La Soglia Oscura
Immagini

SFIORANDO L’INDIA – Parte 2°
(Sadhu)
di Ginevra Colli

Provo a farvi intravedere cosa potrebbe essere l’India.
Un paese immenso, non per la vastità geografica, ma per quello che essa contiene.
In realtà nemmeno io la conosco. L’ho sfiorata, spiata, annusata.
Dopo una prima volta, sono tornata, ma il pezzetto di cuore che ho lasciato in questo paese incredibile, caotico, rumoroso, maleodorante… non l’ho più trovato.
Sarò costretta a farci ritorno.
Qualche stralcio del mio diario, qualche immagine rubata.

In principio non oso scattare, il mio bagaglio culturale mi impedisce di puntare l’obbiettivo in faccia alle persone. Il timore di offendere, di essere invadente e forse soprattutto di ricevere un rifiuto, mi impedisce di chiedere il permesso.
E invece gli indiani adorano farsi fotografare! Sadhu, fedeli, negozianti… naturalmente è uno scambio. Samo oggetto continuo di decine di scatti.
Ritorniamo al Ramkung, il gath di Nashik, sul fiume Godavari.
Il Godavari è uno di fiumi sacri, in realtà sembra un canale, i suoi argini sono stati trasformati nei classici gradoni dei ghat indiani, sopra di esso passano numerosi ponti e ponticelli.
L’acqua è gialla e marrone, ma pare che nessuno ci faccia caso. Sugli argini le donne lavano i propri sari, si bagnano. I bambini, come tutti i bambini del mondo, giocano. Ci sono sadhu un po’ ovunque.
Alcuni hanno espressioni assenti e intossicate, altri invece scuri occhi ardenti. Tutti quanti portano capelli incolti, dread o turbanti. Sono magri, magrissimi, con la pelle cotta dal sole e dalla polvere.
L’atmosfera è rilassata, io sono davvero emozionata. Sorridono tutti e tutti ci avvicinano: How hare you? Where are you from?
L’indo-inglese è per me incomprensibile, ma alla fine le domande sono sempre le stesse.
Vengo avvicinata da un gruppetto di sadhu che vuole essere fotografato. La mia fantasia non avrebbe potuto immaginare tanto!

Riusciamo ad incontrre anche i Naga Baba…, sono magrissimi, coperti di una polvere bianca come gesso e praticamente nudi. Sono irreali. Spesso armati di bastoni o lance, alcuni a cavallo… non avrei pensato di riuscire a vederli, men che meno a fotografarli.

Ma chi sono i “Sadhu”?

Non ho sicuramente la velleità di poter affrontare un discorso tanto difficile.
Sono i santi dell’India (e del Nepal). La concezione di santità induista è molto distante dalla nostra.
Sono uomini che hanno rinunciato a tutto. Ai beni materiali, alla famiglia e alla casta.
Vivono di elemosina, itineri, alla ricerca della strada più breve per raggiungere l’illuminazione.
Sono profondamente rispettati da tutti.
La loro condizione li posiziona in uno stato di “non viventi”. Come se già fossero morti o immortali.
Ed è anche per questo motivo che i sadhu non vengono cremati, ma sepolti.