AGAPE (EROS E THANATOS)
di Mirva Leoni
Quante volte ci siamo innamorati nella nostra vita?
Poche, tante, forse nessuna…
Ma arriva sempre l’Amore, inesorabile e profonda come la più ulcerosa delle ferite, per tutti.
Pochi fortunati lo vivono come una favola, capaci di estrema tolleranza, pazienza e desiderio di far funzionare le cose: sono quelle rare persone equilibrate o “educate” a un concetto predefinito. Altri lo vivono come un bisogno, una dipendenza, un riflesso del proprio ego.
Entra nella nostra vita sotto forme diverse sin dalla nascita: parentale, d’amicizia, d’innamoramento, di passione. Sono tutte perle della stessa collana, infuse della stessa sostanza ma a dosi leggermente diverse.
Mi è stato “sussurrato” che ogni persona che incontra il nostro cammino è destinata a noi, o noi siamo destinate a loro: questo solo le sfumature della vita ce lo sapranno dire.
Ogni essenza che ci sfiora ci contagia, ci arraffa, ci sorprende, incuriosisce o semplicemente ci scivola via come se non ci avesse quasi attraversato. Cosi esistono persone fatte di fuoco, terra, aria e acqua… Quelle che ci incendiano e ci trasformano, quelle che ci rendono pazienti e stabili, quelli che ci insegnano a volare e a fare dei sogni una ribellione, e quelli che ci travolgono come uragani e ci rendono fecondi.
Poi arriva quel giorno dove tutti questi elementi diventano uno, perché qualcosa dentro di noi si completa o deve completarsi in qualche modo…Questa alchimia fonde gli elementi insieme, creandone uno Unico : l’Etere o l’Anima che dir si voglia.
Quando mi trovai in questa situazione, pensavo di aver raccolto finalmente tutta la magia che avevo tanto cercato: Avevo trovato la mia pietra filosofale. La perla più luminosa di tutte.
Ebbi la netta sensazione di essermi preparata per tutta la vita a quell’incontro. Ogni fibra del mio essere pulsava di un sentimento d’amore intenso, quasi infantile, denso di una Passione talmente bruciante da faticare a contenerla entro una barriera fisica. Tutto di me urlava il bisogno di Appartenenza, di fusione con questa persona; ero annientata, violata, ulcerata e denudata da questa fede inviolabile che mi ero costruita da sola (nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma); completamente assoggettata a un virulento sentimento che mi appariva come la più alta cima mai toccata. La montagna Sacra per eccellenza. Il monte analogo di Dumal.
Ora so che questo bellissimo e doloroso viaggio è iniziato, si è trasformato (trasformandomi) e si è concluso per insegnarmi qualcosa. Era come se per la prima volta nella mia vita non avessi possibilità di scelta, una guerra dai contorni ctoni e sotterranei, quelli dell’inconscio, dove ti rendi conto di essere tu la tua salvezza e tu la tua condanna. In realtà avevo scelto di non vedere quanto il mio medesimo veleno mi stesse uccidendo ma dinnanzi a me concepivo un’unica porta da attraversare. Facciamo parte di questo ciclo chiamato vita appositamente per questo: per morire e rinascere, cambiare pelle e punto di vista, traendone la conoscenza e la consapevolezza che questo magico serpente elargisce (o drago a piacer di scelta): L’uroboro della consapevolezza.
Purtroppo prima di avere la possibilità di capire quanto in alto si può salire, la discesa nelle ombre è d’obbligo… Ho cercato per lungo tempo la panacea a quel dolore, l’antidoto perfetto: Per un granello di sabbia in una clessidra di una vita insieme (quando si progetta l’Amore Eterno), è disarmante come sia sufficiente quel piccolo, unico granello (magari settimane o mesi sull’arco temporale di una vita intera) per perdere completamente ogni controllo e riordinare le priorità della propria esistenza…anche anni dopo quell’equazione, quella pozione, aleggia a ricordarti che è passata di li: la sua resilienza è la tua pena.
Mi chiedo spesso come una cosa cosi bella come l’Amore, possa diventare cosi impietosa.
