La Soglia Oscura
Parapsicologia,  Misteri

THOMAS BUSBY E LA SEDIA MALEDETTA
di Gabriele Luzzini

Gli oggetti possono assorbire una carica energetica negativa e diventare maledetti, come nella miglior tradizione letteraria?
Quello che è accaduto in un pub nel North Yorkshire potrebbe sicuramente supportare questa teoria diffusa e radicata tra gli studiosi di Paranormale, come se una sorta di memoria malefica riuscisse a impossessarsi anche di comuni elementi del quotidiano.

Era una torrida estate del 1702, straordinariamente calda per i luoghi in cui si svolse la vicenda che sto per raccontarvi. Thomas Busby, un piccolo delinquente e in un certo qual modo il protagonista di questa storia, amava sedersi su una particolare sedia del Pub e spesso aspettava che si liberasse prima di prendere la sua birra.
Un giorno, suo suocero si sedette proprio lì solo per infastidirlo e schernirlo. Inevitabilmente, sfociò una violenta discussione tra i due che si erano sempre detestati, probabilmente alimentata anche dal caldo innaturale.
La notte stessa, secondo quanto emerse successivamente dalle indagini, Thomas Busby si introdusse nella casa dell’uomo e lo uccise. I dissapori accumulati negli anni avevano fatto emergere una furia omicida.
I poliziotti incaricati giunsero rapidamente a lui che fu arrestato, processato e infine ritenuto colpevole.
Condannato a morte, come ultimo desiderio chiese di potersi sorseggiare un drink sulla sua sedia preferita e poco prima di essere portato al patibolo, sibilò: “Death shall come swiftly to anyone who dares to sit in my chair” (la morte verrà rapidamente a chiunque osi sedere sulla mia sedia). Una maledizione in piena regola!

Tempo dopo, quando ormai tutti si erano dimenticati di Busby, uno spazzacamino si sedette sulla sedia che nel frattempo era stata riportata dalla prigione al Pub. Alcuni minuti dopo aver finito di bere, lasciò il locale e ritornò a lavorare sui tetti. Cadde all’improvviso rovinosamente e non ebbe scampo.
Tutti si ricordarono della presunta maledizione raccontata dai secondini che avevano scortato Bubsy dal boia e la voce si diffuse rapidamente.
Diventò una sfida di coraggio sedersi su quella sedia anche se, a onor del vero, molti si rifiutarono.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, numerosi ufficiali dell’Aeronautica accettarono la sfida ma nessuno di loro ritornò dai combattimenti aerei.
Nel 1967, una coppia di piloti decisero di sfidare il Fato, sedendosi sulla seggiola ma morirono sulla via del ritorno schiantandosi contro un albero.
Il proprietario del Pub, quindi, la rimosse dalla zona destinata agli avventori e la collocò nel seminterrato dove rimase per diversi anni.

La presunta aura malvagia della sedia non si esaurì e, nonostante fosse relegata lontano dagli avventori, riuscì comunque a reclamare altre vittime…
Un muratore che stava effettuando alcuni lavori di manutenzione all’interno del Pub, trovò la sedia in un angolo del seminterrato e si sedette per riposarsi alcuni minuti. Il pomeriggio, mentre si trovava sul tetto per sistemare una canalina di scolo, scivolò e morì nella caduta, come accadde allo spazzacamino un paio di secoli prima.
Una donna delle pulizie inciampò nella sedia e in seguito fu colpita da aneurisma mentre un autista si schiantò col furgone una dopo aver consegnato della merce al Pub ed essersi seduto sopra per alcuni minuti.
Un operaio ebbe la malaugurata idea di salirci in piedi per raggiungere il soffitto che appariva danneggiato, per poi essere colpito mortalmente da alcuni calcinacci staccatisi improvvisamente.

Esaminando le varie vicende, comunque distribuite in un arco di tempo piuttosto ampio, è comunque possibile trovare qualche spiegazione razionale a supporto.
Ad esempio, salire su un tetto senza protezione e dopo aver indugiato con l’alcool, come nel caso dello spazzacamino, può sicuramente avere un esito nefasto, così come mettersi alla guida come accadde ai due piloti e all’autista.
Nella seconda guerra mondiale, poi, furono davvero numerosi i piloti dell’Air Force a perire nei combattimenti.
Eppure, in tutta la storia sembra di avvertire chiaramente quella sfumatura soprannaturale che non permette di liquidare con semplicità la vicenda.

Alla fine, il nuovo proprietario del Pub, per interrompere la sciagurata serie di eventi, contattò il Museo Thirsk e chiese loro di prendere la sedia. La bizzarra donazione fu accettata e, dopo aver preso alcuni provvedimenti fondamentali, la sedia fu messa in mostra: appesa al muro, a 1,80 mt. dal pavimento, evitando che qualcuno, inavvertitamente o per scommessa, potesse ancora utilizzarla.