LA LAPIDE MALEDETTA
di Gabriele Luzzini
Indubbiamente le storie che trattano di maledizioni hanno sempre un’aura di insolito interesse in grado di ghermire anche il lettore più distratto.
Quel che mi accingo a narrare risale alla fine degli anni Trenta del secolo scorso. Eppure, nonostante il tempo trascorso, rimane pervaso da quel sottile fascino che solo l’ignoto è in grado di emanare.
Se è una storia vera? Sicuramente l’inizio attinge alla cronaca nera del tempo, anche se i contorni di quel che successe dopo risultano più sfumati.
Ma ora torniamo indietro nel tempo e raggiungiamo Pulaski County (Kentucky) nel 1938…
Carl Pruitt, tornando a casa dopo un’intensa giornata di lavoro, sorprese la moglie nel talamo nuziale con un altro uomo. Accecato dalla collera, afferrò una catena e strangolò la consorte mentre l’amante riusciva rocambolescamente a fuggire.
Riacquistata la lucidità, si accorse dello scellerato gesto appena compiuto e si suicidò.
La famiglia della moglie non volle perdonare l’uomo che fu sepolto in un cimitero differente da quello in cui era stata tumulata la salma della donna.
Il mistero comincia tempo dopo, quando i visitatori del cimitero in cui era sepolto Pruitt cominciarono a notare una stranezza sulla lapide e cioè una sorta di scolorimento della pietra che ricordava una sequenza di cerchi collegati tra loro… Era proprio la sagoma di una catena!
Un giorno, alcuni ragazzini raggiunsero in bicicletta il cimitero per vedere se era vera la voce che circolava sulla tomba di Pruitt e la comparsa dell’immagine che ricordava la sua follia omicida.
Il più audace tra loro, Jim Collins (a volte menzionato come James Collins) forse per rivendicare una presunta posizione di comando all’interno del gruppo e dimostrare di non essere superstizioso, lanciò un sasso contro la lapide, riuscendo a scheggiarla.
Il ragazzo fu trovato cadavere più tardi, come conseguenza di un bizzarro incidente in bicicletta. A seguito di una caduta dovuta all’alta velocità, la catena era uscita dalla sua sede, avvolgendosi attorno al collo e soffocandolo. Una casualità pressochè impossibile.
Il padre affranto non riusciva a capacitarsi dell’accaduto mentre la madre aveva ben chiaro cosa ci fosse dietro al mortale incidente. Perciò, la donna prese un’ascia e si recò al cimitero, colpendo il maledetto monumento funebre con violenza.
Il giorno dopo, uscì di casa per stendere i panni in cortile ma fu trovata strangolata dal filo del bucato (in alcuni resoconti, risultava essere non il classico cavo ma una vera e propria catenella).
Passarono diversi mesi e un giorno transitò da quelle parti un carro trainato da cavalli, condotto da un agricoltore che stava trasportando la sua famiglia.
Gli sembrò divertente prendere il fucile che aveva con sé e prendere di mira la lapide di Pruitt. I cavalli si imbizzarrirono e trascinarono il mezzo in una folle corsa. I familiari riuscirono a saltare giù senza riportare danni, mentre le briglie si avvolgevano attorno al collo del contadino, causandone la morte per soffocamento.
La tangibile inquietudine che serpeggiava a Pulaski County portò il membro locale del Congresso a inviare 2 agenti di polizia per verificare cosa stesse accadendo.
Giunti al cimitero, uno dei due iniziò a farsi beffe di superstizioni, spettri e credulità popolare. Fecero alcune fotografie e poi ritornarono in auto per raccogliere le varie testimonianze di quel che era accaduto negli ultimi tempi riguardo la lapide di Pruitt.
Mentre stavano percorrendo la strada, lo scettico dei due notò una inspiegabile luce provenire dalla tomba. Poteva essere un semplice riflesso delle luci posteriori dell’auto ma sembrava essere dotata di una propria autonomia e si avvicinò rapidamente. A questo punto, schiacciò l’acceleratore con decisione ma la luce incalzava sempre di più. L’altro agente chiedeva con sollecitudine di rallentare, poiché non c’era nulla di anomalo. Improvvisamente, perse il controllo del veicolo che andò fuori strada, passando tra due pali e ribaltandosi più volte.
Il poliziotto che guidava morì quasi decapitato da una sottile catena tesa tra i due pali che aveva frantumato il parabrezza avvolgendosi attorno al suo collo mentre l’altro riportò solo qualche piccola contusione.
A seguito di questo episodio, tutti si tennero ben distanti dalla tomba di Pruitt finchè sul finire degli anni Quaranta un certo Arthur Lewis entrò nel cimitero con un martello e il risoluto intento di distruggerla.
Alcuni testimoni del tempo dissero di aver sentito urla e strepiti provenire dal luogo di sepoltura e di aver trovato l’uomo privo di vita, con la catena utilizzata per chiudere il cancello stretta attorno al collo.
Una cosa inspiegabile è come la pietra tombale risultasse perfettamente integra, nonostante le azioni vandaliche della madre di Jim Collins, i colpi di fucile del contadino e infine i colpi di martello del signor Lewis.
Dopo l’ennesimo decesso misterioso, vennero sospese le sepolture nel cimitero e molti decisero di far riesumare i corpi dei propri parenti per farli seppellire in un altro luogo.
Successivamente, una compagnia mineraria acquistò il terreno, trasferendo le salme rimaste in nuovi luoghi di sepoltura e la lapide fu definitivamente demolita nel 1958, a seguito di alcune attività effettuate dalla nuova azienda proprietaria, che smaltì le macerie insieme ad altri detriti.
Questa è la versione ufficiale, anche se qualcuno sostiene che l’indistruttibile pietra tombale sia stata semplicemente rimossa e conservata in qualche magazzino governativo dove non avrebbe più nuociuto.
Pur essendo evidente la connotazione da ‘Leggenda Urbana’ che aleggia nelle varie narrazioni, sembra comunque ci siano i certificati di morte che illuminano la vicenda di una luce decisamente sinistra, quasi che davvero una maledizione si fosse stretta attorno alla storia dell’omicida.