La Soglia Oscura
Misteri

I SINISTRI RUMORI DI MOODUS
di Gabriele Luzzini

Il piccolo villaggio di Moodus, attraversato dall’omonimo fiume, sorge nella città di East Haddam (Connecticut – USA) e ha acquisito una certa notorietà per via di misteriosi fragori sotterranei che si sono susseguiti nel corso dei secoli.
I puritani che si stabilirono nei suoi pressi sul finire del XVII secolo attribuirono i sinistri brontolii ad attività diaboliche.

Nel 1760, a seguito di continue e allarmate segnalazioni da parte degli abitanti della zona, re Giorgio III d’Inghilterra inviò uno stimato alchimista per venire a capo del mistero: il dottor Steel (oppure Steale, in alcuni resoconti, anche se il nome ‘dottor Acciaio’ renderebbe più epica la narrazione).
Lo studioso individuò e rimosse una sorta di perla gigante che si trovava in una grotta e ostruiva il flusso dell’acqua, generando gli inquietanti rumori che dal quel momento si affievolirono anche se non scomparvero completamente. Ovviamente siamo dalle parti del Mito dove un aneddoto viene impreziosito e modificato per ottenere maggior soddisfazione da parte dell’audience, arricchendosi poi di dettagli nel corso delle esposizioni successive.
In ogni caso, i rumori si ridussero anche se attorno al 1817 si verificarono diversi terremoti.

Il territorio dove sorge Moodus era abitato da nativi americani Algonchini e fu ceduto ai coloni americani solo nel 1662 (per la cronaca, con ‘trenta cappotti’ per un valore di circa 100 USD).
Già ai tempi degli abitanti originari, però, la zona già godeva di una fama nefasta.
Infatti, era nota col nome di ‘Matchitmoodus’ che nell’idioma indigeno significa proprio ‘Luogo di rumori cattivi’.
Gli stessi nativi raccontarono ai coloni che questi suoni minacciosi erano un modo di comunicare della loro divinità Hobomock, una sorta di gigantesco gigante di pietra che sovraintendeva anche al destino dei defunti.
Il dio degli Algonchini era contrariato dall’arrivo di questi estranei e soprattutto del loro Dio cristiano ed esprimeva il suo dissenso con tali suoni.
Come possiamo immaginare, era un modo per ottenere qualche cappotto in più nella contrattazione poiché gli stessi indigeni non avrebbero osteggiato il dio dei morti noto anche per essere un ‘Chepi’ (fantasma) e capace di atroci azioni nei confronti dei suoi avversari. Prevedibile che, con l’introduzione del cristianesimo da parte dei coloni, la figura del diavolo si sovrappose ad Hobomock.

Il tipo di suoni che si possono udire è eterogeneo poiché a volte sono assimilabili a vere e proprie esplosioni o colpi di pistola, mentre in altri casi si possono paragonare al rombo di rocce che cadono in una caverna, come spiegato in una testimonianza riportata da Charles Skinner nel suo libro del 1896 intitolato ‘Myths and Legends of Our Own Land’.
Una cosa straordinaria è che alcune volte il suono è stato udito a chilometri di distanza, come se si fosse propagato attraverso una serie di gallerie e grotte sotterranee.
E’ molto probabile che H. P. Lovecraft si ispirò al testo di Skinner per la stesura del racconto del 1928 ’The Dunwich Horror‘ anche se il racconto prende tutt’altra deriva e si plasma sui Miti del solitario di Providence, in particolar modo su Yog-Sothoth.
In ogni caso, questo passaggio evidenzia le suggestioni derivanti dagli eventi di Moodus:
“Mr. Hoadley disappeared soon after delivering this sermon; but the text, printed in Springfield, is still extant. Noises in the hills continued to be reported from year to year, and still form a puzzle to geologists and physiographers.” (“Il signor Hoadley scomparve poco dopo aver pronunciato questo sermone; ma il testo, stampato a Springfield, è ancora esistente. I rumori sulle colline continuavano ad essere segnalati di anno in anno e formano ancora un puzzle per geologi e fisiografi.”)

