Lucida Mansi – di Gabriele Luzzini
Lucida Mansi è un personaggio molto noto nel folklore di Lucca, ma la vicenda che si sussurra all’imbrunire, quando il sole scompare oltre le lussureggianti colline, ha solide radici nella Storia?
La leggenda sostiene che la ricca nobildonna Lucida Mansi, oltre ad avere una spiccata attitudine all’omicidio dei suoi numerosi amanti, temesse la vecchiaia e la perdita della bellezza. Quando si accorse che il suo volto accennava a lasciare spazio alla maturità, con la comparsa delle prime rughe, stipulò un patto scellerato col demonio in persona: la sua anima in cambio della bellezza e della giovinezza nei 30 anni successivi.
Il tempo passava ma Lucida non se ne curava… Aveva molti amanti che uccideva regolarmente nei modi più bizzarri. La sua depravazione era senza limiti. Ma venne il giorno in cui il diavolo si presentò per reclamare ciò che era suo: l’anima della sciagurata! Era il 14 agosto 1623. La donna scappò, cercando di raggiungere la Torre delle Ore per fermare l’orologio, pensando così di annullare il contratto diabolico. Salì velocemente la rampa delle scale, ogni gradino la faceva ansimare, il cuore impazziva nel petto ma doveva bloccare le lancette… Sarebbe riuscita ad ingannare il terrificante richiedente.
Ma il demonio la raggiunse, l’afferrò e salendo su un carro infuocato, la trascinò lungo tutte le mura di Lucca mentre le sue grida gelavano il sangue degli abitanti. Infine, abbandonò il corpo senza vita nel laghetto dell’orto botanico. L’anima era stata riscossa. Alcuni sostengono che il riflesso del volto di Lucida Mansi appaia nelle notti di plenilunio nello specchio d’acqua, altri che lo spettro inquieto della sventurata si aggiri nei luoghi che celebrarono la sua bellezza…
Indubbiamente una leggenda suggestiva. Ma la Storia ci consegna un’altra versione, un’altra biografia di Lucida Mansi.
Si narra che Lucida Samminiati nacque nei primi anni del 1600 e si sposò davvero molto giovane con Vincenzo Diversi.
Purtroppo, l’uomo venne ucciso per una lite relativa ai confini di un terreno e lei convolò a nuove nozze col vecchio e ricchissimo Gaspare di Nicoalo Mansi, molto attivo nel commercio della seta. La grande differenza d’età tra i due e forse un’indole libertina, spinsero la donna in una serie di avventure che alimentarono la sua vanità, tanto da far ricoprire di specchi un’apposita sala della villa in cui viveva per potersi rimirare in ogni istante. Anziché essere ghermita da artigli diabolici, morì più prosaicamente di peste il 12 febbraio del 1649 e fu seppellita nella chiesa dei cappuccini. Alcune fonti sostengono che il secondo marito, che le diede il cognome col quale viene ricordata nel folklore, morì prima di lei, con conseguente aumento della dissolutezza della donna. Per altri, invece, il marito sopravvisse alla moglie e fu tumulato molti anni dopo accanto a Lucida, sempre nella chiesa dei cappuccini.
Una nota a margine… Il laghetto nel quale il diavolo abbandonò il corpo della donna fu realizzato nel XIX secolo e cioè 200 anni dopo la sua morte.
In ogni caso, in nessuna versione storica c’è traccia dell’odore di zolfo che contraddistingue la leggenda, probabilmente coeva al laghetto stesso.