I SEGRETI DI BASTET
di Monica Porta
Quella sera il silenzio dominava gli ospiti in attesa. Un gatto dal colore indefinibile era entrato in trattoria, catalizzando subito l’attenzione del branco. Muto, sporco e affamato, il povero felino si era comunque inchinato di fronte alla padrona di casa, prima di avvicinarsi al cibo. Bastet ricambiò lo sguardo, ammaliata dal gesto elegante, e comprese. I cattivi trascorsi non lo avevano scalfito. Miagolò in risposta il suo nome. Flight era tornato a casa. O, meglio, al rifugio per gatti forastici organizzato che gli Umani chiamavano trattoria. Della sua vera casa presso le sorgenti del Nilo, nascosta fra le pieghe del tempo, questa non possedeva che un granello di sabbia votiva, capace di attrarre solo persone amanti degli animali: le cosiddette ‘volontarie’. Erano perlopiù donne e ragazze che ogni giorno prestavano servizio gratuito in trattoria. Si occupavano dei felini, sempre pronte a faticare in nome di un amore più grande. Ma il potere della dea finiva lì, confinato tra le mura del locale. O, forse, anche questo barlume di fede era solo un’illusione e le indomite gattofile l’aiutavano solo grazie al loro amore per madre Natura.
Bastet aveva scoperto di avere limiti solo dopo aver lasciato la terra di Bast. Ma si era adattata subito, accettando il nuovo ruolo e l’incantesimo di protezione impostole per gestire il suo regno anche nella terra degli Umani.
Un sospiro le sfuggì, suo malgrado. L’ avrebbe fatto di nuovo, nonostante tutto quello che adesso aveva imparato sul mondo? Avrebbe lasciato ancora la sua terra natia solo per amore di Flight?
Lui non la ricambiava. Forse le era affezionato, ma finiva lì il suo interesse. Il gatto non si era fatto scrupolo a lasciarla per inseguire un sogno. Adesso ne era finalmente consapevole e amareggiata.
Saperlo fuori da solo, nel mondo disperato del presente, non le aveva concesso un minuto di pace. Eppure, l’aveva lasciato andare, pur temendo il peggio. Che Flight fosse lo spirito incarnato di Moses, il Grande Gatto della sua gente, non era ancora stato dimostrato. Ma l’istinto l’aveva comunque costretta a concedergli la libertà che le chiedeva. Moses era votato al Bene per la salvezza degli Umani, ma vedere quanto i segni della sofferenza lo avessero ferito attraverso il suo felino preferito le procurò un piacere dolce e amaro, al contempo. Flight era il gatto per eccellenza. Soriano, dal pelo iridescente così simile al colore del Sole, affettuoso e sicuro di sé. Il maschio alfa per eccellenza. Se nemmeno Flight avesse vinto la ritrosia degli Umani, la speranza di Moses si sarebbe rivelata la più grande delle ferite.
Bastet strinse le labbra, guardando Flight cedere al sonno. Il pasto luculliano gli aveva permesso di rilassarsi. Al risveglio, finalmente il suo amore le avrebbe fatto rapporto. Tre anni trascorsi a vagare, ramingo, forastico, in completa solitudine. O almeno era quello che Bastet si aspettava di ascoltare.
Il cielo già si tingeva di nero. La notte era arrivata e con lei anche il segreto più grande che nascondeva. Di giorno riposava immobile nel corpo di una donna, di notte Bastet ritornava alla sua vera essenza felina.
Solo un momento, un battito di ciglia e la trasformazione aveva effetto.
La dea gatta scosse finalmente le vibrisse e si preparò a festeggiare con i suoi accoliti la penombra estiva.