LO SPAVENTAPASSERI
di Sandro D. Fossemò
Uno spirito sorveglia la collina
e troneggia sulle
zucche arancioni.
Sul far della sera,
la luna sovrasta le nubi
come un ostile pianeta.
Lo spaventapasseri
domina l’autunno
in quell’impetuoso vento,
che scuote i rami secchi
e ulula qua e là,
tra i ruderi di antiche ville.
Le foglie cadute
danzano morte
davanti una
finestra fatiscente,
che fa da cornice
al solitario
guardiano dell’orto.
Un vetro nella ragnatela
specchia un teschio,
con un grosso
cappello di paglia.
Aride ossa nascoste
in una giacca d’epoca rossa,
lacerata sul costato.
Nelle viscere notturne,
un corvo si posa
accanto alla sua spalla.
Scruta con neri
occhi lucenti
un nido nascosto
nella cavità orbitaria.
Piccole e innocue creature
sono ignare della morte
che incombe.
Infastidito
dalla pioggia improvvisa,
l’immondo uccello
riprende il viaggio verso l’inferno.
Dall’abisso del firmamento,
il corvo grida rauco:”Domani,domani!”.
Sui rami gocciolanti,
le foglie piangono accanto
allo spaventapasseri,
che eternamente riposa
sulla croce di legno,
infissa nel cuore
della tempesta.