La Soglia Oscura
Parapsicologia

Le basi della dottrina spiritista – di A. Rossignoli

Negli scritti di Allan Kardec, si può scoprire l’impronta delle principali dottrine religiose occidentali e dell’antica tradizione orientale. L’idea di Dio, supremo creatore dell’universo, è fondamentale per lo spiritismo.

Dio ha creato l’uomo e gli ha assegnato un’anima immortale, che è sua creazione. Quindi Dio è il creatore degli spiriti . Gli angeli non sono più, per gli spiritisti, esseri speciali di natura intermedia tra l’uomo e Dio, ma spiriti eletti che hanno superato tutte le prove e hanno raggiunto il grado più elevato.

Il Cielo non è un luogo, ma sta in ogni dove, poiché è lo stato di beatitudine, di pace e felicità raggiunto dagli spiriti buoni, in qualsiasi luogo si trovino. Inoltre, le pene eterne non sono altro che una metafora per illuminare la nostra ignoranza: non vi è né fuoco né inferno, ma solo una profonda angoscia che opprime gli spiriti negativi mentre percorrono il cammino che li conduce alla loro evoluzione.

Gli spiritisti non negano la figura di Gesù Cristo né la sua importanza nella storia dell’umanità, ma lo considerano nella sua natura umana, ritenendolo uno spirito superiore, senza pari, destinato a servire da esempio agli altri uomini. I fatti narrati dal Vangelo, i miracoli e le profezie, vengono interpretati alla luce di questa visione della persona di Cristo.

L’idea del perispirito, la dottrina della reincarnazione, il cammino di perfezionamento che le anime devono percorrere per raggiungere lo stato di suprema beatitudine, sono tutti concetti caratteristici dell’induismo. Sempre derivati dall’induismo sono il passaggio delle anime disincarnate a un altro mondo, fino a quando non ritornano sulla Terra per una nuova incarnazione, e la legge del Karma, ossia gli effetti delle azioni degli uomini che fino alla loro morte pesano sull’anima.

Non meno evidente è l’influenza dell’educazione protestante ricevuta da Kardec; in particolare, è sorprendente la profonda conoscenza delle Sacre Scritture. In questo senso, è anche molto significativo il fatto di aver concepito una dottrina senza gerarchie né ministri, e senza culto. Questo aldilà in cui abitano gli spiriti ci viene presentato come la faccia invisibile del mondo materiale, ed è la base di una religiosità quotidiana, elementare, senza misticismi alienanti o rituali equivoci.

La teoria spiritista non si limita a catalogare e a studiare i rapporti che le entità possono stabilire con i vivi attraverso i medium. Nei suoi scritti, Allan Kardec volle andare oltre, rivedendo le idee tradizionali circa l’origine dell’universo e dell’uomo e il suo destino alla luce degli insegnamenti superiori racchiusi nel messaggio degli spiriti.

Cerchiamo di riassumere la visione del mondo e dell’uomo professata dagli spiritisti.

L’universo è opera di Dio. Dio è la causa prima di tutte le cose e l’armonia universale che l’uomo contempla nella Creazione è frutto della Sua Intelligenza suprema. Dio è l’essere infinito ed eterno che la religione ci insegna onnipotente, buono e giusto. Dio ha creato l’universo per un atto della Sua volontà divina ed egli è anche il creatore degli spiriti.

Nell’ambito della natura, la materia coesiste con lo spirito.

La sfera spirituale è stata costituita per volontà divina, partendo dal principio universale e intelligenza universale.

Il mondo della materia proviene da un solo elemento fisico, comune e originario: il mondo minerale, rappresentato dalla materia inerte, inanimata, è pura massa latente; gli esseri vegetali corrispondono a materia vitalizzata; il regno animale è materia animata da un’intelligenza inferiore che opera a favore della sopravvivenza e della conservazione della specie. Gli animali, nello specifico, possiedono un’anima simile a quella umana e che, come quest’ultima, sopravvive alla morte del corpo; tuttavia, l’anima degli animali possiede facoltà più limitate, se paragonata all’anima dell’uomo, per gli spiritisti.

Secondo lo spiritismo, Adamo non è che un mito utilizzato per rappresentare la creazione dell’uomo da parte di Dio. L’apparizione dell’uomo ebbe luogo in parecchi posti del mondo e avvenne nell’arco di diverse epoche.

Tutti gli esseri viventi sono stai originati da embrioni primari nati in seno alla Creazione. Quando le condizioni sulla Terra divennero favorevoli, questi incominciarono a svilupparsi fino a raggiungere forme più evolute. Tuttavia, non possiamo considerare l’uomo come un semplice anello in più nella catena evolutiva del regno animale: esiste una differenza originaria.

L’uomo è costituito da tre elementi distinti: il corpo materiale, l’anima e il perispirito. Il corpo è il veicolo attraverso cui l’anima prosegue in questo mondo il suo cammino di perfezionamento; l’anima è il principio immortale e intelligente che esiste in ogni uomo, elemento immateriale che governa il corpo fisico, origine del pensiero, della volontà e del senso morale. Il perispirito, o corpo astrale, che unisce il corpo e l’anima, è un frammento dell’energia universale.

