LA TECNICA DEL MYSTERY DI CAROLYN WELLS
Traduzione di Alda Teodorani ed Emma Misitano
Recensione di Viviana De Cecco
Alzi la mano chi non ha mai sognato di inventare un enigma che neppure Sherlock Holmes riuscirebbe a risolvere… Gli autori che amano cimentarsi con il genere del mistero e del giallo troveranno in questo libro un ottimo strumento per scrivere una storia che possa tener sveglio il lettore e condurlo per mano verso i sentieri del crimine letterario, in cui si mescola la giusta dose di realismo e fantasia.
La traduzione inedita di Alda Teodorani ed Emma Misitano riporta alla luce la magistrale opera di Carolyn Wells, scrittrice e poetessa statunitense vissuta tra la fine dell’800 e i primi del ‘900, che, con dovizia di particolari ed estratti dai più celebri romanzi del genere poliziesco, ci induce a scoprire il fascino nascosto dell’investigazione e dei metodi più appropriati per creare una storia avvincente e degna di interesse.
Ovviamente, questo saggio è stato scritto prima che Agatha Christie dotasse il suo Poirot di infallibili celluline grigie o mandasse in giro per il mondo la sua arguta Miss Marple alla ricerca degli assassini più strambi, ma di certo anche gli scrittori moderni potranno trovare degli spunti interessanti, soprattutto chi ama il giallo storico.
Ogni capitolo tratta un argomento diverso, partendo dalla storia del genere poliziesco per poi descrivere concretamente i metodi che hanno utilizzato gli scrittori del passato per inventare le figure di investigatori più famosi, come Edgar A. Poe con il suo Dupin, Conan Doyle con Sherlock Holmes o Jack Futrelle con il Professor Van Dusen. Ci immergiamo nelle descrizioni fisiche dei detective, nelle loro caratteristiche peculiari, nelle scene del crimine e nella mente degli assassini.
Oltre a esempi pratici su come intrecciare una trama, seminare indizi e creare la giusta atmosfera, l’autrice descrive in dettaglio quali sono gli errori più comuni che può commettere uno scrittore principiante, soffermandosi sulle differenze tra i vari metodi investigativi (scientifico, psicologico, deduttivo) e confrontando gli schemi narrativi delle trame.
La Wells fornisce risposte precise alle domande che molti si pongono. È banale usare pioggia, nebbia o tempeste per dare un tocco di oscurità alla propria storia? Quanto dev’essere lunga un’indagine? Meglio essere concisi o complessi? E il romanticismo? Quanto influisce la presenza di una figura femminile nella storia?
Molto interessanti i passaggi che vengono dedicati alle scrittrici di gialli, tra cui Anna K. Green, la prima autrice della letteratura ad aver scritto un poliziesco di successo (Il caso Leavenworth) in cui si mescolano ad arte l’elemento narrativo tipicamente ottocentesco e quello più legal della detective story.
E visto che la Wells ci ricorda che “il romanzo poliziesco, e in esso includiamo tutta la gamma di storie del mistero o a enigma, è basato su una caratteristica fondamentale e umana, la curiosità (o avidità di sapere)”, si spera di avervi incuriosito a leggere questo bel saggio.
Grazie all’ottimo lavoro delle due traduttrici, che aggiungono al testo originale delle note approfondite e curate, il libro può dunque trovar spazio anche sugli scaffali di un lettore appassionato di enigmi e misteri che desidera approfondire la storia di un genere che troppo spesso è stato considerato “minore”.