Intervista alla scrittrice Paola Caldarini
(Intervista raccolta da Gabriele Luzzini)
E’ possibile rendere concettualmente accessibile lo sciamanismo a un pubblico più vasto incastonandolo in una serie di romanzi in cui una storia d’amore sia la struttura portante? Leggendo le opere di Paola Caldarini sembrerebbe proprio di sì. Incontriamo l’autrice di ‘Rebirth, il destino della libellula’ e ‘Rebirth, la magia della luce’ per comprendere meglio il suo universo letterario e la direzione intrapresa dal percorso creativo.
1. La saga romantica di Sarah e Alex sta proseguendo con la pubblicazione del secondo volume, contraddistinto come sempre dallo spessore dei personaggi. Quanto c’è di te in loro due? Molto, soprattutto nel primo romanzo. Ho riversato sulla protagonista quelle che sono le mie note caratteriali, mentre a entrambi i personaggi maschili, ovvero Sean e Alex, mi sono divertita a ripartire alcune peculiarità di mio marito.
2. Sciamanismo e animali totemici. Da dove nasce questo interesse per dimensioni apparentemente così lontane?
Ho sempre nutrito una certa predilezione per i nativi americani, per la loro visione della vita, per la pulizia del loro pensiero. Mi hanno sempre affascinato i loro riti, le loro credenze, e la magia che si respirava nella loro semplice quotidianità.
3. Meglio essere Libellula o meglio essere Aquila, citando i due animali totemici dei protagonisti?
Senza dubbio Aquila, poiché ha chiaro il disegno della vita. È l’animale totemico che rappresenta la forza divina, il più vicino al Grande Spirito, del quale infatti è il messaggero.
4. Qual è il tuo animale totemico e quali sono le sue caratteristiche?
La Libellula, neanche a dirlo. Le sue caratteristiche fondamentali sono quelle legate al cambiamento e alla disillusione; superando le illusioni si scopre la verità delle cose, da qui la trasformazione, il cambiamento.
5. Quanto è importante per te la dimensione onirica?
È molto importante, un veicolo capace di farci percepire, attraverso il nostro inconscio, le verità nascoste.
6. Ritornando alla saga, nel primo mi sembrerebbe ci sia la determinazione nel riconoscere le proprie capacità mentre nel secondo l’accettazione dei propri limiti che però non significa arrendersi. C’è una circostanza in cui hai testato i tuoi limiti senza cedere?
Non un evento particolare, ma una serie di situazioni esistenziali contro le quali non potevo combattere, ma solo resistere. Grazie al cielo non mi sono arresa.
7. Come ti sei preparata per rendere credibile i due personaggi e soprattutto la dimensione esoterico-spirituale in cui vengono a trovarsi?
Per ogni storia che scrivo cerco sempre di approfondire al meglio l’argomento trattato e di essere il più fedele possibile alla realtà anche per quanto riguarda gli eventi secondari e i più piccoli dettagli. Posso affermare che le mie storie sono castelli di nuvole costruiti su solide fondamenta.
8. Il processo creativo che permea le tue opere è un sistema rigoroso fatto di tempi e scadenze oppure è un approccio più istintivo?
Assolutamente istintivo. Purtroppo con me, anche se mi piacerebbe, le regole non valgono. Scrivo quando sento che le parole sono mature per essere impresse sulla carta. Non so come spiegarlo, è una sensazione che mi parte più dallo stomaco, che dalla testa e, sai com’è, alla pancia non si comanda!
9. E’ in fase di sviluppo un nuovo episodio della saga?
Sì, il terzo, ultimo e lasciami aggiungere, ambizioso capitolo di quella che è destinata a diventare, a tutti gli effetti, una trilogia.
10. Sei stata testimone di qualche evento paranormale (è pur sempre un’intervista sulla Soglia Oscura)?
Caspita no, ma devo ammettere che mi piacerebbe un sacco!