POLTERGEIST
di Simona Giaveri
Si dà comunemente questo nome (in tedesco: ‘spirito rumoroso’) a un gruppo di fenomeni che avvengono in alcune case infestate. Bisogna però distinguere tra i fenomeni di vera infestazione e quelli di Poltergeist: i primi sono legati a un dato luogo, che può essere anche disabitato o i cui abitatori possono cambiare senza che i fenomeni subiscano alterazioni; i secondi sono legati a un dato ambiente solo in apparenza: in realtà, perché avvengano, è necessaria la presenza di una data persona, generalmente un ragazzo o una ragazza nell’età dello sviluppo, allontanata la quale i fenomeni non si manifestano più, per seguire, in genere, la persona stessa nel nuovo ambiente in cui si reca. La persona, perlomeno in un primo tempo, è ignara delle sue facoltà e non pensa minimamente a manifestarle.
I fenomeni sono di varia natura: rumori nei muri e nei mobili, oggetti che si vuotano da soli, tazze, brocche e bicchieri che si infrangono al suolo, piogge di sassi, campanelli che squillano, fuochi che si accendono spontaneamente: in sostanza gli stessi che si producono nei casi di infestazione a eccezione delle apparizioni fantomatiche, che sono caratteristiche di quest’ultimo fenomeno. Quasi sempre hanno carattere intelligente, ossia si comportano come se fossero guidati in qualche modo da una mente: con i colpi nei muri e nei mobili si può talora intavolare un colloquio per mezzo della tipologia; gli oggetti che si spostano, talora con violenza, di rado colpiscono le persone, perlomeno in modo da ferirle, e, se lo fanno, sembra che abbiano voluto farlo espressamente, per punirle o offenderle.
I parapsicologi americani della scuola quantitativa chiamano questo fenomeno “psicocinesi ricorrente spontanea” (Recurrent Spontaneous Psychokinesis) e lo indicano comunemente con la sigla RSPK.
Il Poltergeist è conosciuto fin dall’antichità: se ne parla in un libro cinese scritto un migliaio di anni fa; nel Medioevo e nelle epoche successive se ne trovano descrizioni in tutte le parti nel mondo; nel Seicento e nel Settecento erano comuni nelle case abitate dalle cosiddette streghe, molte delle quali pagarono con la vita le conseguenze di una manifestazione paranormale di cui non avevano certo alcuna colpa. Un caso tipico, evidentemente collegato con la presenza di una bambina di 11 anni, fu riferito, nel 1666, dal reverendo Joseph Glanvill, membro della Royal Society, in Inghilterra. Nel 1772, pure in Inghilterra, sono documentati i fenomeni avvenuti nella casa della signora Golding, collegati con la presenza di una giovane cameriera.
Già il celebre fisico francese J.F. Arago, nel 1846, dopo aver studiato il caso della giovinetta Angela Cottin, aveva supposto che i fenomeni fossero causati da un’energia invisibile sprigionata dalla fanciulla.
Negli ultimi anni del secolo scorso, Podmore notò che il Poltergeist si manifesta di regola in case dove vi sono ragazzi, e, molto semplicisticamente, ne trasse la conclusione che doveva trattarsi di scherzi da loro messi in atto per divertirsi alle spalle degli adulti. Ma ricercatori come William Barrett e Charles Richet dovettero riconoscere, circa nella stessa epoca, che perlomeno alcuni dei fenomeni non potevano in alcun modo attribuirsi ai supposti burloni e facevano pensare a una sorgente di energia psichica ancora sconosciuta. Fra gli studi più recenti è da ricordare quello condotto, con ogni rigore scientifico, da J.G. Pratt e W.G. Roll per incarico del Laboratorio di Parapsicologia della Duke University, nella casa del signor Herrmann a Seaford, studio che si concluse con il riconoscimento della veridicità dei fenomeni.
Lo psicoanalista Nandor Fodor ha sostenuto che l’energia psichica responsabile del fenomeno proviene dall’inquieto inconscio di giovanetti in un’età in cui maturano le prime esigenze sessuali e urtano contro inattese inibizioni; e questa teoria è accettata oggi da quasi tutti i metapsichisti. Fodor ha notato che il Poltergeist può anche essere provocato da adulti i quali portino con se turbe psichiche di carattere sessuale risalenti all’infanzia: egli studiò infatti una signora, violentata all’età di sette anni, che provocava imponenti fenomeni di questo genere. Di qui il carattere spesso malevolo del Poltergeist, che sembrava voler sfogare oscure ostilità e mettere in atto segrete vendette: manifestazioni tutte dei profondi attriti tra genitori e figli o dell’inconscio spirito vendicativo di un adulto che sia stato sessualmente offeso nella fanciullezza.
Anche Owen, tra i più recenti studiosi del fenomeno, conferma le affermazioni di Fodor.
In alcuni casi, tuttavia, il Poltergeist, anche se legato alla presenza di ragazzi, assume un aspetto più complesso e organico che lo avvicina all’infestazione vera e propria e ai fenomeni medianici di possessione. Il seguente episodio è riferito dalla celebre medium e studiosa di fenomeni paranormali Eileen Garrett, nel suo libro di memorie “Avventure nel soprannaturale” (Adventures in the Supernormal, 1943).
Nella casa di un ammiraglio inglese, che vi abitava con la moglie e i figli, uno dei quali adolescente, cominciarono a sentirsi rumori nell’armadio delle scarpe, le quali spesso, venivano trovate fuori posto. Poiché il ragazzo minore, in egual tempo, dava segni di nervosismo, fu mandato per qualche tempo in campagna e i fenomeni cessarono.
Fin qui abbiamo dunque un caso tipico di Poltergeist. Ma poco dopo le manifestazioni ripresero in modo più imponente: passi per le stanze, bicchieri e caraffe che, sotto gli occhi sbigottiti dell’ammiraglio, scivolavano lungo il tavolo e andavano a fracassarsi per terra. La Gerrett, interessata al caso, in stato di trance spiego, o credette di spiegare, il mistero di questi fenomeni: certo è che, in seguito alle sue comunicazioni medianiche, tutto tornò normale.
Ella si mise infatti, o fu come se si mettesse, in contatto con un fratello della madre dei ragazzi, morto due anni prima, il quale, per una improvvisa antipatia per la sorella, causata dalla sua malattia, aveva lasciato il suo ingente patrimonio non a lei ma a un lontano cugino. Vi era però un secondo testamento che il defunto voleva rivelare; dapprima aveva tentato di esprimere il suo desiderio spostando delle scarpe, poiché la sorella sapeva che egli era solito nascondere nelle scarpe i suoi scritti. Si era servito per questo della medianità del nipote più giovane, che era il suo prediletto. Ma, venuto meno questo tentativo, aveva continuato a produrre i fenomeni per attrarre l’attenzione della famiglia. In seguito a queste comunicazioni della Garrett fu cercato il secondo testamento, che venne trovato in uno stanzino; il cugino favorito dall’eredità, ricco di suo e colpito dalla stranezza dei fatti, restituì alla sorella del defunto l’intera sostanza e i fenomeni cessarono.
Il caso è difficilmente spiegabile perché non si vede con precisione chi potesse essere il medium dopo l’allontanamento del ragazzo, e come questa medianità, quale che ne sia stata l’origine, si sia integrata con quella della Garrett per giungere in modo coerente al fenomeno di chiaroveggenza che doveva portare alla scoperta del testamento. Tra le varie ipotesi possibili (ad esempio la medianità chiaroveggente della madre che influenza telepaticamente la Garrett) non sembra antiscientifico ammettere anche quella spiritista.
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