La Soglia Oscura
Racconti

LA TREGUA DI NATALE – 1914
LETTERA DAL FRONTE OCCIDENTALE
di Giulia Faccio

( Tutti i fatti sono coerenti con le testimonianze scritte dai soldati inglesi )

Mia cara,
nel nostro buco di terra resistiamo bene, la pioggia ci ha risparmiati per le festività
i tuoi doni sono riusciti a raggiungermi e tutti ti amano quanto me.
Anche se il congelamento si è mangiato le dita dei piedi
mi vedrai tornare sulle mie gambe
il freddo ed il piombo ne hanno portate vie alcune in questi giorni
ma il nostro morale è alto:
stufato caldo e patate ci hanno reso più umani
anche la terra di trincea ha qualcosa di casa nostra.
La notte prima della vigilia un proiettile mi ha bruciato la guancia
pensavo mi avesse portato via un pezzo di faccia
ho dovuto chiedere al mio compagno se ci fosse tutto
e la sua risata mi ha confortato.
Ho capito in quel momento il mio ruolo in questa follia mondiale
e di stare facendo qualcosa di totalmente insensato
si è strappato un velo nella mia mente: l’illusione di giustizia è svanita…
Ora ascolterai del miracolo nelle Fiandre
quello che è successo a Natale sopravviverà ad ogni censura.
Mi è sembrato straordinario e misterioso come tutte le faccende umane
spirituale ma lontano da ogni religiosità
qui dio non ha messo mai piede ma le nostre coscienze sconvolte
le nostre anime di esseri infranti
sono emerse per reclamare vita e bellezza.
La notte del 24 le trincee tedesche si sono illuminate
decine di falò sui parapetti a 50 iarde da noi
persino un grazioso alberello decorato rischiarava la bruma.
Quando la nebbia si è levata
una distesa di corpi accartocciati e contorti
sembrava un infernale, demoniaco giardino.
Ma poi arriva a mondare il campo
un coro potente e commovente
canti magnifici dalle postazioni tedesche.
Ancora più luci
Ci sentiamo chiamare
qualche sagoma sventola gli elmetti dai parapetti.
Cantano God save the queen
Intonano Home sweet home
Sono talmente bravi che tentiamo di accompagnare le melodie
ed insieme leviamo al cielo l’ Adeste fideles
come se tutti soldati di tutte le guerre fossero con noi.
Vediamo qualche sagoma superare a mani alzate il confine…
scartano i cadaveri e gridano degli auguri.
Il nostro capitano acconsente e nessun colpo è sparato
alcuni di noi emergono dal fango gelato ed avanzano.
È l’alba…
è l’alba, amore mio, ed io capisco di stare scrivendo la Storia.
Esco e mi avvio verso il gruppo sempre più numeroso
le mie gambe mi rallentano ma i compagni mi afferrano
e corriamo incontro al nemico.
Il campo è resuscitato
brulica di esseri smarriti che si fanno forza a vicenda.
Ci stringiamo le mani
Il 106° Reggimento Sassoni dalle divise rattoppate per la festa
e noi del Queen’s Westminster laceri e scomposti.
Dopo diverse ore a scavare buche nella terra granitica
tutti sono stati seppelliti con onore
abbiamo pregato insieme.
Al tepore dei fuochi si è parlato fino a sera
Il loro inglese è davvero buono
molti hanno lavorato nella nostra capitale
uno anche al ristorante in cui ti ho conosciuta
ha detto che potrebbe averci portato la torta!
Altri hanno studiato o si sono trovati in vacanza lì
un soldato di sedici anni mi ha dato la sua foto
e l’indirizzo dalla sua ragazza a Liverpool
mi ha baciato sulle guance facendomi quasi svenire dal dolore
era felice di sapere che forse qualcosa di sé sarebbe tornato a lei.
I tedeschi hanno portato un barile di birra, sigari e pane nero
quando hanno mangiato il pudding erano i nostri migliori amici.
Gli abbiamo dato sigarette, carne in scatola e giornali
non potevano credere alle versioni dei nostri cronisti
nelle loro tane fradice arrivano ben altri dispacci
anche noi iniziamo sospettare della nostra carta straccia.
Sfidando il campo accidentato i più entusiasti
hanno fatto qualche partita a pallone
anch’io avrei voluto ma gli stivali mi avrebbero abbandonato subito.
Ci siamo abbracciati e augurati di tornare salvi in patria
avrei voluto morire lì, stretto alla giubba di un tedesco
piuttosto che tornare vivo nella nostra fossa
“ Diamoci una mossa e finiamola con questa dannata guerra”.
Ho salutato il giovane milite
forse sarò io ad ucciderlo…
Mi ha guardato come se anche lui sapesse
che nessuno fosse lì di la sua volontà
Mi ha guardato come se non osasse suggerire
di fuggire insieme.
Dopo il Boxing Day abbiamo ricominciato a sparare
Il miracolo è finito ed anche qualcosa dentro me
è rimasto dietro al filo spinato
a chiedersi il perché.