La Soglia Oscura
Poesie

Io – di Gabriele Luzzini

Smarrito nella fortezza di specchi
dove le pietre son eterea sostanza
che scema e svanisce ogni distanza,
e i corvi non giungono coi loro becchi,

giaccio in pensieri di linfa inaudita
tra ragnatele di sogni e di attesa
mentre campane che suonan a distesa
mi riportan aldilà della trama ordita.

Ogni respiro deforma il presente
rito di vita che giunge remoto
golem di rabbia, pneumatico vuoto,
del divenir sperduta sorgente.

Le melodie ora son dissonanti
paion latrati di cani crudeli
rose carminie, puntuti asfodeli,
ossa di vetro, di scaglie e di canti.

Intanto il maniero ormai si disgrega
subitaneo, s’infrangon i cristalli
brucia la legna che scioglie i metalli
mentre il Fato la sua vela spiega.

Non tarderò, ripreso è il cammino
Mi volto a guardare ciò che rimane
tumuli e roccia, sciagura immane
rovine fumanti, nel primo mattino.