SFIORANDO L’INDIA – Parte 1°
(Inferno)
di Ginevra Colli
Provo a farvi intravedere cosa potrebbe essere l’India.
Un paese immenso, non per la vastità geografica, ma per quello che essa contiene.
In realtà nemmeno io la conosco. L’ho sfiorata, spiata, annusata.
Dopo una prima volta, sono tornata, ma il pezzetto di cuore che ho lasciato in questo paese incredibile, caotico, rumoroso, maleodorante… non l’ho più trovato.
Sarò costretta a farci ritorno.
Qualche stralcio del mio diario, qualche immagine rubata.
Oggi siamo scesi all’inferno, ma strano: la gente sorrideva.
Dharawi, lo slum più esteso della città.
In un primo momento non mi colpisce negativamente. Siamo in una zona dove si producono vasi in argilla. Tutto è piuttosto ordinato e pulito, Molte le donne e i bambini che incrociamo tra i vicoli stretti, asciutti e puliti. Le abitazioni sono basse, di terra e lamiera. Una stanza è una casa. Tra una e l’altra a volte pochi centimetri a volte nulla. Ogni tanto incrocio occhi scuri , ridenti o curiosi nascosti dietro ad un muro. Sembra una città in miniatura. Come fosse un modellino costruito sulla sabbia. Risaliamo in auto e la guida ci porta in un’altra zona: l’inferno.
Fango, buchi, non laboratori, non case, non stanze… buchi in cemento dove, al buio, la gente lavora. Lava la plastica, suddivide la plastica, tagliuzza la plastica che altra gente ha raccolto per strada, nelle discariche inventate, lungo le ferrovie.
In un’altra via qualcuno spacca vecchi elettrodomestici per recuperare e dividere il materiale.
Fango e sporcizia ovunque. Spazi bui e angusti. Non voglio pensare quando arriveranno i monsoni ad allagare tutto. A trascinare il fango, la plastica e l’immondizia,
Più avanti la via che stiamo percorrendo si immette in una più grande. Questa invece è una zona commerciale con un via vai di gente incredibile. Appare come una normalissima città, ma se la guardi dall’alto vedi un mare di teli blu e lamiere. Lo slum.
Sotto la superficie di questo mare ci sono strade invisibili, centinaia, migliaia di uomini e donne che ogni mattina si svegliano e lavorano, come noi, ma in condizioni che credo solo loro riescano ad accettare.
Sotto questo mare di teli blu ci sono sarti, barbieri, concessionari di moto, fruttivendoli e mille altri mestieri inventati per sopravvivere. C’è il tempio Hindu, la moschea e il negozio di elettrodomestici.
Non manca niente, nemmeno la voglia di sorridere, seppur dall’inferno.