A volte ho la sensazione che siamo noi medesimi a rovinare i rapporti, a volerli per forza incasellare entro confini predefiniti e ben regolamentati. Ma non esistono le stagioni e le ciclicità anche nei rapporti umani? primavera, estate, autunno, inverno…. Credo fermamente che utilizzare questo tipo di modalità abbia compatibilità con il buttare via anni della nostra vita, sono i nostri veri fallimenti….Se poi non siamo in grado di trasformare la cenere in un germe nuovo. In una nuova primavera: la vera magia è far tornare la primavera dopo l’inverno.
Infine tutto questo ciclo apparentemente dualistico ha una componente fortemente singola, sei tu che intraprendi questo viaggio chiamato vita, sei tu che attraverso le varie relazioni e prove di vita, impari e cresci umanamente e spiritualmente. Infatti quando si torna a camminare da soli, si cerca di rendere utile il tempo medicina, quello che ci attraversa inesorabile rendendoci partecipi di noi stessi e delle situazioni. Delle verità che non si vogliono osservare o che non si riescono a vedere quando sei troppo dentro le cose, e alla fine, in questo ciclo, ho capito che dovevo imparare a perdonare.
Forse è stata la lezione più dura di tutte:
Perdonare gli altri infine è anche imparare a perdonare se stessi.
In questo cammino, lungo e piuttosto faticoso ho conosciuto una persona meravigliosa (e torniamo sempre al concetto che il caso non esiste), questa donna mi ha aiutata a guardarmi dentro e a metabolizzare questo ostacolo che era diventato insormontabile per me. Quando crolla un castello cosi grande di aspettative tutto sembra incrinarsi, infine ogni passo avanti che facevo si traducevano in tre all’indietro nell’arco di poco tempo.
Mi ha curata, accudita e consigliata. Mi ha scavato nell’Anima ed ha saputo ricomporla attraverso quelle che vengono definite guarigioni.
Se oggi dopo un anno abbondante, sono qui a scrivere questa piccola testimonianza è anche grazie a lei.
Ricordo con grande affetto il giorno che mi sottoposi alla prima guarigione: l’odore forte della salvia bruciata, il battere ritmico del tamburo che sembrava prendere il posto del cuore nel petto, nelle orecchie i rumori del bosco, atavici, come vento forte smuovevano a brividi una staticità stratificata in chissà quale anfratto fra la pelle e l’anima. Un ricordo antico, come se fosse qualcosa di già vissuto, chiudere gli occhi e trovarsi nel bosco, a contatto con la madre terra e gli elementi. Quanto abbiamo dimenticato del nostro essere spirito nella carne…
Fra le varie cose che successero ebbi la forte sensazione di essere gravida. Sentii un’onda di energia aprirsi ad altezza pancia ed inglobare quello che vi era appoggiato sopra… Come ciò accadde non saprei dirlo, ma la profonda pace che mi attraverso’ fu la resa dei conti con la mia disarmonia interiore.
Il nostro essere Donne è immor(t)ale e profondo.
Ma vi lascio raccontare da lei di cosa stiamo parlando…
Quando e Come hai capito che la via della guarigione era il tuo ruolo in questo passaggio di vita?
A dire il vero, non l’ho capito, e forse ancora non l’ho capito del tutto (sorrido).
Perché forse un po’ mi spaventa, ed è per questo che non l’ho ancora del tutto integrato. Però ogni volta che ho la possibilità di essere un “canale” per una guarigione spirituale, poi ne sono sempre felice. Perché di riflesso ne beneficio anch’io. E poi vedere le persone che comunque si sentono più in pace con se stesse, più serene, è davvero commovente. Ed ogni guarigione è diversa chiaramente. Ed ogni esito anche è diverso. A dipendenza di quanto profondo è la Fede nella guarigione e anche di come è il cammino dell’Anima su questa terra, avvengono guarigioni anche a livello fisico o a livello emotive. Sempre a livello spirituale, anche se magari noi non ce ne rendiamo conto.
