Scrittura Automatica – di Gabriele Luzzini
INTRODUZIONE
Con la definizione ‘scrittura automatica’ (A. Kardec – 1861) è intesa l’attività di scrivere frasi senza l’apporto cosciente di colui che la pratica. In base alle ipotesi proposte dai vari studiosi che hanno affrontato l’argomento, è anche nota come Psicografia o Telescrittura.
Tale processo ha un valore differente, basato alla disciplina che lo analizza:
– Parapsicologia
– Psicanalisi
Secondo la Parapsicologia, la scrittura automatica può essere generata da entità disincarnate che utilizzano il ‘medium’ come tramite per poter trasmettere i loro messaggi. Addirittura, in questo caso specifico, si parla di scrittura automatica diretta o indiretta.
Indiretta: la penna è nelle mani del medium che in uno stato di ASC o trance scrive per conto di entità incorporee.
Diretta: definita anche ‘pneumatografia’, in questo caso il medium ha un ruolo esclusivamente catalizzante e la penna scrive da sola sul foglio oppure compaiono dei grafemi senza l’apporto di alcuno strumento (si materializzano senza causa apparente); in questo caso, non è da escludere un’attività psico-cinetica.
Inevitabilmente, tale pratica confluisce nella dottrina spiritica attribuendo le manifestazioni rilevate alla presenza di anime di defunti. Sempre in ambito paranormale, tale processo viene utilizzato nelle attività di channelling, per comunicare anche con presenze extra-terrestri, angeli, elementali…
Nella Psicanalisi, invece, la scrittura automatica è considerata l’attivazione di alcuni automatismi inconsci per accedere anche ad alcuni eventi sepolti nella psiche o peculiarità del carattere fino a quel momento ignorate.
Addirittura, la ‘Scrittura Automatica’ è espressione specifica del Surrealismo. Infatti, tale movimento artistico teorizzava il superamento della realtà ordinaria e percepita attraverso la logica. Uno degli strumenti era appunto scrivere in modo rapido e distaccato, evitando i freni inibitori che tenderebbero a censurare alcune parti e garantendo un’alchimia di coordinazioni illogiche.
TECNICHE
Gli strumenti necessari per praticare la scrittura automatica indiretta sono davvero molto semplici da reperire: bastano alcuni fogli, un lapis (oppure una penna) e un po’ di deconcentrazione. Sì, deconcentrazione… Riuscire a separare la sfera consapevole dall’inconscio, affinché quest’ultimo possa agire senza vincoli. Alcuni che praticano la scrittura automatica riescono ad ottenere questo status fissando un bicchiere pieno d’acqua. In questo modo, fanno emergere l’inconscio oppure entrano in comunicazione con le entità (dipende se si predilige un approccio psicanalitico oppure parapsicologico). Altri fanno precedere la sessione da alcuni minuti di meditazione, cercando di entrare in sintonia principalmente con loro stessi e risultare così un’adeguata ‘cassa di risonanza’, altri preferiscono affidarsi a particolari preghiere. Dopodiché, si deve raggiungere una atteggiamento adeguatamente rilassato, il gomito appoggiato sul tavolo, la matita tra le dita. Non esiste la ‘postura corretta’ e tendenzialmente ognuno riesce a trovare la sua. C’è chi tiene la matita tra le dita, chi l’appoggia al palmo, chi la tiene per la sommità. E’ comunque fondamentale evitare qualunque forma di irrigidimento (mentale e fisico). La scelta dell’ambiente dove svolgere la sessione è molto importante. E’ preferibile trovarsi in una stanza lontana il più possibile da molesti brusii esterni ma al contempo con una buona aerazione e sottofondo musicale, senza sorgenti di eccessiva luminosità. Tutto ciò concorre a lasciar spazio ai livelli più profondi del proprio spirito, per far emergere l’inconscio o, appunto, interfacciarsi con altre entità. Per avere risultati migliori, può rivelarsi utile praticare la scrittura automatica sempre alla stessa ora, così da attivare degli automatismi personali. Alcuni Medium sono soliti scrivere alcune domande sui fogli che utilizzeranno, così da fornire una traccia, mentre altri sono restii all’utilizzo di ogni tipo di vincolo.
Prima di cominciare, è sempre buona abitudine annotare sul retro dei fogli la data e possibilmente l’ora di inizio (nel caso non si deputasse a tale attività una specifica ora della giornata). E’ davvero utile considerare la matita come un’estensione della propria mano (il fatto che sia in materiale organico quale il legno sembrerebbe aiutare questa attività). Appena si inizia, la mano tenderà a tracciare figure senza spigoli e con grande fluidità quali cerchi, ovali, spirali e grafismi ad ‘8’.Tale fase ‘iniziale’ può perseverare per tutta la durata della sessione oppure può evolversi in una fase di affinamento e portare a risultati più compiuti e cioè prima parole e poi vere e proprie frasi (ma è molto difficile che accada già alla prima sessione).
Caratteristiche tipiche della scrittura automatica possono essere: – Parole attaccate tra loro, senza separazione del tracciato – Occupazione totale del foglio – Cambio di ampiezza nelle lettere – Assenza della punteggiatura – Assenza di accento – Assenza di alcuni elementi caratteristici delle lettre che prevedono il sollevamento della punta della matita dal foglio (ad esempio il trattino all’interno della ‘z’ oppure sopra la ‘t’). In conclusione, molteplici sono gli approcci a tale attività e così pure le possibili spiegazioni. Ma la Scrittura Automatica non è affatto un gioco od un modo per passare una serata con gli amici, bensì una disciplina che deve essere avvicinata con maturità e serietà.