La Soglia Oscura
Misteri

Il ponte del diavolo – di Gabriele Luzzini

A pochi chilometri da Lucca sorge la piccola cittadina di Borgo a Mozzano, nella valle del fiume Serchio. Lungo la strada statale 12 dell’Abetone e del Brennero, l’attenzione viene catalizzata da un ponte di chiara struttura medioevale che unisce le due sponde fluviali.

Ponte del diavolo 1

La storia ci riferisce che fu voluto dalla contessa Matilde di Canossa e fatto restaurare successivamente da Castruccio Castracani, condottiero e signore di Lucca.
L’attuale nome e cioè ‘Ponte della Maddalena’ risale al 1500, a seguito di un oratorio sorto sul lato sinistro. All’inizio del 1900 fu modificato con l’apertura di un altro arco nella parte destra, così da agevolare lo sviluppo della ferrovia che corre a lato del Serchio.
Ma per la bizzarra struttura che lo contraddistingue, con quell’arco centrale che si innalza ardito e innaturale al centro del fiume è noto altresì come ‘Ponte del Diavolo’.

Ponte del diavolo 2

La leggenda narra che il capomastro che ne sovraintendeva la costruzione si accorse che non sarebbe mai riuscito ad innalzare la volta centrale rispettando i tempi prefissati. Colto dallo sconforto e dal timore per le conseguenze derivanti dalla mancata conclusione nella data stabilita, invocò il diavolo che acconsentì ad aiutarlo in cambio della prima anima che avesse attraversato il ponte. Lo scellerato patto fu siglato e nel corso di una sola notte anche la campata più grande fu completata. Al sorgere dell’aurora, scosso dai sensi di colpa, il capomastro decise di far attraversare il ponte da un animale, prima che gli abitanti del borgo cominciassero a transitare. Qui le tradizioni orali raccolte sono discordi… Alcune parlano di un cane, altre di un maiale. In ogni caso, il diavolo non poté ghermire un’anima umana e si dovette accontentare di una bestiola.
Non è, ovviamente, l’unico ‘Ponte del Diavolo’ esistente. In Italia ce ne sono in diverse località: Cividale del Friuli, Bobbio, Lanzo Torinese… Personalmente ne ho trovato uno anche a Santa Eulària des Riu, Ibiza.
Le leggende sui ponti diabolici sono abbastanza comuni e hanno uno sviluppo piuttosto simile:
1) Un ponte da costruire o da terminare su un precipizio o su un fiume impetuoso (comunque in condizioni proibitive)
2) La richiesta di un supporto diabolico che viene accordato in cambio della cessione della prima anima che attraversa la struttura
3) Lo stratagemma del richiedente ormai ravveduto che fa transitare un animale sul ponte (cane, maiale, oca, gallina…)
E’ evidente il legame coi sacrifici di animali che si operavano per ingraziarsi gli dei ed ottenerne i favori, oltre che per onorarli a fronte di aiuti ricevuti. In questo caso, le divinità pagane assumono le sembianze dell’angelo caduto ma le radici antropologiche sono evidenti.
Sicuramente a favorire la fama diabolica del ‘Ponte della Maddalena’ hanno concorso le arcate asimmetriche (quindi contrarie ai canoni di perfezione e similitudine che vengono attribuiti a Dio) e al fatto che il suo primo ed importante restauro fu voluto da Castruccio Castracani, scomunicato da papa Giovanni XXII nel 1327, a causa della sua manifesta avversione al potere temporale della Chiesa.
Certo che, trovandosi sulla ‘gobba’ più alta del ponte ad osservare il fiume, una sensazione di vertigine tende a prendere il sopravvento, il raziocinio vacilla e ci si domanda se, davvero, quel ponte è frutto esclusivamente dell’ingegno umano…

Ponte del diavolo 3