DREPANUM, LA FALCE INSANGUINATA
DI ALESSIA PIEMONTE
Recensione di Monica Porta
Non ho mai visto Trapani. Eppure, leggendo “DREPANUM, LA FALCE INSANGUINATA” di Alessia Piemonte, posso dire di averci persino soggiornato.
Il romanzo è un crime di spessore. Ben scritto, arguto nelle dinamiche investigative, incastonato in terra siciliana. La storia si snoda attraverso la vita dei molteplici personaggi, efficacemente descritti. La prima vittima, Letizia Gandolfo, una bellissima ragazza, muore investita dalla propria auto. Basterebbe questo per affascinare il lettore, ma il mistero si infittisce a mano a mano che la squadra investigativa indaga sui trascorsi della giovane e altri crimini si aggiungono al primo, efferato, delitto, con il dipanarsi dell’Opera, portandomi al limite del baratro, a un passo dal salto nel vuoto, che ha coinciso con la risoluzione del giallo.
La forza di DREPANUM, LA FALCE INSANGUINATA, a mio parere, risiede nella capacità dell’Autrice di descrivere uno spaccato che nulla ha da invidiare ai fatti di cronaca reale.
Ho amato l’uso di termini desueti, bellissimi, come “illeggiadrito” nella descrizione del Commissario Alberto Baldarotta perché me l’ha reso non solo visibile, ma anche vivo mentre leggevo.
In sintesi, il libro racconta il male, forse il più antico che divora l’uomo, ma anche l’umanità disarmante dei suoi protagonisti.
Sorprendente. Da non perdere!
