CRYING BABIES
(Maledetti Quadri! – Arte Disturbante 2)
di Monia Guredda
Ed eccoci qui al secondo appuntamento con l’arte disturbante.
Seguitemi nel Regno Unito.
Ci troviamo a Rothertham, nello Yorkshire, ed è il 3 settembre del 1985. La tranquilla casalinga middle class May Hall sta preparando la cena quando il maritino Roy torna a casa dal lavoro. May gli va incontro e sicuramente gli chiede come è andata la giornata.
Durante questo interludio tutto borghese, la cena brucia. Anzi, l’intera casa brucia. Anzi, l’intera casa brucia, tranne un quadro che viene trovato intonso dal capo dei vigili del fuoco Peter Hall (parente?).
Peter è sconvolto dal ritrovamento poiché negli ultimi tempi è dovuto intervenire per salvare diverse persone coinvolte in incendi casalinghi in cui il fuoco ha mangiato tutta la casa tranne un singolo quadro. Un quadro in cui è raffigurato in bambino triste e in lacrime.
La notizia sbarca direttamente sulle pagine del giornale scandalistico Sun, che ovviamente dà grande risalto alla maledizione dei quadri dei bambini piangenti. La redazione inizia ad essere tempestata di telefonate di persone che, da tutto il Regno Unito, affermano di possedere un quadro della serie dei bambini piangenti che li perseguita, facendo accadere strani incidenti in casa. Alcuni arrivano ad affermare di aver tentato di dare il quadro in pasto alle fiamme, ma che questo ne è uscito illeso.
A questo punto il Sun si sente investito da una sacra missione e lancia una campagna degna dell’inquisizione spagnola (“Nessuno si aspettava l’inquisizione spagnola”) sbattendo in prima pagina questo titolone: “AVETE IN CASA UN QUADRO CON UN BAMBINO CHE PIANGE? DOVETE LIBERARVENE! E’ MALEDETTO!”
La redazione riceve decine di foto da parte dei lettori che possiedono un quadro della serie e tutti insieme organizzano uno spettacolare autodafé che viene anche documentato e ripreso.
La maledizione è sconfitta.
Ma.
Ma non avevano detto che i quadri erano resistenti al fuoco..?
E da dove arriva la maledizione?
Eccovi il prequel.
Giovanni Bragolin è un pittore veneto, nato nel 1911, che emigra in Spagna poiché in patria non ottiene il giusto riconoscimento. Nel paese iberico assume il nom de plume di Bruno Amadio e dipinge una serie di quadri aventi tutti come soggetto dei bambini dall’espressione triste e con gli occhi pieni di lacrime. Per qualche misteriosa ragione questi quadri diventano un must per le famiglie piccolo borghesi del Regno Unito che evidentemente uniscono alla mancanza di buon gusto la tendenza alla superstizione. Un mix letale.
Ma come e perché i quadri sarebbero maledetti?
La fantasia umana ha partorito queste tre ipotesi:
Bruno Amadio ha fatto un patto con il diavolo per poter diventare un pittore famoso (classico, banale)
Amadio maltrattava i suoi modelli (tutti orfani presi in prestito da qualche istituto) per ottenere il massimo effetto realistico
Uno degli orfani che gli faceva da modello era soprannominato dagli altri bambini El Diablo, per via della sua cattiveria e, non si sa se per volontà di Amadio o proprio del piccolo El Diablo, la sua anima è stata imprigionata nella tela (Dorian Grey docet)
Poi ci sarebbe una quarta teoria, ma ovviamente è la meno credibile. Io ve la espongo comunque per dovere di cronaca. Potrebbe, e sottolineo il condizionale, potrebbe essersi trattato di una colossale bufala ordita proprio dal Sun che ha saputo sfruttare ad arte la credulità degli albionici.
Di certo c’è che sarebbe facilissimo per chiunque di noi dare vita ad una cosiddetta leggenda metropolitana, mentre è praticamente impossibile smentirla una volta che questa ha messo radici.
P.S. tempo fa ho visto un quadro della serie in un mercatino dell’usato. Nel dubbio ho scelto di non adottarlo!