I PERICOLI DELLA MAGIA E DELLO SPIRITISMO
di A. Rossignoli
Si sa, è un argomento assai vasto, trattato in innumerevoli volumi e la cui pratica si ritrova in tutta la storia umana e presso tutti i popoli. Ai nostri giorni sono molti che, per imperizia,incuria, superficialità, avventatezza, si procurano dei guai a causa delle pratiche magiche.
La Bibbia ci stupisce per la frequenza con cui parla contro la magia e i maghi, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Così ci mette in guardia; perchè uno dei modi più comuni che il demonio usa per legare a sé l’uomo e per abbruttirlo è la magia, la superstizione, tutto ciò che rende a Satana un culto diretto o indiretto. In particolare, gli operatori di magia credono di poter manipolare forze superiori, che in realtà li asserviscono. Gli stregoni si credono padroni del bene e del male; gli spiritisti e i medium, dal canto loro, si prodigano nell’invocare gli spiriti superiori o degli spiriti dei defunti. In realtà, sono facile preda delle forze demoniache, dalle quali sono usati per fini distruttivi. Ora, chi è lontano da Dio è infelice,(anche se, in molti casi, non si rende conto di esserlo) e desidera fama, ricchezza, potere, piaceri materiali, e sembra che il demonio gli dica: «Ti darò tutto questo, perchè è in mio potere e lo darò a chi voglio, se tu ti prostri davanti a me» (Luca 4, 6-7).
Ecco allora giovani e vecchi, operai,professionisti, politici, attori, curiosi di ogni ceto sociale e di ogni età in cerca di risposte sul proprio futuro, ed ecco, conseguentemente, profilarsi una schiera di maghi, indovini, cartomanti, pranoterapeuti, sensitivi o veggenti di vario tipo. Costoro vengono avvicinati per caso, o per speranza, o per disperazione, o per prova: alcuni ne restano colpiti, altri legati, altri ancora entrano nei circoli chiusi delle sette. Nella maggioranza dei casi, dietro a tutto ciò non c’è solo superstizione e business… La magia non è soltanto una vana credenza, un qualcosa privo di fondamento. È un ricorrere a forze oscure per influenzare il corso degli eventi e per influire sugli altri a proprio vantaggio. Anche se in forme diverse a seconda delle differenti culture, il risultato, alla fine, è il medesimo: allontanare l’uomo da Dio.
La magia è di due tipi: imitativa e contagiosa. La magia imitativa si basa sul criterio della somiglianza nella forma e nel procedimento, fondandosi sul principio che ogni simile genera un suo simile. Un pupazzo, nello specifico, rappresenterà la persona che si vuole colpire e, dopo opportune invocazioni di rito, si colpirà il simulacro con aghi o quant’altro: la persona interessata avrà dolori e malattie nei punti del corpo colpiti dagli aghi nel pupazzo. La magia contagiosa si basa sul principio del contatto fisico, o contagio. Per influire su una persona, il mago ha bisogno di qualcosa che le appartiene: capelli, unghie, peli, vestiti; anche una fotografia, meglio se a figura intera, ma sempre a volto scoperto. Una parte sta per il tutto: ciò che viene fatto a quella parte influirà su tutto l’individuo. Il mago svolgerà il suo lavoro con appropriate formule o rituali, in tempi determinati dell’anno e del giorno, con l’intervento degli spiriti che egli invoca per rendere efficace la sua opera. La magia, però, abbraccia un campo assai più vasto delle semplici fatture, e più vasto del maleficio. Che armi avrà il cristiano, il credente contro il maleficio? La verità, la giustizia, la fede e , soprattutto, la Parola di Dio. Il mago, invece, avrà poteri di distruzione, maledizione, preveggenza, sdoppiamento, guarigione e altri ancora….Ma sarà, al contempo preda e strumento di spiriti maligni, e con lui anche la sua famiglia e le persone che a lui si rivolgono. Il risultato è che la vittima acquisterà, come minimo, una marcata avversione a tutto ciò che è sacro, con l’aggiunta di molti mali, molto variabili. Questo può accadere anche a chi ha commissionato il lavoro al mago, una volta offerto il “sacrificio”, rappresentato da un’offerta, anche molto piccola, e consegnato il materiale richiesto, magari rispettando certi precetti suggeriti (ad esempio oggetti da portare addosso, polveri da spargere e così via). In tal modo, si contrae col demonio un legame più o meno pesante, con conseguenze negative per l’anima e il corpo. Ora, è chiaro, puntualizza padre Amorth, che se ci si colloca sul terreno del demonio, del nemico, si cade in suo potere, anche se si è agito in buona fede, e solo la mano di Dio può liberare dai legami contratti. Le operazioni della cosiddetta alta magia vengono per lo più classificate in sacralizzazioni, consacrazioni, benedizioni, destituzioni, scomuniche, maledizioni. Si intende così trasformare gli oggetti e le persone in “simboli sacri” (ma sacri a chi? A che cosa?). Il materiale magico viene “magnetizzato” in determinati momenti, che sono oggetto dell’astrologia magica. Ogni mago reca su di sé, o prepara per altri, dei “pentacoli” (dal greco panta – klea); in generale, si tratta di medaglie i cui simboli sono “catalizzati di energie”. Essi hanno, secondo il mago, una particolare forza celeste.
