La ninfa dei boschi – di Gabriele Luzzini
Accadde alla Pinacoteca di Brera , il 24 giugno di alcuni anni fa… I contorni sono sfumati, le testimonianze dirette confuse e potremmo semplicemente considerare la situazione come una delle decine di leggende che caratterizzano Milano. Ma la vicenda è decisamente bizzarra e merita di essere approfondita.
Nel corso della notte di San Giovanni, il circuito di videosorveglianza catturò le immagini di una fanciulla evanescente che usciva dal dipinto “La Ninfa dei Boschi” (XVI sec.), attribuito a Bernardino Luini. La figura femminile, nuda e circonfusa da misteriose luminescenze, additò il quadro dal quale era uscita per poi svanire nel nulla. I guardiani rimasero sbigottiti nell’osservare lo straordinario evento. Ma questo era solo l’inizio del mistero.
Tempo dopo, il quadro fu sottoposto ai raggi X e quel che risultò fu altrettanto sorprendente. Sotto al dipinto esisteva un secondo soggetto, risalente al XII secolo, che raffigurava un’ambientazione bucolica e al centro della stessa un disco dalla forma allungata. Completavano l’immagine alcune figure umanoidi ma con quattro braccia, intente ad esplorare la zona. Dopo la scansione, il quadro non fu più esposto al pubblico. Le informazioni attuali sostengono che se ne sia persa traccia.
Proviamo ora a fare qualche considerazione. La notte di San Giovanni, pur non essendo esattamente quello del solstizio d’estate, ha comunque forti legami con lo stesso. Secondo la tradizione Indù, in quel periodo viene aperta la ‘Pitri Vana’ (la Porta degli uomini) che si contrappone alla ‘Deva Vana’ (la porta degli Dei, la cui apertura avviene nel corso del solstizio invernale). E’ quindi un momento particolare di transizione, che peraltro si trova in diverse altre culture, dall’Antica Grecia ai nativi americani. La cultura popolare, poi, la considera come una sorta di notte incantata e vengono compiuti particolari rituali per tenere sotto controllo le energie che attraversano l’apertura della porta solstiziale. Già in età pre-cristiana il 24 giugno era considerato sacro ed esisteva la possibilità di eseguire sortilegi per conoscere il destino ed evitare inganni. Inoltre, sempre in tale data, si celebra la festa Wiccan denominata Foris e legata alla fortuna e alla consapevolezza.
E se il quadro fosse stato una sorta di ‘portale’, attivatosi in seguito a particolari circostanze od energie? Forse la sagoma era un’entità fuoriuscita da un’altra dimensione, poiché escluderei l’ipotesi di uno spettro. Chissà, magari Bernardino Luini decise di nascondere un segreto appartenente ad alcuni secoli prima oppure, semplicemente, riutilizzò una tela che per lui non aveva alcun valore. Purtroppo, il fatto che il quadro non sia più disponibile non supporta un’analisi adeguata. Ma del resto, se anche Shakespeare decise di far svolgere gli eventi di ‘Midsummer night’s dream’ il 24 giugno, qualche motivo ci sarà…