Vendetta – di Gabriele Luzzini
Lo spettro deforme della vendetta
Bussa all’uscio dell’inverno,
ansietà su devastazione fa perno
mentre inquieto sogghigna ed aspetta.
Contorni lividi e nocche consunte
Divora l’aere ormai rarefatta,
respira rabbia e onor di disfatta,
acumina scaltro le rugginose punte.
Sentiero di ossa, sentiero di mani,
strada che porta all’annientamento
percorro sereno, affatto sgomento m
entre i miei passi si muovon su crani.
Sorride lo spettro, sorride la dama,
sgargianti sudari di nero velluto,
e da superbo divengo io muto
quando m’accorgo che ella mi chiama.
Consolazione nel suo ampio manto
Che scende su ognuno quando Atropo taglia
E non c’è armatura o cotta di maglia
Che possa proteggere dall’ultimo incanto.