Anche il potere del Guaritore gioca un ruolo fondamentale. Secondo alcuni miei Maestri Andini però, ad oggi non c’è ancora un Guaritore che possa guarire da tutte le malattie, perché bisogna essere evoluti al quinto livello (per intenderci come lo poteva essere Gesù), mentre noi ora ci stiamo elevando al quarto livello. Alcuni già ci sono, altri ancora sono al terzo o ancor più basso livello. Come livello qui, intendo livello di coscienza.
E’ una scelta coraggiosa quella di vivere una vita basata su questa chiamata, cosa ti sta insegnando? e cosa ti senti di tradurre in consiglio per chi ha fatto un percorso più superficiale?
Sì hai ragione, è una scelta coraggiosa. Perché significa avere fede, significa affidarsi, significa accettare che I messaggi che ricevi dalle tue Guide Spirituali sono veritieri, e non è il tuo ego che ti fa brutti scherzi. All’inizio non osavo condividere con le persone che venivano per una guarigione ciò che “vedevo”, ma poi con il tempo ho accettato questo, ricevendo poi per altro conferma dalle stesse persone che ciò che dicevo loro aveva senso.
E poi ho notato che anche attraverso le guarigioni spirituali il mio cammino si evolve; un po’ come andare in auto… : all’inizio mettiamo la prima Marcia e poi forse osiamo mettere la seconda, fino a che poi arriviamo ad inserire la sesta automaticamente, e riusciamo a gestire velocità, curve, sorpassi, ecc.
ecc. ciò che all’inizio mai avremmo pensato di riuscire a fare.
Penso che nessuno abbia un cammino superficiale. Ognuno ha il suo cammino. Punto. Perché ciò che per me può sembrare superficiale, ad un altro può apparire profondo. Semplicemente, ognuno ha il suo livello di coscienza (ciò di cui parlavo sopra). Ovvio che questo pensiero, quando ci penso con la mia condizione umana, incappo anch’io nel giudizio. Poi se lo vedo da un’ottica spirituale, accetto che alcune persone possano essere “limitate”. Anche se non sempre è facile da accettare, neanche per me… però se le vedi come opportunità, sono opportunità di crescita.
Pensi che le energie ancestrali intese come connessione al nostro Sé profondo, agli avi e alla madre terra stiano morendo? se si perché?
No anzi. Sempre più almeno qui in occidente, dove queste connessioni sono andate da lungo tempo perdute, vuoi per la storia che ha voluto cancellare le nostre radici, vuoi per la perdita di valori degli ultimi decenni, si fa sempre più pressante questo desiderio, direi quasi questo bisogno, di ritornare alle origini, di ritornare alle radici, di costruire radici proprie. Perché per troppo tempo siamo stati allo sbando, disconnessi soprattutto da Madre Terra, da Pacha Mama (anche se la vera traduzione di Pacha Mama non è Madre Terra intesa come il nostro pianeta, ma piuttosto come Madre Cosmica).
Cosa ti viene chiesto più spesso dalle persone che vengono da te? e secondo te perché?
Non c’è una cosa predefinita. Anche perché la guarigione sciamanica porta guarigione al nostro Sé superiore, a ciò che in questo momento della nostra vita necessitiamo maggiormente per evolverci. E come detto, essendo io un canale per l’Invisibile, posso pensare di fare un certo tipo di lavoro, ad es. Un recupero dell’Anima mentre poi una volta “collegata” mi fanno fare tutt’altro… Per es: un giorno è venuta una ragazza – era già venuta altre volte – chiedendo di volersi aprire di più, perché cominciava a percepire ed integrare le guarigioni precedenti, e sentiva proprio questa esigenza di “espandersi” (e ciò è normale, visto che mano a mano che andiamo a guarire, la nostra Energia si eleva e si espande). Pertanto, partiamo con questo intento, però poi ho dovuto lavorare durante quella seduta su altro, o meglio su un problema fisico (che lei non mi aveva neppure menzionato, ma che però poi mi ha confermato), perché in quell’istante i miei Maestri Alleati e gli Animali di Potere hanno ritenuto prioritario. Naturalmente, abbiamo anche lavorato sul cuore, ma come detto, la priorità è stata un’altra. Credo però che tutto sommato, anche se alcune persone non capiscono esattamente di cosa si tratta, ritornano perché dentro di loro – forse ancora prima di vederne gli effetti concreti – percepiscono un gran senso di pace, un gran benessere, uno stare bene con sé stessi (e di conseguenza con ciò che ci circonda).