Sicuramente di indubbio interesse la descrizione fatta nel 1729 dal reverendo locale Stephen Hosmer, in cui ben trasmette la sensazione di terrore generata da questi suoni insoliti: “I have myself heard eight or ten sounds successively, and imitating small arms, in the space of five minutes. […] I have, I suppose, heard several hundreds of them within twenty years; some more, some less terrible. Sometimes we have heard them almost every day, and great numbers of them in the space of a year. Oftentimes I have observed them coming down from the north, imitating slow thunder, which shakes the houses and all that is in them.” (“Io stesso ho sentito otto o dieci suoni in successione, e imitando le armi leggere, nello spazio di cinque minuti. […] Suppongo di averne sentite diverse centinaia nel giro di vent’anni; alcuni di più, altri meno terribili. A volte li abbiamo sentiti quasi ogni giorno, e un gran numero di loro nel giro di un anno. Spesso li ho osservati scendere da nord, imitando un lento tuono, che scuote le case e tutto ciò che c’è in esse”.)

Grazie all’ottimo lavoro svolto dall’esperto di folklore Stephen Gencarella che vive nei pressi di Moodus e ha avuto modo di analizzare diversi documenti, sappiamo che è stato l’approccio dei colonizzatori ad alimentare le credenze, così da poter legittimare espropriazioni e uccisioni dei nativi, come se fossero adoratori di entità malvagie.
Il sopracitato reverendo Hosmer svolse un’ampia opera di demonizzazione dei riti degli Algonchini, cercando con efficacia di cancellare i precedenti culti.

Gli stessi rumori cambiarono attribuzione nel corso del tempo e, sul finire del 1800, la leggenda cominciò ad aderire alla tradizione stregonesca, indicando che i rumori provenissero dall’interno del monte Tom che sorge nei pressi dell’area.
Come fu raccontato sulle pagine del New York Sun nel 1887, l’evoluzione della storia sottolineò che il sopracitato monte fosse in realtà vuoto al suo interno, con un demone assiso su un trono che assisteva allo scontro tra streghe bianche e streghe nere. Il rumore udito, quindi, non era altro che la violenza dei sortilegi lanciati dalle due fazioni in lotta.
Nella nuova narrazione, quindi, il dio Hobomock lascia il posto al signore delle streghe: Machimoodi (una storpiatura del nome originario del luogo).

Ma la scienza come si pone nei confronti del fenomeno? Nell’Ottocento alcuni studiosi giunsero alla conclusione che i rumori fossero da imputare a gas sotterranei che generavano esplosioni chimiche mentre analisi più recenti li collegano ad eventi sismici, frequenti nella zona, e quindi a veri e propri micro-terremoti.
Se verifichiamo le cronache, infatti, scopriamo che scosse telluriche nei pressi di Moodus furono registrate a partire dal 1600.
Anche l’idea che il monte Tom, in prevalenza fatto di scisto e granito, abbia delle cavità vuote al suo interno, può dare un senso a quanto finora narrato. Probabilmente, al suo interno non c’è una creatura che assiste alla battaglia tra forze del bene e del male ma la struttura consente un particolare effetto sonoro generato dall’apertura di Cave Hill, chiamata ‘Grotta dei Venti’ o ‘Grotta di Moodus’. Da segnalare, che proprio lì i rumori risultano più forti, forse a causa di un particolare effetto dell’eco.
Quindi, da un punto di vista geologico, i rumori potrebbero essere causati da un’interazione tra diversi fattori e cioè micro-terremoti, effetti creati dall’eco in grotte sotterranee ed esplosioni dovute a piccoli giacimenti di gas nel sottosuolo.

Oppure è Hobomock, il dio dei morti, che sta cercando di comunicare nell’unico modo con cui è certo di farsi sentire.