LA LUGUBRE LUCE DI MACO
di Gabriele Luzzini
«Cos’è quella luce evanescente vicino ai binari del treno?»
Sembra una domanda pesente in qualche racconto di fantasmi ma è stata pronunciata molte volte nei pressi della ferrovia che passa per Maco, nella Carolina del Nord (USA).
Il fenomeno è noto come ‘Maco Light’ (‘Luce di Maco’) ed è iniziato alla fine del XIX secolo o, quantomeno, così asserisce il folklore locale.
Il bagliore è simile a quello di una lanterna in uso ai ferrovieri di tale periodo storico e la leggenda collegata tende a rimarcare tale peculiarità.
Lo sfortunato protagonista della storia è il capotreno Joe Baldwin, responsabile di un convoglio che stava percorrendo la linea che collegava Wilmington e Augusta nel corso di una notte particolarmente piovosa del 1867.
All’altezza di Maco e per maggior precisione nei pressi di una minuscola stazione rurale chiamate ‘Farmer’s Turnout’ (‘Lo scambio del fattore’), Baldwin si accorse che l’ultimo vagone si stava sganciando per un guasto al sistema di blocco. Notando in lontananza il sopraggiungere delle luci di una locomotiva a vapore, cercò di avvisare il macchinista dell’altro treno di quel che stava accadendo, per indurlo a rallentare. Perciò, si portò sulla piattaforma posteriore di quel vagone e iniziò ad agitare la lanterna che aveva in dotazione.
Purtroppo, le condizioni di scarsa visibilità e l’alta velocità del locomotore in arrivo non scongiurarono l’impatto. Secondo un testimone, La lanterna finì nella palude vicina. In seguito, dalle lamiere accartocciate fu estratto il corpo decapitato di Joe Baldwin. In alcune versioni la testa non fu ritrovata mentre in altre fu recuperata poco lontano dal luogo dell’incidente.
Non passò molto tempo e gli agricoltori che abitavano lungo quel tratto di ferrovia cominciarono a segnalare strane luci notturne, del tutto assimilabili a una lanterna! Venivano descritte come caratterizzate da un colore bianco vivido ma al contempo innaturale, quasi che gli eventi di quella tragica notte venissero riproposti come forma spettrale di memoria. Si sparse immediatamente la voce che Joe Baldwin fosse tornato dall’Aldilà per ritrovare la sua testa, spiccata dal busto a seguito della collisione, oppure per indurre i macchinisti ad essere più prudenti nell’attraversare quella zona.
Sul finire dell’800, per scongiurare eventuali problematiche, la modalità di segnalazione fu sostituita con luci verdi e rosse in modo di non essere confuse con quella bianca che compariva in modo misterioso. Nel 1889, il presidente Grover Cleveland si trovò a transitare su quel tratto ferroviario e quando chiese spiegazioni sulla differente segnaletica luminosa, gli fu spiegata la vicenda del capotreno Baldwin.
Gli scettici attribuiscono il fenomeno ai gas sprigionati dalla palude lì vicina oppure al riflesso dei fari delle auto che transitano da quelle parti anche se, oggettivamente, potrebbero apparire spiegazioni un po’ forzate.
Innegabile nella narrazione l’eco della figura di Jack o’ Lantern, il furbo e alcolizzato fabbro irlandese che riuscì a raggirare il diavolo più volte fino a evitare la dannazione eterna. Il giorno della sua morte non fu ammesso in Paradiso per via della condotta per nulla esemplare e quindi si presentò all’Inferno. Il diavolo, però, ricordando le vicende precedenti e la sua rinuncia a dannarlo, lo allontanò lanciandogli un tizzone ardente. L’irlandese lo inserì in una rapa che aveva con sé e con una rudimentale lanterna cominciò a vagare senza pace. Col tempo, per ricordare la vicenda, le rape furono sostituite con le più scenografiche zucche e sì, il volto intagliato dovrebbe rappresentare il fabbro Jack. Del resto, anche Joe Baldwin, secondo il folklore, è un’ombra senza requie che si aggira portando con sé una lanterna.
Anche la figura dell’individuo decapitato alla ricerca della propria testa ricorre frequentemente nella tradizione e nella Letteratura, basti pensare a ‘The Legend of Sleepy Hollow’ (‘La Leggenda della Valle Addormentata’) di Washington Irving in cui la minaccia che deve affrontare Ichabod Crane è proprio un cavaliere senza testa.
La storia di Joe Baldwin si è profondamente innestata nel tessuto popolare, generando anche la Ballata ‘The Maco Light’ che racconta l’accaduto:
They found Joe’s body,
They found Joe’s head!
They buried ’em both,
But he’s not dead!
On a dismal night in a dismal swamp,
You can see his lantern shine!
(Hanno trovato il corpo di Joe,
Hanno trovato la testa di Joe!
Li seppellirono entrambi,
Ma lui non è morto!
In una lugubre notte in una squallida palude,
Puoi vedere la sua lanterna brillare!)
Nella Ballata, il capotreno è stato tumulato con la testa ritrovata ma non riesce a trovare la pace, forse per il senso di colpa di non essere riuscito a evitare lo scontro.
Ma esiste traccia in qualche documento dell’epoca di Joe Baldwin e dell’incidente che lo uccise?
In realtà no. Non c’è alcun riferimento al disastro ferroviario del 1867 ma risulta che un certo Charles Baldwin, anch’egli capotreno, morì nei pressi di Maco nel gennaio del 1856 (quindi undici anni prima). La dinamica è abbastanza simile anche se in questo caso l’uomo fu sbalzato via dallo scontro e morì successivamente per le ferite riportate. Il medico legale concluse che la colpa dell’incidente era da imputare proprio al capotreno, non avendo correttamente segnalato la presenza del suo mezzo alla locomotiva che stava sopraggiungendo. Probabilmente, ci sono state fatte alcune modifiche nella narrazione che hanno contribuito a creare la leggenda, tra cui la cruenta decapitazione.
Il fenomeno si è presentato con continuità fino al 1977, quando furono rimossi i binari della vecchia linea ferroviaria anche se molti sostengono che non sia mai cessato, seppur presentandosi con minor intensità e frequenza.
Chissà, forse alla fine il fantasma di Joe Baldwin è riuscito a ritrovare la sua testa…