Con la morte, l’anima perde il suo involucro materiale: il corpo. Restando libera dai legami carnali che le limitavano sulla Terra, le rimane solo il perispirito, che è l’elemento fluidico-semimateriale grazia al quale l’anima può abitare lo spazio e manifestarsi. Gli spiriti, pertanto, così come li ha studiati la dottrina spiritista, sono esseri invisibili e costituiti dall’anima (principio intelligente) e dal perispirito.

Al momento della morte, l’anima attraversa una fase di confusione: non si riconosce subito nel suo nuovo stato, bensì vaga per qualche tempo, persa nel suo turbamento.

Negli esseri molto legati alla materia, la separazione dal corpo mortale costituisce per l’anima una fase lunga e dolorosa. Per coloro che invece, già in vita, si sono elevati al di sopra delle cose materiali il trapasso avviene rapidamente e senza sofferenza.

L’anima, una volta che si è trovata fra i disincarnati, può vedere se stessa così com’è, con le sue qualità e i suoi difetti. Le sue abitudini e le sue imperfezioni persistono senza modificarsi durante tutta la vita errante, fino a che, durante il ciclo di una nuova reincarnazione, non sarà in grado di liberarsi di alcune sue impurità e di elevarsi di qualche gradino verso la perfezione.

Il sentiero del perfezionamento viene percorso dall’anima attraverso successive incarnazioni. La reincarnazione non ha sempre luogo sulla Terra, a volte gli spiriti possono incarnarsi anche su altri pianeti. Tuttavia, in ogni caso, il ritorno al mondo materiale significa per essi il ritorno a un luogo di esilio e di espiazione, in cui viene offerta loro l’opportunità di progredire e di meritarsi nel futuro un altro mondo migliore.

Il grado di evoluzione che l’anima raggiunge in ciascuna di queste tappe che conducono allo stato finale di beatitudine suprema è definitivo. L’anima può anche abbassarsi nella categoria sociale da un’esistenza all’altra, ma non può mai retrocedere rispetto al livello spirituale ottenuto durante le precedenti incarnazioni.

Gli spiriti sono esseri asessuati e, passando da una vita all’altra possono cambiare sesso indifferentemente. La stessa confusione che sconvolge l’anima al momento della morte si produce anche quando avviene il passaggio inverso, ossia con la rinascita che porta a una nuova incarnazione. È molto penoso, per un’entità, abbandonare il mondo spirituale e sottoporsi alle prove che lo attendono nel mondo materiale. L’unione con il corpo che nascerà ha inizio al momento del concepimento, ma si completa solo all’atto della nascita. Una volta terminata l’incarnazione, nella sua nuova vita lo spirito perde il ricordo delle vite precedenti e si concentra sullo sviluppo del corpo appena nato.

Considerando questo mondo come il tragitto che le anime devono percorrere nel loro pellegrinaggio verso la perfezione, lo spiritismo prescrive un codice morale di dieci precetti, che l’uomo è tenuto a seguire per mettersi sul cammino del bene e per assecondare il progetto divino della creazione.

1) Adorazione Si tratta dell’amore nei confronti di Dio, al di sopra di tutte le cose, e lo si pratica mediante la preghiera e la bontà.

2) Lavoro È una legge alla quale non si può sfuggire nel mondo della materia. Sotto diverse forme è imprescindibile in tutti i mondi per superare le prove e avanzare nel cammino dell’evoluzione.

3) Riproduzione La riproduzione è un principio sacro nel mondo degli vivi, dato che offre lo strumento carnale agli spiriti. In genere, lo spiritismo è contrario al celibato, tranne in quei casi in cui costituisca un vantaggio per il bene dell’umanità.

4) Conservazione L’uomo deve rispettare tanto la propria vita quanto quella del prossimo. Il suicida e l’assassino commettono uno dei peccati più gravi contro l’ordine universale.

5) Distruzione Il principio della distruzione è una legge della materia, ma non del mondo spirituale.

6) Società Solamente nell’ambito della società, aiutando i suoi simili, l’uomo può progredire.

7) Progresso L’universo avanza verso la finalità del progetto divino nonostante tutte le contrarietà. Il progresso universale è, quindi, malgrado le apparenze, un fatto innegabile.

8) Uguaglianza Tra gli uomini, così come tra gli spiriti, l’uguaglianza originaria è assoluta. Le diseguaglianze che vediamo in questo mondo sono transitorie, frutto dell’errore e dell’ignoranza.

9) Libertà L’essere umano è schiavo del corpo, ma l’anima immortale è stata creata assolutamente libera. Lo spiritismo propugna la libertà di pensiero e condanna tutte le forme di oppressione.

10) Giustizia e amore Quest’ultimo precetto è un riflesso del precetto evangelico “ama il prossimo tuo come te stesso per amore di Dio”.

L’influenza della morale tradizionale cristiana, in questo decalogo, è evidentissima, tuttavia emergono anche, in alcuni punti, le differenze che separano la dottrina spiritista da quella cattolica (e anche cristiana in generale?). Ad esempio, il celibato, il misticismo, il votarsi a Dio, prescritti dagli ordini religiosi, possono arrivare a opporsi al progresso universale. Inoltre, per gli spiritisti, né il peccato né l’ignoranza vengono condannati con un castigo, né il bene è premiato: Dio non castiga e non premia gli uomini.

Il bene ci conduce a Lui ed è fonte di ogni felicità; il male ci allontana da Dio ed è origine di sofferenze.

Bibliografia: T. Rilk, Guida allo spiritismo, Giovanni De Vecchi Editore, Milano 1994.