La Soglia Oscura
Racconti

Il castello Onirico – di Monika M.

Accomodata al grande tavolo di noce scuro nella biblioteca della Castello, annoiata, si stiracchiò rumorosamente . Una pioggerellina leggera ma incessante rigava i vetri delle finestre piombate che incorniciavano il paesaggio del giardino esterno ingrigito dal mal tempo. Lo stridio delle ruote della carrozza che all’ingresso si arrestò attirò la sua attenzione ,istintivamente volse lo lo sguardo verso uno dei finestroni volti verso quel lato del fortificato palazzo per sbirciar fuori , ma una pesante tenda ostruiva la visuale costringendola ad alzarsi, spostata delicatamente la pesante sedia intarsiata si diresse verso la vetrata . Scostò delicatamente la tenda scura , guardandosi prima attorno per accertarsi di esser sola e che tale gesto non potesse risultar sconveniente. La pioggia ed una leggera foschia invadeva l’aria ,guardò fuori appoggiando la tempia al legno della finestra sbuffando, la dimora a quest’ora del diurno risultava esser sempre vuota ,unicamente i valletti la animavano indaffarati nei loro servizi. Restò lì appoggiata con lo sguardo fisso nel vuoto ,quando finalmente una figura scura , avvolta da un lungo mantello ,emerse da quel muro d’ acqua e a passo veloce puntò verso l’ingresso .Aguzzò lo sguardo per cercar di riconoscerne l’identità , ma così facendo si avvicinò troppo alla lastra di vetro che con il suo alito si appannò celando definitivamente quella figura al suo sguardo. Restò perplessa , il visitatore , o chiunque fosse , non era diretto all’entrata principale, ma puntava dritto alla base del fossato , impenetrabile. – Che ci sia un passaggio segreto nelle fondamenta? Si chiese curiosa. Guardò in direzione del libro aperto sul tavolo, un prezioso testo , un manoscritto antichissimo che le gesta di un sanguinario Signore narrava ,tomo che lei stessa aveva, per così dire , sottratto da un rivendugliolo che ne ignorava il valore e che per pochi denari d’argento le aveva ceduto. La chiave ruotata nella serratura della pesante porta della biblioteca assicurava il prezioso contenuto al suo interno, lasciandola libera di comprender chi fosse il misterioso visitatore e cosa più importante se egli fosse atteso o meno! Lasciò spaziare lo sguardo nel grande salone, osservando l’immensa scalinata di marmo che lo dominava in modo maestoso ed elegante e che conduceva unicamente al piano di superiore, ornata di un antico e pregiato tappeto persiano era l’unica scala li presente. – No , se c’è una scala che porta nei sotterranei non può esser qui , ma in un posto meno nobile e di rappresentanza …- bisbiglia ragionando tra sè, decise così di correre nelle cucine , per cercar lì una scala che la conducesse nei sotterranei, un tempo forse usati per stipare le provviste. Corse e nel silenzio della dimora immersa nel suo sonno del tardo diurno si udiva solamente il battere atterra delle suole dei suoi stivali rossi, richiamata al silenzio dai valletti a cui passa accanto , mortificata dal trambusto creato moderò l’andatura con un passo celere che la conducesse velocemente nella grande cucina che profumava di legna arsa e pane fresco appena sfornato. Nell’angolo dell’enorme stanza dove tutti lavorano alacremente per sfamare i numerosi ospiti della Castello, ospiti dai più disparati gusti, vide finalmente quello che cercava , una scala a chiocciola discendente che sembra scavata direttamente nella roccia viva, scese velocemente i primi gradini , costretta poi a rallentare inghiottita nella più totale oscurità. Il piede cercava l’appoggio gradino per gradino, lentamente , mentre la mano scorreva sul muro a sostegno e guida, gradualmente l’occhio si abituò a quel buio mentre dal basso finalmente giungeva una leggera luce segno che la scala stava per terminare in un ambiente illuminato. Il muro andava via via facendosi sempre più umido , quasi da sembrar bagnato e finalmente il passo riprese veloce negli ultimi gradini conducendola in un ampio ambiente illuminato da feritoie alte . Restò per pochi secondi spaesata e confusa sul da farsi , uno squittio ai suoi piedi ed un movimento inaspettato la fece trasalire facendola rifugiare addosso al muro , il cuore batteva così forte che le sembrò di udirlo rimbombare in quell’ambiente vuoto, il tonfo di una porta che si chiuse infondo all’enorme sotterraneo la riportò in sè e veloce corse in quella direzione. Un massiccio portone ormai chiuso celava ai suoi occhi il mistero di chi potesse essere la figura vista dalla finestra, delusa cercò qualche feritoia che potesse darle un ultima occasione, un ultimo sguardo rubato , ma nulla , la ricerca si rivelò vana. Tornò sbuffando insoddisfatta sui suoi passi con mille domande che tormentano la sua testolina curiosa, si voltò ancora una volta a guardare il legno che la divideva da quel mistero, chiedendosi dove conducesse, chi lo avesse appena attraversato , se fosse solo un passaggio segreto che i dimoranti usano per non esser visti al rientro , o se lì albergasse un anima di cui nessuno conoscesse l’esistenza….. Tornò al caldo del salone trovando le candele ora accese ,la notte era ormai vicina. Incredula restò immobile davanti la porta spalancata della biblioteca che lei stessa aveva serrato a chiave , varcò l’uscio correndo al tavolo dove trovò ad attenderla un biglietto vergato con il sangue . ” Grazie di aver recuperato ciò che a me apparteneva. D. “