Altra cosa sono i “talismani”, che richiamano i particolari della persona che vorrebbero proteggere. La richiesta di talismani è una delle maggiori attrattive dei clienti, che si sentono colpiti dalla sfortuna, dall’incomprensione, dalla mancanza di amore, dalla povertà e quant’altro; e questi stessi clienti sono disposti a pagare cifre da capogiro per questi portafortuna, che li dovrebbero liberare dai loro mali. E invece si portano addosso, nella migliore delle ipotesi, un oggetto di nessun valore, e, nella peggiore delle ipotesi, una carica negativa tale da danneggiare non solo loro, ma anche i componenti della loro famiglia.
Altre forme di magia guidano alla fabbricazione di filtri o miscele che provocano suggestione o chissà che altro in chi, mescolati a cibo o bevande, ingoierà gli intrugli preparati dal sedicente mago. Per fare un esempio, è noto il cosiddetto “filtro d’amore”, in grado di imporre un orribile legame (chiamato anche “legatura”).
La Bibbia, dal canto suo, ci parla per la prima volta del demonio quando tenta i progenitori sotto forma di serpente. Nella mitologia, il serpente è sempre implicato con gli emblemi della conoscenza. In Egitto, Iside è colei che conosce i segreti delle pietre, delle piante, degli animali; conosce i mali e i loro rimedi, per cui può rianimare il cadavere di Osiride. Il serpente è rappresentato annodato su se stesso e con la coda in bocca, come emblema del ciclo eterno della vita. Si pensi anche al serpente boa imperatore degli Incas o al boa divino degli Indiani. Nel Voodoo, il serpente androgino Danbhalah e Aida Wédo ispira i suoi adepti con una certezza e precisione che fornisce risultati stupefacenti in qualsiasi ora del giorno e della notte. Questo serpente afferma di conoscere tutti i segreti del Verbo creatore mediante la “lingua magica”, magnificata dalla musica sacra. Si tratta di una magia haitiana, di origine africana, che insieme alla magia africana originaria e a quella importata in Sudamericana (in particolare in Brasile), col nome di “macumba”, ha una spiccata potenza malefica. La modernità e la post-modernità hanno fuso, ma non cambiato, certi costumi; per cui, coabitano insieme scienza e magia, religione e antiche pratiche.
Ancora oggi, specie nelle nostre campagne, c’è gente religiosissima che ricorre a santoni (uomini o donne) per risolvere le proprie difficoltà più svariate (malattie, malocchio, lavoro, amore ecc.).
Alla magia è sempre accompagnata la divinazione: voler conoscere il nostro futuro attraverso vie traverse. Basti pensare al diffusissimo uso di farsi leggere le carte, ossia di farsi predire il futuro attraverso la lettura dei tarocchi. Pare che l’origine dei tarocchi risalga al XIII secolo, ad opera degli zingari, che avrebbero condensato in questo “gioco” il loro potere di predire il futuro.
Alla base c’è la dottrina esoterica che fissa lo schema di corrispondenza fra l’uomo e il mondo divino. Ora, l’ingenuo, abbagliato da come è stato rivelato con esattezza il suo passato, ne esce con angoscia e diffidenza o vane speranza, spesso con sospetti nei confronti di parenti o amici, e soprattutto con una certa forma di dipendenza da chi gli ha letto le carte, che lo accompagnerà anche in seguito. Tutto questo potrà causargli inquietudine, incertezza, rabbia; avrà il desiderio di ricorrere a pratiche magiche, o di fornirsi di talismani che gli neutralizzino quel nemico interiore che lui stesso si è procurato.
La più pericolosa magia di origine africana è basata sulla stregoneria, che è la pratica di chi vuole far del male agli altri e conseguire vantaggi materiali attraverso vie magiche; e sullo spiritismo, attraverso cui ci si intende mettere in contatto con gli spiriti dei defunti o con gli spiriti superiori. Lo spiritismo è noto in tutta le culture. Il medium fa da intermediario tra gli spiriti e gli uomini, prestando la sua energia allo spirito che vuole manifestarsi. Può accadere che questi spiriti evocati, specie se sono entità maligne, si impossessino di qualcuno dei presenti. La Chiesa ha sempre condannato le sedute spiritiche e la partecipazione ad esse.
Molti vengono ingannati per la loro ignoranza e superficialità. L’uso di certe danze, canti, costumi, candele e quant’altro, dal punto di vista etnico-folkloristico, può presentarsi interessante. Quattro candele ai quattro angoli di una strada, o un triangolo di candele di cui una con la punta rivolta in basso, possono sembrare un gioco o un’innocua superstizione… In realtà non è così, e i rischi ci sono.
Secondo Padre Amorth, è possibile che il demonio si serva di una persona per colpire gruppi anche numerosissimi, che possono addirittura prendere in mano il potere di una nazione, o influire su più nazioni (e la Storia è piena di esempi in tal senso…).
Anche certe musiche e certi gruppi musicali possono instillare violenza e, comunque, pensieri negativi.
Ad ogni modo, rileva Padre Amorth, praticamente in tutti i casi di vessazione demoniaca si nota un consenso umano, una colpa umana di libera adesione all’opera maligna: o per interesse, o per vizio, o per ambizione, o per chissà quali altri motivi.
Parlerò ancora dei pericoli della magia e dello spiritismo, poiché è necessario che tutti ne prendano coscienza: chiamatemi pure bigotto (non lo sono) e retrivo, ma, personalmente, non sarò così imprudente da organizzare una seduta spiritica o un rituale magico per poi ritrovarmi con la casa infestata, o peggio.
Bibliografia:
Padre Gabriele Amorth, Un esorcista racconta, Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 2007.