Misteri Eleusini – di A. Rossignoli
L’iniziazione eleusina è stata spesso interpretata dagli studiosi come un “culto esoterico”.
Insieme alla divinazione apollinea, fu un costante riferimento letterario per oltre un millennio.
I Misteri di Eleusi risalirebbero alla civiltà egea pre-ellenica e l’Inno a Demetra a noi pervenuto, redatto all’inizio del VI secolo a.C., racconta il mito che è all’origine di questo rito, agrario e funebre. Esso è difficile da ricostruire, poiché il segreto sembra essere stato ben conservato dai Misteri. Le nostre informazioni al riguardo provengono da autori cristiani che forniscono resoconti dei riti per denunciarne gli eccessi, come Clemente d’Alessandria nel III secolo.
D’altronde, le testimonianze letterarie, come quella di Aristofane (445 circa -386 circa a.C.) nelle Rane, rivelano soltanto le prime fasi dell’iniziazione, che non richiedono il segreto.
In effetti, l’iniziazione comporta diversi gradi.
Esiste una gerarchia vera e propria: piccoli misteri, grandi misteri e apoteosi finale dell’epopteia (grado supremo dell’iniziazione). I segreti deitelete (grandi misteri) e dell’epopteia ci sono sconosciuti.
L’iniziazione si basava comunque sulla leggenda di Kore, o Persefone, figlia di Demetra, dea dell’agricoltura. Mentre la fanciulla sta raccogliendo dei fiori, viene rapita da Ade, re degli Inferi. La dea madre, allarmata dalle sue grida, si lancia all’inseguimento, ma né Ecate, divinità lunare e signora dei terrori notturni, né il Sole, riescono a guidarla e a darle informazioni. Arriva allora ad Eleusi e, presso il “pozzo delle vergini”, assume l’aspetto di una donna anziana. Viene consolata dalle figlie del re Celeo e accolta da quest’ultimo nel suo palazzo. Per ringraziare il re della sua ospitalità, vuole trasformare Demofonte, il giovane figlio del monarca, in immortale. Ma la paura che la madre di quest’ultimo, Metanira, nutre nei confronti delle pratiche magiche di Demetra, le impediscono di portare a buon fine il suo progetto. Demetra, che deve allora rivelare la sua vera natura divina, chiede la costruzione di un santuario, in cui ella si rifugia, disperata, minacciando di privare l’umanità dei prodotti della terra. Zeus interviene finalmente al cospetto di Ade, che libera Persefone, dopo averle fatto mangiare un chicco di melagrana.
Questo cibo, frutto del mondo sotterraneo, impedisce che il ritorno nel mondo esterno sia definitivo.
In effetti, Persefone dovrà tornare negli Inferi per un terzo dell’anno.
L’Innoprecisa che la dea da quel momento comincerà ad insegnare “i bei riti che è impossibile trasgredire, penetrare e divulgare”.
Siamo in presenza di un mito esoterico che, a poco a poco e attraverso la celebrazione dei Misteri, si integrerà all’epoca classica con la religione ufficiale. Anzitutto, nel mito, interviene la dea Ecate, dotata di poteri magici. Lei guida Demetra, rivelandole che Persefone si trova negli Inferi. Prendendo in simpatia quest’ultima, la precede ormai nella catabasi autunnale.
In seguito, il mito diviene un’iniziazione e alla fine un’esplicita cosmografia, che contiene un’interpretazione dei cicli della natura fondata su un’idea di redenzione e di resurrezione.
Sofocle e Platone, rispettivamente nel frammento di una tragedia intitolata Trittolemoe nel Fedone, insistono sulla dimensione iniziatica del mito e di questo dramma sacro, che vede finalmente l’unione di Zeus e di Demetra, sotto le spoglie di ierofante e sacerdotessa.
Bibliografia: J.-P. Corsetti, Storia dell’esoterismo e delle scienze occulte, Edizione Mondolibri, Milano 2003.