’idea mi affascina parecchio e non soltanto per via di tutta una cultura cinematografica che ha inevitabilmente solleticato e stimolato il nostro immaginario. Ne faccio un discorso molto più intimo, riferito a quelle volte che mi ritrovo, magari in una sera d’estate, a “filosofeggiare” guardando di notte lo spettacolo del firmamento. Non voglio prendermi troppo sul serio mentre dico questo, però pensando a quanto siamo minuscoli nella vastità dello spazio sconfinato, sembra impossibile non immaginare che in qualche punto dell’universo ci siano altre forme di vita …l’argomento è complesso e non bastano certo poche righe per affrontare una cosa così ricca di spunti e sfumature, ma è innegabile …la mia fantasia sconfina spesso oltre le “soglie oscure” del mondo conosciuto.

4) In ‘Astenersi perditempo’ parli con sottigliezza dell’indecisione umana (con un tono sempre molto divertito e leggero). Hai mai preso qualche ‘indecisione’ sbagliata?

Per quanto mi ritenga molto soddisfatto di come sono, non posso negare di aver preso qualche “indecisione sbagliata”, anche perché sono proprio le indecisioni che ci fanno lavorare di più il cervello. Quando una decisione è facile o addirittura ovvia non ci sono mai problemi, il difficile viene quando ci si trova in un “territorio di confine” …è lì che dobbiamo sfoderare intuito e capacità. Quello che però mi fa stare tranquillo è il fatto di aver scelto sempre in buona fede di fronte a qualsiasi bivio, prendendo sempre la direzione che ritenevo più giusta e mai soltanto la più facile …ovviamente la cosa migliore è quando la scelta che si ritiene più giusta è anche la più facile! 🙂

5) E’ evidente la tua passione per calembour e giochi di parole vari, che troviamo sia nelle canzoni che nei racconti. Non sono mai fini a se stessi ma si incastrano nella narrazione. Nasce prima il gioco di parole su cui poi costruisci la frase/strofa oppure si genera da sé nel flusso creativo?

Tanto per citare un geniale personaggio creato anni fa dal bravissimo Corrado Guzzanti che portava “la parola di Quelo” …la seconda che ha detto! 🙂 Per quanto mi riguarda, che si tratti di un racconto oppure di una canzone ha poca importanza, l’idea si plasma e prende forma nel suo insieme, non riuscirei proprio a lavorare a compartimenti separati dove si sistema prima una cosa e poi l’altra. Mi piace immaginare l’idea nascosta in un blocco di marmo, è già lì …io sono soltanto lo scultore che deve cercare di tirarla fuori plasmandone la forma nel modo migliore che posso. Quando qualcosa mi passa per la testa è raro che non riesca a realizzare quello che avevo in mente …poi non tutto mi soddisfa e non sempre le mie idee arrivano al pubblico finale …ma questa è un’altra storia!

6) La Magia è un argomento che ho ritrovato diverse volte nelle tue canzoni, che sia la volontà di voler sognare ne ‘Illusionista’ o la necessità di soddisfare ‘quel bisogno umano di ‘andare alla ricerca di certezze o di speranze’ de ‘L’indovino’. E tutti i tuoi racconti (compreso quello in rima che forse racconto non è) sono attraversati dal sottile filo dello stupore e del meravigliare/meravigliarsi. Ti senti più ‘L’Illusionista’ oppure ‘L’Indovino’?

Sono affezionato a entrambe le figure ma probabilmente la più vicina a me è l’illusionista. Mi piace l’idea di creare, o meglio di dare l’illusione di creare un immaginario che non esiste, perché parlando per metafore, le idee sono proprio questo, qualcosa di irreale, di impalpabile che qualcuno di tanto in tanto trasforma in realtà, in qualcosa di tangibile. Anche una canzone o un racconto all’inizio sono soltanto delle astrazioni, dei pensieri nella mente di qualcuno che pian piano prendono vita e forma attraverso la scrittura e le note. Questo ovviamente vale per tutti i linguaggi creativi, anche per la pittura, la danza e quant’altro. Con questo non vorrei discriminare il povero indovino, però, per quanto mi riguarda mi piace pensare che il mio futuro lo determino io con le mie scelte, giuste o sbagliate che siano, anche se esistesse in maniera certa un modo per conoscere il mio domani io non vorrei saperlo …mi piace la scoperta!

7) Il racconto ‘ll mondo nello specchio’ è straniante e forse è il momento che genera più inquietudine nel libro. Ci sono echi di Lewis Carroll ma anche di Bret Easton Ellis, nonostante nella ‘chiusa’ emerga lo humor che contraddistingue il libro. Quale riflesso vorresti vedere e quale eviteresti?

La cosa per cui ho una vera e propria fissazione sono gli occhi riflessi nello specchio. Adesso non vorrei banalmente aggiungere: “perché sono lo specchio dell’anima” (anche se in realtà l’ho appena fatto) …però credo che gli occhi siano la parte più intima di noi …non mentono mai. Il nostro corpo è destinato a crescere e mutare nel tempo ma gli occhi sono una bellissima “unità di misura” per confrontarsi con l’avanzare degli anni. Torno spesso a guardare le foto di quando ero bambino, perché i bambini hanno gli occhi puliti di chi non è stato ancora “corrotto” dai vizi della nostra società …tanto più i miei occhi di oggi rassomigliano a quelli di ieri, più mi ritengo soddisfatto, non perché mi ritengo immune da errori e critiche ma perché per me è il segno tangibile che, nonostante qualche ruga in più sul viso, la mente e il cuore sono ancora in ottima forma.

