La Soglia Oscura
Misteri,  Esoterismo e Magia

STREGHE E JANARE: TRA STORIA E LEGGENDA
di Sonia Mincuzzi

Molto abbiamo sentito riguardo alla “caccia alle Streghe”, partita alla metà del Quattrocento con enorme ferocia e diffusasi rapidamente in tutta Europa.

L’attualità continua a proporci fatti di cronaca nera come uxoricidi, violenze sessuali e soprusi e anche ora non sembra difficile credere che la storia si ripeta: le donne venivano torturate ed uccise per non rispettare i canoni morali o comportamentali del proprio tempo, per ribellarsi al ruolo classico di “procreatrici” ed “angeli del focolare”, perché sterili o lussuriose, o semplicemente perché interessate alle Arti erboristiche di nicchia, ed anche oggi sembra essere così per coloro le quali escono “fuori dagli schemi”.

Le streghe si riunivano intorno al Noce (molto nota la leggenda dei sabba notturni, soprattutto nel Meridione, ed in particolare nella città di Benevento) per dar luogo a riti magici, che venivano descritti, per lo più, come riti orgiastici e sacrifici animali dalle testimonianze del tempo. Sulla veridicità delle stesse ci sarebbe da discutere perché esse venivano redatte sui verbali di tutta Europa, quasi identiche, in serie, e non è difficile pensare ad una “manipolazione” da parte della Chiesa cattolica.

Il “Malleus Maleficarum”, il Manuale del Perfetto Inquisitore, ad opera dei domenicani Institor e Sprenger (1486), fu un’opera diffusissima a quei tempi e spiegava come torturare, umiliare, seviziare le streghe per estorcere ad esse le informazioni che poi venivano diffuse come confessioni. In effetti l’opera si presenta come uno dei volumi più misogini della Storia, o almeno di quella medievale, e questo ci fa capire come le radici della “violenza sulle donne” abbia una matrice antichissima.

Una domanda sorge spontanea: le Streghe erano vittime o carnefici?

Sarà solo nel Settecento, con l’Illuminismo, e con l’avvento della ragione sull’oscurantismo, che si propenderà per la seconda ipotesi e la figura della strega verrà “riabilitata”. Significativa, in merito, è l’opera di Girolamo Tartarotti “Del Congresso notturno delle Lamie” del 1749 dove si mette in discussione la veridicità dei riti e della danze delle streghe, (nonchè la negatività delle donne stesse) indotte, secondo il testo, da allucinazioni dovute a piante, quali la “bella donna”, ed altre erbe allucinogene, di cui i partecipanti facevano largo uso durante i famosi sabba.

Una digressione ci è dovuta riguardo al titolo: Lamia era una Regina di Libia amata da Giove, dalla cui unione ebbe dei figli. Giunone, adirata per il tradimento, li sterminò tutti. Questo rese Lamia ostile verso l’altrui prole, tant’è che da molti è indicata come la “Dea della Sterilità”.

Nelle tradizioni popolari del Sud, in particolar modo nel Sannio e nella città di Benevento, i “racconti delle nonne” più che della figura della Strega, si occupano di quella della Janara.

La parola potrebbe derivare sia da “Dianara” ossia “seguace di Diana”, Dea sia della caccia che della Luna e degli incantesimi notturni, ma anche dal latino “Janua” che significa “porta”.

Questa seconda ipotesi si collega al fatto che le Janare entravano di notte nelle case attraverso le porte. I modi per arginarle erano due: spargere dei granelli di sale nell’ingresso o lasciare una vecchia scopa dietro la porta.

Come mai?

Nel primo caso, la risposta va cercata nell’etimologia della parola: la Janara sarebbe stata attratta “per contrasto” dal sale perché la parola deriva da “salus”, salute, in riferimento alla Dea della Salute, in contrapposizione alla vecchia Janara malata e malconcia che, essendo inoltre irresistibilmente curiosa, avrebbe iniziato a contare uno ad uno tutti i granelli sparsi sul pavimento per sapere quanti fossero; nel caso della scopa, invece, la Janara sarebbe stata attratta dall’evidente “simbolismo fallico”, essendo lei sterile e lussuriosa, e si sarebbe messa, anche in tal caso, a contare uno ad uno tutti i fili della scopa senza saper resistere a tale tentazione per la sua proverbiale curiosità.

In entrambi i casi, l’insulsa operazione avrebbe richiesto molte ore però ed ecco che sarebbe sopraggiunto il giorno che, con la sua luce, avrebbe fatto scappar via, spaventata, la janara.

Per quanto legate l’una alla Storia e l’altra al folklore della tradizione popolare, è innegabile che la storia delle Streghe risulti tanto tragica quanto attuale; quella delle Janare tanto misteriosa quanto magica.