REDENZIONE NEL LAGER
di Giulia Faccio
Nudi, accartocciati su voi stessi
Afferrando il pudore
Orribili, completamente indifesi,
le mani troppo piccole per proteggervi
troppo vecchi,
solo bambini
storpi, inabili, malati, gravide
io posseggo il marchio perché qui abito
voi passerete e come cenere vi soffieranno via
non avrete la mia divisa a righe
come vorrei essere stato nel lato sbagliato della fila
e come voi, purificato…
ora per me non c’è più assoluzione
io vivo senza più l’Anima,
io vi conduco nelle docce
e poi vi carico nei carri fino alle fosse.
Voi siete il prezzo del mio pane quotidiano
Di notte mastico i bordi dei miei stracci
Tutti mastichiamo cose e speriamo di ingannarci…
Voi siete il mio lavoro e il mio filo di vita…
IO VIVO SENZ’ANIMA
IO VI CONDUCO NELLE DOCCE
POI NEI CARRI FINO ALLE FOSSE
E ti vedo…una creatura sottile e delicata
Schiacciato tra le cosce sudate
Spinto contro ventri gonfi e flaccidi
E mi guardi…
non so nemmeno se sapresti contare i tuoi anni
Sei così piccolo
Dentro, sento che Dio non mi amerà mai più
Dentro, so di non avere più niente
Ma i tuoi occhi sono pozzi colmi di lacrime
E sto per crollarci dentro
Ti strappo dalla massa di carne e ti prendo in braccio
“ Conosco la tua mamma e tra poco ti viene a prendere”
Riversi un torrente di amarezza lungo il viso
“ Quando???”mi sembra di capire uscire tra i singhiozzi
“Dopo la doccia, lo ha detto lei”.
Urlo al mio compagno di avvicinarsi
Bestemmia qualcosa intimandomi di metter giù quella roba
“Adam, ti prego ,chiudi tu la porta…”
Entro con la massa nella stanza
Mi volto ed il suo volto mi sembra umano
Per la prima volta…
Chiude la porta, si spegne la luce
Urla di terrore
Sibili mortiferi risuonano
Ti stringo
E fino a quando posso respirare canto per te.
So che tu andrai in alto e che io starò qui
Perché questo è l’inferno e io sono già arrivato.