8) E’ nota la tua passione per i gatti (‘ninna nanna per Tigrino’ sull’album ‘Perle d’Insaggezza’ è dedicata, giusto?) e nel racconto ‘Occhi di gatto’ ci narri cosa ti accomuna a loro. Talvolta, i felini fissano il vuoto come se stessero assistendo ad uno spettacolo invisibile. E’ capitato anche al tuo e quali sentimenti ti hanno attraversato?

La mia passione per i gatti è nata nel tempo, proprio grazie al mio amato Tigrino. La sua amicizia non è stata gratuita, ci siamo prima evitati, snobbati, stati un po’ antipatici …ci siamo studiati, ci siamo “annusati” …ci siamo avvicinati continuando a guardarci con sospetto … ma poi abbiamo imparato ad abbassare pian piano le difese fino a consolidare un rapporto indissolubile. Quando è venuto a mancare ho sentito spegnersi una parte di me e non mi sento di esagerare, conosco benissimo anche il dolore di quando si perde una persona cara, sono cose molto diverse …ma il vuoto che lasciano è molto simile. Da quel momento in poi ho capito che nella mia vita non avrei più potuto fare a meno della compagnia di un gatto e oggi ne ho addirittura due che vivono con me e la mia compagna …Milla e Cannella. E’ affascinante osservarle nel modo in cui si muovono, il modo in cui ti scrutano e il modo (come si citava nella domanda) di dare la sensazione di assistere a uno spettacolo invisibile. A volte non nego di girarmi di scatto per controllare se alle mie spalle ci sia qualcosa o qualcuno. Fino a oggi non c’è mai stata nessuna sorpresa, ma non nego di essere stato colto in alcuni casi da un leggero brivido lungo la schiena, magari sarà stata solo la suggestione …ma per sicurezza quando le vedrò fissare il vuoto …continuerò a girarmi per controllare! 🙂

9) In ‘Faccia da cool’ stigmatizzi con pungente ironia la tendenza di alcune persone nel cercare scorciatoie/scappatoie e dimenticarsi l’Etica. Secondo te, cosa ci ha portato a questo punto?

Non so se sono la persona adatta per fare un’analisi della società, però mi ritengo un buon osservatore e un ottimo ascoltatore, qualità che in molti casi mi sono tornate utili proprio per trovare l’ispirazione per i miei racconti e le mie canzoni. La mia impressione è che si investa sempre meno nei rapporti umani “durevoli”, quelli che ci accompagnano per tutta la vita, basati su valori forti e solidi e non sull’opportunismo o sulla convenienza del momento. Per me l’amicizia, il rispetto, la correttezza sono regole sacre che mi sono state tramandate da chi mi ha messo al mondo e consolidate dall’ambiente in cui sono cresciuto. A volte ho pagato anche a caro prezzo la mia correttezza non sempre ricambiata da chi si sentiva più furbo di me …ma questo non è stato mai un incentivo per invogliarmi a cambiare il mio modo di fare. Ecco, credo che il trucco stia proprio qui, non lasciarsi ingannare dal: “tanto lo fanno tutti” …perché questo crea comportamenti e atteggiamenti indirizzati alla prevaricazione, all’arrivismo, al calpestarsi gli uni con gli altri pur di ottonerete un risultato o un privilegio. Adesso, visto che siamo verso la conclusione non vorrei sembrare troppo drastico, anche perché al contrario io sono un inguaribile ottimista che crede nelle idee, nei valori e nelle persone a patto che …siano poche ma buone!

10) Un’ultima domanda, rigorosamente da ‘La Soglia Oscura’… Sei stato testimone/protagonista di qualche evento insolito (e con questo non intendo suonare una wine box)?

Ahahahah! Di certo il fatto di suonare una wine box è proprio una delle cose più insolite che ho fatto e probabilmente dubito che riuscirò a citartene altre. A memoria, non credo di essere mai stato testimone di eventi insoliti però posso affermare con certezza di non essere immune alla suggestione. Forse una delle scene più “inquietanti” a cui ho assistito è stata la visione del cimitero del mio paese in una notte autunnale di molti ani fa. Mi ricordo che, per una serie di motivi su cui non mi starò a dilungare, dovetti passarci davanti a piedi per tornare a casa …la visione di una leggera nebbiolina e dei fuochi fatui (che all’epoca non sapevo neanche cosa fossero) mi fece accelerare il passo con il cuore che mi batteva in gola. Nei tempo immediatamente successivo passai diverse notti insonni al ricordo di quella scena ma devo dire che poi la curiosità (come sempre) è venuta in mio soccorso …perché con qualche anno e un po’ di esperienza in più tornai sul “luogo incriminato” …e devo dire che la stessa visione mi procurò invece un senso di calma estrema e la sensazione che ho provato non è stata assolutamente di paura ma di pace. Con questo aneddoto spero di non aver spaventato nessuno ma è la cosa più ”strana” che è tornata alla mia mente. Rivolgo a tutti un saluto affettuoso e un grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere queste risposte e il mio libro “Cadono gocce come se piovesse” …ciao!

Per acquistare il libro:

http://www.funamboloedizioni.net/prodotto/cadono-gocce-come-se-piovesse/