Phyllis Currott ha scritto un bellissimo libro sulla magia legata all’amore intesa in senso atavico: la figura dell’uomo e della donna che si completano ai fini della generazione e del completamento più esaustivo. Tu che opinione ti sei fatta di questo equilibrio?
Questo equilibrio importantissimo l’ho capito quando ho iniziato I miei viaggi, ed in modo particolare quelli in Perù, terra che, come ci ho messo piede, ho sentito come CASA, con la consapevolezza di esserci già stata… Dove l’equilibrio tra maschile e femminile è molto importante, perlomeno nelle comunità indigene. Lo era già nell’Era pre-ispanica, dove la donna aveva un suo ruolo ben preciso nella società. Se pensiamo ad es. alla cultura degli Inca, c’era il Re e la Regina, anche se questi termini non sono appropriati, ma per fare capire il senso, più esatto sarebbe: l’Inca e la Coya.
Per la cosmovisione Andina è molto importante l’equilibrio, per mantenerlo nel Cosmo tutto, c’è sempre un opposto insomma. Basti pensare al giorno e alla notte, al sole ed alla luna, alla luce ed all’oscurità. E così pure per quel che riguarda il maschile ed il femminile.
Ma prima di poter trovare un equilibrio tra il maschile ed il femminile esteriore, lo dobbiamo trovare dentro di noi, tra il nostro sacro maschile e femminile. E capire ed accettare che uomini e donne sono diversi, ma sono complementari. Solo così una coppia – in ogni senso, non solo amorosa – può funzionare.
Purtroppo, per ciò che ognuno di noi vive durante la propria esistenza, attuale o passata per chi crede in altre vite, il nostro maschile e femminile interiore sono feriti, e ciò ci porta poi a degli atteggiamenti inappropriati verso l’esterno.
Questo ora che ci penso, è anche una pratica che spesso mi ritrovo a fare ad una persona, guarire e portare equilibrio al suo sacro maschile e femminile interiore. E i risultati poi sono notevoli anche sotto questo aspetto.
La tua esperienza in Perù cosa ritieni ti abbia insegnato sopra ogni cosa?
Mi ha fatto ritrovare le mie radici interiori, ma mi ha fatto anche radicare alla Madre Terra. Mi ha insegnato l’umiltà, il non giudizio, la condivisione, mi ha insegnato l’amore incondizionato. Mi ha aiutata a crescere, sotto molti aspetti. Mi ha rafforzata nello spirito e nell’animo. Mi ha fatto capire che però il mio posto è qui, e non là anche se l’ho veramente desiderato intensamente.
Perché è qui che c’è bisogno di portare Luce, dove c’è oscurità, e non dove già di Luce ce n’è abbastanza.
Il mio obiettivo è quello di creare un seminario di pratiche andine, che sono semplici ma molto efficaci. E integrare anche la visione di come gli Andini
vedono e considerano il mondo, anzi il Cosmo. Si parla infatti di “Cosmovisione andina”.
Secondo te cosa porta le persone ad ammalarsi nello spirito?
Lo Spirito si ammala perché c’ê disarmonia tra noi e la natura, non c’è più quella connessione con il sacro, con il divino. E l’unico modo che lo Spirito ha per comunicarci ciò, è di manifestarcelo poi a livello fisico.
Se ripenso al mio percorso, in fondo tutto è partito da una malattia… quando mi sono ristabilita o già nel mentre della guarigione, mi sono chiesta il perché di tutto ciò, non poteva semplicemente essere qualcosa capitato così tanto per… e soprattutto non erano le pastiglie che mi avrebbero curata. Certo, in quel momento sono state delle stampelle – allora non conoscevo niente di tutto ciò – ma poi è partito tutto il lavoro interiore e che tutt’ora continua.
Per saperne di più: